Ottima riuscita per il Tè del Ricordo organizzato dall’ANVGD Udine

Ecco un’iniziativa nata nell’ultima assemblea dei soci del Comitato provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, ha volentieri organizzato il primo appuntamento del “Tè del Ricordo” mercoledì 30 ottobre al Bar Pasticceria “La Corte di Damadolce”. Il sottotitolo dell’evento era “Condividere e raccontarsi” in un momento d’incontro conviviale: la pasticceria si trova proprio sotto la vecchia sede dell’ANVGD guidata dall’indimenticato ingegnere Silvio Cattalini, esule di Zara e presidente del sodalizio dal 1972 al 2017. Il vero sottotitolo è stato inventato con ironia da una delle socie: «Le jera ciacole a valanga».

«È stato un successo e un momento di incontro conviviale per i nostri soci e simpatizzanti – ha detto la Zuccolin, che è anche consigliere nazionale ANVGD e responsabile per il Friuli Venezia Giulia – in cui condividere e raccontarsi, raccogliendo gli spunti per nuove iniziative». Ha poi ricordato il settantesimo anniversario del ritorno di Trieste all’Italia, avvenuto il 26 ottobre scorso.

Il professore Elio Varutti, coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine, ha annunciato, per il 2025, la pubblicazione di un’antologia di autori dalmati dal titolo: “Ricordi di Zara italiana”, con la collaborazione di Franca Balliana Serrentino, assessore alle Attività promozionali del Libero Comune di Zara in Esilio.

Il dottor Bruno Bonetti, vicepresidente dell’ANVGD di Udine ha inteso ricordare gli eventi triestini sul finire della Grande guerra. «Era mercoledì 30 ottobre 1918 e poco dopo mezzogiorno dal Caffè degli Specchi uscì un gruppo compatto di giovani con un tricolore improvvisato – ha riferito Bonetti – percorse la città e come attraversò le vie altri gruppi vi si aggiunsero sino a formare un’enorme fiumana di popolo, salutata dalle finestre delle case con sventolio di fiori e con grida d’entusiasmo. “L’ora è scoccata!” – gridano – “Il Governo austriaco è decaduto per sempre!”».

Ha continuato il vicepresidente: «I dimostranti acclamarono il loro antico podestà italiano, l’avvocato Alfonso Valerio, destituito ed internato dall’Austria allo scoppio della guerra e da poco ritornato alla città natale, al grido di “Viva il primo sindaco della città redenta!”. Alle ore 14 si issò la bandiera italiana sulla torre del Municipio e poi sul campanile di San Giusto, mentre i pittori Carlo Wostry, Cesare Sofianopulo e Franco Cernivez per mezz’ora ne fecero suonare il Campanone. Durante il percorso vennero abbattute le aquile imperiali che ornavano le facciate dei palazzi, fatti dei falò delle bandiere giallo-nere e “pubbliche esecuzioni” di immagini, ritratti e busti della dinastia asburgica».

Poi accadde che: «Polizia e soldati austriaci e bosniaci scesero nelle strade – ha concluso Bonetti – tentarono di strappare le prime bandiere, di disperdere ed arrestare i dimostranti, ma vennero sopraffatti. La folla liberò dalle prigioni gli arrestati politici. Il Fascio nazionale italiano, costituitosi due giorni prima, si riunì d’urgenza e, con una rappresentanza del Partito socialista, creò un Comitato di Salute pubblica, sotto la presidenza di Alfonso Valerio. Era composto da dodici italiani liberal-nazionali e dodici italiani socialisti, ai quali si aggiunsero più tardi quattro delegati slavi (due nazionalisti e due socialisti). Alla sera si recarono dal Luogotenente imperiale, barone Alfred de Fries-Skene, per comunicargli che il Comitato, proclamata la decadenza dell’Austria dal possesso della città, intendeva assumere il governo di tutta la cosa pubblica. Il barone si riservò di informare il professor Heinrich Lammasch, presidente del Consiglio dell’Impero. Alle 19.30 giunse la risposta da Vienna: il governo riconosceva i fatti compiuti: il paese era libero. Il luogotenente convenne coi rappresentanti del Comitato che la consegna di tutti gli uffici pubblici sarebbe avvenuta l’indomani. Usciti dal palazzo i delegati annunciarono alla folla assiepata in piazza che Trieste non apparteneva più all’Austria».

Il 3 novembre 1918, alle ore 16.30, il cacciatorpediniere Audace apparve all’orizzonte ed attraccò sul Molo San Carlo (ribattezzato poi proprio “Molo Audace”), di fronte a Piazza Grande (l’odierna Piazza Unità). Fu la prima nave italiana ad arrivare a Trieste, abbandonata dal governatore austro-ungarico già da due giorni.

Fonte: ANVGD Udine – 01/11/2024

L’ANVGD è inoltre in prima fila per la solidarietà: «Continuando l’iniziativa del 2023 presso la sede del Comitato provinciale, in via Aquileia 29, è proseguita la raccolta dei tappi di sughero per solidarietà – ha detto Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine – Abbiamo aderito all’iniziativa solidale Tappodivino per l’associazione di volontariato ‘Una mano per vivere’, che li vende alle aziende di recupero per finanziare iniziative di oncologia pediatrica».

La Zuccolin ha concluso sostenendo che «oltre ad essere una lodevole iniziativa di carattere ecologico, riteniamo che sia veramente importante per la nostra presenza sul territorio con le altre realtà sociali e associative».

Fonte: ANVGD Udine – 31/10/2024

 

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