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”Piacere, Dino Sauro”: i nomi strani dei triestini (Il Piccolo 04 gen)

Un cognome scomodo, imbarazzante, è un disagio che qualcuno si porta dietro tutta la vita. E se i perfidi genitori decidono di abbinarci un nome di battesimo da renderlo ancor più ridicolo, il gioco è fatto e il peso sulla testa del malcapitato lo accompagnerà in ogni occasione creando inevitabilmente sogghignie, specialmente in tenera età, inevitabili prese in giro.

A Trieste papà e mamme non sono andati per il sottile e negli anni hanno affibbiato ai figli dei veri e propri tormenti come Nella Giacca, Pasquale Gallo, Dino Sauro, Angelo Prete, Immacolata Tromba o Bruno Orso. Noncuranti del significato che un cognome assume accanto ad un preciso nome, hanno coniato dei gioielli della risata. A volte ridicoli, spesso volgari. Tra i residenti nella nostra provincia abitano un Felice Amico, una Volpe Orsolina, un Pasqualino Capriolo e pure una Angela Allegra. Ci sono anche due signore che presentandosi hanno la sfortuna di dover dire: «Piacere, Pisciotta Rosa», oppure «Buongiorno, Farina Bianca». Molti di loro sono stati costretti a togliere il proprio nome dall'elenco telefonico per ovviare a scherzi e burle di giovani bontemponi.

«Ci sono diverse persone appartenenti alla mia "specie", con il mio stesso ridicolo nome – afferma con ironia il sessantanovenne triestino Dino Sauro – e da piccolo, a scuola, tutti mi ridevano dietro: specialmente quando si studiava la preistoria. Ma se devo essere sincero, ci ho fatto l'abitudine e mi consolo leggendo gli sproloqui che altri genitori hanno creato coniando nomi veramente volgari: almeno il mio fa ridere e non arrossire».

E' recente la storia di quei due genitori di Genova che volevano chiamare il loro amato pargoletto «Venerdì». Il tribunale della città ha dichiarato illegittimo il nome scelto dalla coppia rimarcando come fosse vietato imporre ai bambini nomi ridicoli e vergognosi per evitare situazioni discriminanti e difficoltà di inserimento della persona nella società. Così, chi è stato rovinato dalla creatività dei genitori, potrà d'ora in poi rifarsi alla Corte di Cassazione che ha messo nero su bianco il fatto che i nomi buffi possono essere cambiati d'ufficio.

Quella di certi genitori sembra vera cattiveria umana. Pare inevitabile rimproverare un simile misfatto al proprio padre o alla propria madre. «Mia mamma diceva che ha voluto a tutti i costi mettermi il nome di mio nonno – precisa il triestino Bruno Orso – e purtroppo ha combinato un pasticcio. Ma nel mio caso non è grave, si vive ugualmente. A cambiare nome non ci penso minimamente: mi ci sono affezionato. L'unico inconveniente – sottolinea – sono gli scherzi telefonici: da almeno dieci anni mi sono tolto dalle Pagine Bianche: venivo disturbato da stupidi che mi invitavano ad andare allo zoo».

Ai genitori triestini non è mancata di certo la fantasia. Non volendo essere secondi a nessuno, oltre a prendere spunto da illustri personaggi chiamando il figlio Eleonora Duse, Umberto Saba, Richard Wagner o Maria Goretti, hanno deciso di regalare al loro bambino un futuro da Pepe Rosa, Pepe Rino, Gaia Gaio, Alberto Alberti, Russo Russo, Rosa Narciso, Fioretto Fiorina, Sole Aurora o Guido Serio.

Laura Tonero

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