di Milan Rakovac
Ma i primi ministri nel castel Trakošćan dei conti Drašković i iera, Ela e Lui, in che color segnadi tuti do; rosso-roseo fuxia, rosa, ciclamino? A ma? A bo?
Ciaro xe che iera el rosso delle bandiere tricolori, ne croata, ne slovena; e altratanto ciaro che no iera el rosso del Partito, né el rosso-cardinale, ne el rosso-reale. Piutosto, diria che iera quel rosso ‘merican delle Stelle e Strisce?!
Sarà che i ‘Mericani ga dito frontiere de qua, frontiere de là, mari ‘verti e seradi, OK – MA ORA BASTA (by Indro Montanelli).
Gli Americani erano altrettanto disperati anche quando su queste stesse latitudini andavano concordati i confini tra l’Italia e la Jugoslavia (1947, Parigi; 1954, Londra; 1975, Osimo). Perché mentre noi discutevamo appassionatamente cercando di strappare gli uni agli altri qualche centimetro della Zona A, rispettivamente della Zona B, i diplomatici americani definivano il tutto “THE GARDENING STUFF”, una questione da cortile, robe de orto!
Vero xe che Croazia e Slovenia le xe due orti, gnanca tanto grandi de superficie e de popolassion, come Roma e Milano. Però, tanto più picio xe l’orto, con tanta più grinta te lo difendi, vero? (by Frassica).
E dato che i due giardinieri non sono capaci di raggiungere un accordo circa il luogo in cui collocare la ringhiera, ariba el trio Sam y andale muchachos (y muchachas tambien ) – ed ecco servita la frontiera!
Lo so, dovrei mantenere nei limiti di un atteggiamento corretto. In fondo le immagini che ci sono pervenute da Trakošćan erano idilliache. Due persone adulte e consenzienti in un ambiente soleggiato. Come due ex o due futuri amanti immortalati sul terrazzo di un castello che sorge a pochi passi da un’altra famigerata istituzione croata – il carcere di Lepoglava e poco distante da Stubica dove quattro secoli fa i contadini croati e sloveni si unirono per protestare contro il conte Tahi, un signore noto per la sua crudeltà. Qui, inoltre, è nato Franjo Tuđman e soltanto poco più distante si trova il luogo natio di Milan Kučan; i primi presidenti dei due Stati-orto che non hanno risolto IL PROBLEMA perché evidentemente pensavano che non si tratta di un PROBLEMA importante. Come a dire – tanto le cose rimangono in famiglia!
Ora, però, nel momento in cui la Hillary avverte che il blocco sloveno potrebbe destabilizzare tutta l’area dell’ex Jugoslavia ci scopriamo propositivi! C’è però un ma.
Ma qui sorgono due “opinioni pubbliche” che possono riportare il discorso all’inizio e riannodare il nodo. L’opinione pubblica (la Cittadinanza) è l’unico rappresentante della vita reale, e le virgolette stanno qui ad indicare che né in Slovenia né in Croazia l’opinione pubblica esiste davvero. Esistono soltanto un paio di sciocchi politici e alcuni giornalisti altrettanto sciocchi che fanno sempre la stessa cosa – rievocano le assopite passioni ataviche del popolo (gentaglia) creando così l’impressione di UN’OPINIONE PUBBLICA COINVOLTA, inscenando UNA PARVENZA DI NAZIONE, UN OMBRA DELLA CITTADINANZA.
L’evidente intervento americano, discreto ed efficace, dimostra che la PAX AMERICANA è nuovamente la benvenuta da queste parti, proprio come lo è in Bosnia e nel Kosovo nonostante il suo atteggiamento nei confronti del nostro orgoglio europeo e della nostra giovane statualità. Non posso fare a meno di raccontare ancora una volta, attingendo ai ricordi, i contenuti del stenogramma della riunione svoltasi a Dayton pubblicato dal Newsweek). Richard Hallbroke discuteva con i leader balcanici e riusciva ad avere la meglio mantenendo un atteggiamento protocollare (si rivolgeva ad Alija, Franjo e Slobo dicendo “Mister President, Sir!”), ma anche comportandosi da semplice cow-boy – “taiava secco” rivolgendosi in gergo al rispettivo Mister President che rimaneva esterrefatto.
Lo so che rischio di confondere quelli che mi conoscono; ma come, un rosso che loda l’America???!!! Sì, un po’ me ne vergogno anch’io. Aveva ragione il professor Stevan Dedijer quando, commentando l’arrivo dell’UNPROFOR, disse davanti alle telecamere dell’HRT – UNA VERGOGNA! Siamo nuovamente di fronte a UNA VERGOGNA – devono arrivare gli stranieri a metter pace tra la Croazia e la Slovenia. Le altre vie però, evidentemente non erano percorribili. Il virus di queste due giovani statualità rischiava di diffondersi e di contagiare anche gli altri, proprio adesso che si era riusciti a portare una certa stabilità nei Balcani!!!
Ecco, è per questo motivo che dobbiamo rallegrarci dell’arrivo della PAX AMERICANA (proprio come ci siamo rallegrati poco tempo fa in occasione dell’adesione della Croazia alla NATO). Di recente dalle pagine del Novi List ho diffuso un altro pensiero che in molti hanno percepito come controverso. Altrettanti sono stati quelli che mi hanno invitato a riflettere e, quindi, mi sento invitato a fornire una spiegazione. Persino questi euro-nazional-populismi e nazional-clericalismi sono un’opzione migliore rispetto ai faccendieri si stampo liberale, perché i primi guardano alla COLLETTIVITÀ, antepongono il NOI all’IO.
Perché all’orizzonte si delineano in modo chiaro le sagome dei nuovi cavalieri dell’apocalisse – gli anti-Stati governati dai commercianti e dai banchieri con i loro eserciti, le loro polizie e i loro tribunali privati. Che centra tutto questo con l’incontro-in-roseo di Trakošćan? Centra molto, moltissimo. Alla Croazia manca già da tempo quello che un tempo chiamavamo ECONOMIA NAZIONALE, e la Slovenia ha svenduto di recente quanto rimaneva di un’economia che fu forte a un giovane tycoon italiano. E non è questo il peggio che poteva capitare. Il peggio deve ancora venire – e verrà quando questo capitale non sgancerà più nemmeno un soldo per gli asili, le scuole e i teatri e quando non sopporterà più gli ostacoli che ne frenano lo sviluppo – ad esempio la lingua nazionale, la cultura, il parlamento, il confine. Ma di questo parlerò un’altra volta.