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Opus flaciano, ci vorrebbero almeno due vite per studiarlo (Voce del Popolo 19mar13)

L’opera di Mattia Flacio Illirico (Albona, 3 marzo 1520 – Francoforte, 11 maggio 1575) è talmente ampia che gli studiosi dovrebbero dedicare non una, ma due intere vite per abbracciarla nella sua interezza. Lo ha sottolineato l’accademico Josip Bratulić alla presentazione degli “Atti” del terzo convegno scientifico sull’illustre riformatore protestante di Albona, che si è tenuto nella sua città natia il 22-24 aprile del 2010. Il simposio di tre anni fa e il volume contenente i saggi proposti in quell’occasione sono stati illustrati di recente al teatrino albonese dai curatori dei citati “Atti”, Marina Miladinov, della Facoltà di teologia “Matija Vlačić Ilirik” di Zagabria, e Luka Ilić, uno studioso che grazie all’interessamento per Flacio e la sua opera da anni collabora con il Museo civico di Albona (attualmente vive e lavora nella tedesca città di Mainz), nonché Tullio Vorano, già dirigente dell’ente museale albonese e uno degli studiosi flaciani locali cui si devono diverse iniziative incentrate sul ruolo del grande Flacio (tra queste il sito Internet www.flacius.net). Da rilevare che la Miladinov e il suo collega Ilić sono intervenuti in collegamento streaming, rispettivamente da Zagabria e da Mainz.

Matthias Flacius Illiricus, francescano, fu inviato a studiare in Germania, dove diventò fedelissimo discepolo di Lutero, per la cui dottrina lottò assiduamente. Per questo motivo fu coinvolto in dispute, prese di posizione intolleranti, tanto che fu continuamente espulso dalle città dove insegnava. Al simposio del 2010, organizzato dalla Città di Albona, dalla locale Università popolare aperta e dal Museo civico, con il sostegno dalla Regione Istriana e dell’Ente turistico di Albona, hanno partecipato una ventina di studiosi di vari paesi: oltre a quelli croati, vi hanno preso parte esperti flaciani provenienti da Stati Uniti d’America, Italia, Ungheria, Germania e Lituania. Rispetto alle miscellanee avute a conclusione dei convegni del 2001 e il 2006, gli Atti appena usciti sono più ricchi sotto l’aspetto contenutistico, con complessivi 21 articoli scritti in quattro lingue: croato, tedesco, inglese e, uno, quello di Francesca Tasca Dirani, un’insegnante di Bergamo, in italiano.

“I numerosi nomi di prestigio che compaiono in questi ‘Atti’ attraverso i contributi di rinomati studiosi sono una dimostrazione che il convegno albonese è riconosciuto a livello internazionale quale importante luogo di incontro degli scienziati che si occupano di Flacio”, ha dichiarato la Miladinov, che illustrando i vari contributi ha voluto sottolineare quello dello statunitense Oliver K. Olson, come pure l’articolo della Tasca Dirani, in cui la studiosa si sofferma sulla natura litigiosa di Flacio e sull’episodio di un diverbio tra il riformatore protestante albonese e i gesuiti.

Oltre a quello di Vorano, intitolato “Albona all’epoca flaciana negli scritti del notaio Bartolomeo Gervasio”, tra i saggi di autori “locali” c’è pure l’articolo di Olja Višković, del Museo civico di Albona, quello di Lucijan Mohorović, incentrato sul figlio più grande di Mattia Flacio Illirico, uno dei 18 figli del riformatore protestante e il primo di 11 figli del matrimonio di Flacio con la prima moglie, Elisabetta.

Interessante e molto importante per la conoscenza di Flacio l’attuale oggetto di studio dell’Ilić: la corrispondenza epistolare del riformatore albonese, che lo studioso vorrebbe raccogliere, tradurre e conservare. Ilić è riuscito a scoprire in 17 mesi della ricerca 1800 lettere scritte da Flacio oppure a quest’ultimo, in diverse lingue, tuttavia, non anche in croato. Dopo la Seconda guerra mondiale alcune lettere sarebbero finite persino in Russia, come bottino di guerra. Ilić ha candidato la ricerca ai fondi di un’istituzione tedesca che sostiene progetti scientifici chiedendo circa 3 milioni di euro per portare a compimento l’iniziativa, che coinvolgerebbe una decina di esperti. E il ricercatore appare piuttosto fiducioso circa l’ottenimento dei finanziamenti.

Alla presentazione hanno preso parte pure gli studenti della Scuola media superiore “Mate Blažina”, con i loro docenti, come pure lo scrittore croato Mladen Kušec e il sindaco albonese Tulio Demetlika. Il prossimo convegno su Flacio è in programma nel 2015, mentre un simposio e un programma più abbondante si annunciano per il 2020, ossia in occasione del cinquecentenario della nascita del riformatore protestante.

Da aggiungere infine che gli “Atti” sono stati pubblicati con il sostegno di Luciano Luciani di Trieste, uno dei discendenti della famiglia Luciani. Lo storico Tomaso Luciani (Albona, 1818 – Venezia, 1894), corrispondente dell’Istria di Pietro Kandler, quale podestà di Albona (1847-49 e 1856-61) difese contro l’Austria la lingua e il carattere italiano della sua terra. Fu il primo tra gli albonesi a essersi interessato a Flacio (è del 1869 il suo volume “Mattia Flacio, istriano d’Albona”).

Tanja Škopac
“la Voce del Popolo” 19 marzo 2013

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