Sul totale degli stranieri che hanno usufruito di cure mediche in Slovenia nel 2008, gli italiani pesano per il 14% a livello di costi di assicurazione sanitaria sostenuti dal sistema sloveno. Gli sloveni curati in Italia, invece, pesano per l’1% del totale dei costi di assicurazione medica straniera sostenuti dall’Italia.
Sono alcuni dei dati presentati alla tavola rotonda “Cooperazione transfrontaliera in sanità. Opportunità e prospettive”, promossa dall’associazione Futuro Donna Onlus per fare il punto della situazione insieme a professionisti del settore e politici, e moderata dal direttore del Piccolo, Paolo Possamai.
Punto che si rende ancora più necessario dal momento che il Consiglio Europeo sta vagliando una nuova direttiva in ambito di cooperazione sanitaria, che dovrebbe venire licenziata a dicembre. Di questa direttiva ha parlato il neoparlamentare europeo Giovanni Collino. «Ci sono ancora delle perplessità per quanto riguarda la questione dei rimborsi per le prestazioni sanitarie godute all’estero – spiega Collino – ma di certo la direttiva si occupa di una tematica che sta a cuore ai cittadini europei: secondo un’indagine dell’Eurobarometro il 53% dei cittadini Ue usufruirebbero volentieri di un servizio sanitario in un Paese straniero”.
Per l’assessore regionale alla sanità Vladimiro Kosic quella della cooperazione transfrontaliera è una realtà che nei fatti ha già superato in Friuli Venezia Giulia quella che è la legislazione in materia. In particolare Kosic ha segnalato alcuni progetti comuni sviluppati dalla Regione con la Slovenia riguardo alla formazione professionale degli specialisti. Kosic ha spiegato che anche a livello europeo il Friuli Venezia Giulia si sta muovendo affinché l’info point sanitario che secondo la direttiva Ue dovrebbe venire creato in ogni Paese membro, abbia sede, per l’Italia, a Gorizia, per l’esperienza maturata nella cooperazione transfrontaliera.
La presidente della Medical chamber of Slovenia ha sottolineato a questo proposito che già adesso i pazienti italiani che si rivolgono all’ospedale di Isola possono scegliere se curarsi in loco o venire trasferiti a Cattinara. I problemi comuni che gli Ordini dei medici dovranno affrontare sia in Italia che in Slovenia saranno legati piuttosto, spiega il presidente dell’Ordine dei medici di Trieste, a una questione demografica: nel 2025 in Italia i medici scarseggeranno, saranno 70 mila i professionisti mancanti, perciò si renderà necessario ricorrere a professionalità dall’estero. Lo stesso problema varrà per la Slovenia.
Tra gli interventi, anche quello di Gabriella Clarich, che ha raccontato la sua esperienza in Bosnia, con un progetto di solidarietà che ha permesso a 300 pazienti disabili di ricevere cure odontoiatriche. Si è discusso infine di etica clinica, e della sua diversa applicazione di nazione in nazione, insieme alla professoressa Iva Sorta Bilajac, del Dipartimento di Scienze Sociali di Fiume.
Giulia Basso