LETTERE
Pola 18 agosto 1946. Sono nato a Pola il 29.06.1935 e il giorno del triste evento, avevo da poco superato gli 11 anni. Allora abitavamo a Veruda poco lontano dal centro città.
Era una giornata piena di sole quel 18 agosto 1946. Improvvisamente, erano circa le due del pomeriggio, un boato fortissimo fece tremare la terra e subito dopo vedemmo sollevarsi in cielo, nella direzione di Vergarolla, una colonna di fumo intenso e nero, che non finiva mai di salire.
Gli adulti attorno a me capirono subito quanto successo ed io ricordo ancora il modo concitato e di terrore mentre gridavano: «Le mine… le mine»! In effetti l’esplosione fu intenzionalmente provocata innescando alcune mine, che in origine ostruivano il porto di Pola, e che gli Alleati recuperarono e portarono a terra depositandole a Vergarolla.
Bisogna ricordare che quel giorno, in occasione dell’anniversario della Società «Pietas Julia», c’era grande festa a Vergarolla e, chiaramente, la gente era accorsa in gran numero. Indubbiamente, in quegli anni difficili e tristi, una mente malata di ideologia, aveva colto l’occasione per colpire, nel più gran numero possibile, gente inerme.
Purtroppo, negli anni che seguirono non si è mai scoperto quali fossero i mandanti e/o gli esecutori di quel crimine. Come d’altronde, non si è mai saputo esattamente quanti furono i morti. Si ritiene comunque non meno di 100 persone!
Tra questi, quattro dei miei compagni di classe non ritornarono a scuola in quanto furono dilaniati nello scoppio. E qui ricordo con commozione, al rientro a scuola dopo la pausa estiva, la nostra maestra elementare signora Devescovi, pose su ciascun posto degli amici e colleghi che non avremmo mai più incontrato, un mazzo di fiori. Come bambino rimasi anche fortemente colpito dal fatto che furono trovati i resti soltanto di uno dei quattro periti. Resti ai quali, forse per pietà, diedero un nome. Gli altri tre compagni di scuola svanirono nel buco nero della violenza dell’uomo.
Questo fatto fu determinante a far decidere ai miei genitori di lasciare la loro terra… Infatti il 7 febbraio 1947 ci imbarcammo sul «Toscana»!
Desidero quindi con queste righe dedicare un commosso e pietoso ricordo alle vittime di questa atroce strage.
Ezio Giorgi