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”Oratorio per Fiume” il 12 maggio

Il Comitato ANVGD di Livorno organizza per mercoledì 12 maggio 2010 alle ore 20 presso il Locale "Conti" a Montenero (LI) "Oratorio per Fiume", schegge e frammenti dell’ impresa fiumana del poeta soldato Gabriele D’ Annunzio, di e con Umberto Fabi, progetto e organizzazione di Marco Formato, collaborazione dell’Associazione Culturale “G. Borsi”.

Una lettura, una “messa in voce”, che narra dell’urlo tragico del poeta guerriero e dei suoi ardimentosi corifei, opposto al balbettio dell’Italietta post quindici-diciotto.

L’impresa fiumana è un’impresa politica ma non di parte (imprendibile come una palla di gomma che rimbalza da destra a sinistra senza fermarsi). E’ una politica etica ed estetica, è la rappresentazione di un mondo che non può (forse) ancora esistere: l’utopia della fantasia al potere, oppressi contro oppressori, gente contro disciplina, impeto contro calcolo e avidità, ribel-lione contro sudditanza ad altri imperi, utopia contro ragion di stato, o meglio, di stati.

A novant’anni di distanza da una prova generale per un mondo più bello, un omaggio a un atto guerresco senza spargimento di sangue, se non fosse per l’assalto del Regio esercito nel Natale di sangue a chiusura del sogno dan-nunziano, che tanto ricorda una rappre-sentazione tragica uscita dalla penna – sul cappello – dell’autore della Figlia di Jorio.

Rileggendo gli eventi fiumani vien da chiedersi se quel focoso ardore non fosse la visione onirica, disincantata e disillusa di uomini che hanno vissuto una guerra lanciata ben al di là dell’elemento umano con le sue spaventose tempeste d’acciaio, che hanno lasciato giovani ardimentosi in bilico tra l’incubo e il sogno.

Allora se la vida es sueño, come ci ricorda il drammaturgo Calderon De La Barca, si viva la favola bella di Fiume accolta dalla Madre Patria Italia! Peccato che poi Mamma mandi i suoi servi-soldati a bombardare l’Olocausta città, un epilogo da Tebe eschilea dove il fratello uccide il fratello … fattaccio che pochi anni più tardi tornerà a girare ancora più vorticosamente sulla giostra dei tragici eventi italici.
Fiume per un anno è stata un palcoscenico dove si è ballato, si è cantato, si è amato, si è sperato in un mondo migliore, si è sognato: che è la vita? Una frenesia. Che è la vita? Un’illusione, un’ombra, una finzione e il maggior bene è nulla perché tutta la vita è sogno e i sogni sogni sono.-

Umberto FABI è attore, regista, autore e docente. Professionista dal 1987, opera nel teatro sperimentando vari e differenti linguaggi, dal canto al burattino, nella ricerca di una attorialità specifica. Dal 1998 lavora come free-lance per sviluppare e affinare un percorso artistico d’esplorazione sui linguaggi espressivi-corporali dell’attore; parte integrante di questa ricerca è la pratica dell’arte marziale dell’aikido e la sua tecnica interna aiki-taiso. Molto attivo nel teatro per ragazzi, ha scritto numerosi testi partecipando a diverse rassegne internazionali.

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