L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Papa Benedetto XVI, il quale ebbe peraltro modo nel corso del suo Pontificato di affrontare situazioni inerenti l’italianità adriatica.
Saremo, infatti, sempre grati a Joseph Ratzinger per aver beatificato Don Francesco Bonifacio, infoibato dai titini nel settembre 1946 in odium fidei e diventato per la comunità giuliano-dalmata in esilio il simbolo delle persecuzioni subite ben oltre la fine del conflitto mondiale.
Autorevole e coerente al diritto ecclesiastico fu poi l’azione che il Vaticano all’epoca esercitò affinché i terreni del monastero di Dalia, presso Cittanova d’Istria, venissero restituiti all’Ordine benedettino dell’Abbazia di Praglia (Padova). Si trattava di beni immobili nazionalizzati dal regime comunista jugoslavo e poi assegnati dalla Croazia indipendente non ai legittimi proprietari a suo tempo espropriati bensì alla Diocesi di Parenzo e Pola, la quale alienò ampi terreni.
Intervenne all’epoca il Presidente nazionale dell’Anvgd, Sen. Lucio Toth: «La giustizia della Chiesa, forte di una saggezza e di una dottrina millenaria, obbedisce ai suoi criteri morali e giuridici. Se a qualcuno quel monastero doveva essere restituito, secondo le norme del diritto ecclesiastico, non poteva che essere l’Ordine benedettino cui era appartenuto e precisamente all’Abbazia di Praglia, cui un nobile istriano lo aveva lasciato in testamento, come è avvenuto per secoli da quelle parti».
Si tratta di una questione ancora aperta, legata ai beni abbandonati dagli esuli o confiscati dalla dittatura titoista, che speriamo possa addivenire a soluzione nella cornice delle istituzioni europee in cui la Croazia è ormai completamente integrata.
Lorenzo Salimbeni
Responsabile comunicazione Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia