PARENZO È colato a picco ieri mattina alle 4 il relitto del motopesca italiano «Maria Crocifisso» immatricolato a Chioggia, incendiatosi l'altra sera 19 km al largo dalla costa istriana,mentre navigava nelle acque internazionali. Sani e salvi i 4 membri dell'equipaggio, per il momento viene scongiurato il pericolo di inquinamento marino. Questi in sintesi i punti chiave dell'incidente,sulle cui cause rimane tutto da scoprire. Lunedì sera dal «Maria Crocifisso» di 24 metri di lunghezza era stato lanciato l'Sos causo lo scoppio di un incendio.Il segnale è stato captato dal Centro nazionale di ricerche e salvataggio in mare con sede a Fiume che nel tentativo di spegnere il fuoco, ha subito mandato sul posto un mercantile che si trovava in zona. Nel frattempo i 4 componenti l'equipaggio erano stati soccorsi da un altro motopesca di Chioggia, che si trovava nelle vicinanze, lo «Zaffiro». E sono sopraggiunti anche una motovedetta della polizia del mare con a bordo due pompieri di Pola e la motonave «Sea Giant» in navigazione verso Caorle. I soccorsi sono partiti anche dall'Italia. La lotta con le fiamme è durata tutta la notte, ma è stato praticamente impossibile localizzare l'incendio causa la struttura in legno della «Maria Crocifisso» e lo scoppio di una bombola di gas che c'era bordo. E ieri mattina alle 4 il relitto si è adagiato su un fondale di 34 metri. Va detto che per un attimo si è temuto per un disastro ecologico visto che a bordo dell'imbarcazione c'erano tre serbatoi metallici contenenti 3 tonnellate di gasolio, rimasti a galla. Fortunatamente non si è verificata alcuna perdita di combustibile e l'imperativo è ora rimorchiarli quanto prima a riva. La situazione comunque viene continuamente tenta sotto controllo dalla Guardia costiera croata.(p.r.)