Ritirare ai cittadini di etnia serba fuggiti negli anni del conflitto (1991-95) lo status di rifugiati. Questa la richiesta fatta a Ginevra, presso l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), dalla delegazione della Croazia. Motivazione: visti gli anni trascorsi dalla guerra, le persone fuggite allora hanno avuto tutto il tempo e il modo di scegliere dove voler vivere.
Richiesta però cassata, anche perché avrebbe dovuto essere approvata all’unanimità. Ha incontrato invece il prevedibile “no” della Serbia. “I tentativi [della Croazia] in questa direzione durano già da un paio d’anni, con l’argomentazione del tempo passato, e del fatto che i problemi nella regione sarebbero ormai risolti. “Posizione però rigettata dall’Alto Commissario António Guterres”, ha dichiarato al quotidiano belgradese “Politika” Mirjana Ivanović-Milenkovski, dell’Ufficio relazioni col pubblico dell’UNHCR in Serbia.
Secondo la Ivanović-Milenkovski, oltre ad essere priva di fondamento, la richiesta croata avrebbe conseguenze pesanti sul programma regionale da 584 milioni di euro (che riguarda Serbia, Croazia, Bosnia Erzegovina e Montenegro) che ha per obiettivo il raggiungimento di una soluzione abitativa di lungo periodo per le 27mila famiglie di profughi più in difficoltà. La maggioranza delle famiglie interessate, ben 16.780, si trovano oggi proprio in Serbia.
Distante anni luce dalla posizione croata anche quella del Forum democratico serbo (SDF) con sede a Zagabria. “Il problema dei rifugiati non si può ritenere affatto risolto. In Croazia sono ritornati soprattutto anziani, e il processo di ritorno non è sostenibile”, ha scritto lo SDF in un appello indirizzato al governo croato e all’UNHCR.
Per il forum, con la richiesta di privare i cittadini serbi dello status di rifugiati, “la Croazia tenta di liberarsi degli impegni presi, senza che i problemi siano stati risolti”.
(fonte www.balcanicaucaso.org 27 settembre 2013)