Oltre cinquemila persone hanno partecipato alla prima edizione ”romana” di ”La Bancarella”, il Salone del Libro dell'Adriatico Orientale, che si è svolta dal 20 al 23 marzo nel Complesso dei Dioscuri, a due passi dal palazzo del Quirinale. La rassegna promossa dal Cdm, il Centro di documentazione multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata in collaborazione con il comitato provinciale di Roma dell'Anvgd, dopo il fortunato exploit a Torino nel 2008, ha riproposto il format in versione extra triestina e portato la tre giorni dedicata alla cultura, alla storia e all'attualità dell'Adriatico Orientale nella città eterna.
Focus naturalmente sulle novità editoriali fresche di stampa che trattano le vicende del mondo giuliano dalmato declinate in tutte le nuance tematiche, frutto della penna di storici, economisti, giornalisti, poeti e saggisti di prestigio, cui ha fatto da corollario un nutrito programma di dibattiti, presentazioni, mostre, recital e incontri. Tra gli appuntamenti, la presentazione del volume sulla storia economica di Fiume di Giuseppe Parlato e l'incontro con Giordano Bruno Guerri sull'impresa fiumana di D'Annunzio. Il dialetto istroveneto è stato invece protagonista dell'incontro con il poeta Gianclaudio De Angelini, mentre Patrizia Hansen ha dedicato un omaggio a Pier Antonio Quarantotti Gambini.
Una kermesse dagli orizzonti in espansione, il cui obiettivo è sì, fornire una chiave di lettura accurata sui fatti che hanno visto protagoniste lo scorso secolo le terre dell'Adriatico Orientale, ma in una dimensione proiettata alla realtà contemporanea. È quanto è emerso nel corso del feed back che si è svolto ieri al Tommaseo, cui hanno preso parte il presidente del Cdm Renzo Codarin, l'assessore alla Cultura Massimo Greco, le giornaliste Rossana Turcinovich Giuricin e Rossana Poletti, e il rappresentante dei dalmati nel mondo Renzo de' Vidovich. «È importante dare una vetrina di ampio respiro a una rassegna editoriale e culturale che non si vuole esprimere solo attraverso l'analisi storica e politica – questo in sintesi il pensiero degli intervenuti – ma anche rappresentare un momento d'incontro di alto profilo per far conoscere alle giovani generazioni il patrimonio artistico, letterario e delle tradizioni delle nostre terre». Come ha riassunto l'assessore Greco: «È un pezzo di storia che riguarda tutti gli italiani. Uno strappo doloroso che va raccontato in modo obiettivo, senza i toni della lamentatio nostalgica, ma piuttosto con l'intento di risvegliare nelle terze e quarte generazioni la voglia di riscoprire le proprie radici».
Patrizia Piccione