Tutto nasce da un’intervista rilasciata dal leader di Fidesz in cui ha affermato che “i Paesi che hanno uno sbocco al mare possono facilmente importare il petrolio”. Fin qui niente di strano, se non fosse per il finale di dichiarazione: “Se all’Ungheria non fosse stato tolto lo sbocco al mare anche noi oggi avremmo un porto”, ha detto alludendo al fatto che Fiume, parte dell’Ungheria fino al 1918, assegnata prima all’Italia e poi alla Croazia
Viktor Orban risponde alle accuse di boicottare il sesto pacchetto di sanzioni Ue sul petrolio russo e ‘rivendica’ Fiume. Così fa arrabbiare la Croazia che decide di inviare una nota all’Ungheria spiegando di aver interpretato le parole del premier di Budapest come pretese territoriali verso la costa croata.
Tutto nasce da un’intervista rilasciata dal leader di Fidesz che, sotto pressione per aver annunciato il veto sulla “linea rossa” del bando al petrolio russo che non permetterebbe a Bruxelles di presentare un nuovo, pesante pacchetto di sanzioni contro Mosca, ha affermato che “i Paesi che hanno uno sbocco sul mare possono facilmente importare il petrolio”, a differenza degli altri, come l’Ungheria, che sono strettamente dipendenti dall’afflusso proveniente dai gasdotti che la collegano alla Russia di Vladimir Putin.
Fin qui niente di strano, se non fosse per il finale di dichiarazione del primo ministro: “Se all’Ungheria non fosse stato tolto lo sbocco al mare anche noi oggi avremmo un porto”, ha detto alludendo al fatto che Fiume (Rijeka), parte dell’Ungheria fino al 1918, fu dopo la Prima guerra mondiale assegnata prima all’Italia e poi alla Croazia. Parole che alle orecchie di Zagabria sono suonate come una rivendicazione territoriale. Tanto che nella nota consegnata all’ambasciatore ungherese a Zagabria, il ministero degli Esteri croato “ha chiesto spiegazioni”, sostenendo che “l’integrità del territorio croato è indiscutibile e che non sono accettabili pretese territoriali, neanche quelle espresse in senso retorico”.
Fonte: il Fatto Quotidiano – 10/05/2022
Orban, la condanna di Zagabria: convocato l’Ambasciatore
L’Ambasciatore ungherese in Croazia è stato convocato al Ministero degli Esteri croato affinché possa chiarire la dichiarazione data dal primo ministro magiaro Viktor Orban secondo cui l’Ungheria sarebbe “stata derubata del mare“, riferendosi a parte della costa croata che in passato ha fatto parto dell’impero austro-ungarico.
A tal proposito la Croazia “condanna la dichiarazione del primo ministro ungherese”, ha riferito il Ministero in un comunicato. “Condanniamo qualsiasi rivendicazione territoriale degli Stati vicini”.
Sullo sfondo della dichiarazione di Orban c’è l’opposizione all’embargo europeo sulle importazioni di petrolio russo, che ha portato a una visita in Ungheria della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Nel corso degli anni, Orban ha ripetutamente espresso indirettamente e ripetutamente aspirazioni a parti del territorio della Repubblica di Croazia, citando i tempi imperiali in cui gli ungheresi governavano sui croati.
Fonte: La Voce del Popolo – 10/05/2022
Milanović: “Mare ungherese? Orban lotta per il suo Paese…”
“Il premier ungherese Viktor Orban è un personaggio molto caratteristico che in passato ho più volte criticato, mentre il premier Plenković lo ha sempre difeso”. Il Presidente della Repubblica, Zoran Milanović, ha risposto così alla domanda sulle dichiarazioni di Orban, secondo cui l’Ungheria non avrebbe problemi con l’approvvigionamento di petrolio e potrebbe permettere l’embargo Ue del petrolio russo “se non ci avessero tolto il mare”, riferendosi al dominio dell’Impero austro-ungarico sulla costa croata. Milanović ha sfruttato anche questa occasione per proseguire nel suo scontro con Plenković: “Nelle occasioni in cui ho criticato il premier ungherese, Plenković e Radman (il ministro degli Esteri, ndr) sono rimasti zitti. I membri dell’HDZ votano sempre per o con Orban al Parlamento europeo, mentre ora lo criticano per questa dichiarazione che lascia il tempo che trova”. Poi il Capo dello Stato ha chiosato: “Orban difende il proprio Paese, mentre i membri del governo croato e dell’HDZ sono dei carrieristi, che guardano soltanto ai propri interessi”.
Fonte: La Voce del Popolo – 11/05/2022