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Pola, vandali sull’Arco dei Sergi: «danno incommensurabile e irrecuperabile» – 23ott13

Cresceranno, e se non diverranno teppisti, forse, un giorno, capiranno che l’Arco dei Sergi, al pari dell’Arena è uno dei monumenti simbolo di Pola e si accorgeranno anche di averne tirato giù dei pezzi, in una notte buia di baldorie scapestrate. Ma prima che un ombra di pentimento possa attecchire nella mente annebbiata di quello, o quelli, che hanno trovato sufficiente energia da estirpare ben 7 cilindri di pietra e rotolarli in direzione di Port’Aurea, il nostro monumento potrebbe continuare a collezionare ferite. Pietra contro pietra. È il secondo episodio che si ripete nel giro di due anni e la tecnica di sfogo della rabbia (si suppone adolescenziale) è la medesima. Avanti di questo passo e, tra qualche decina d’anni, ci sarà tutto l’Arco da ricostruire.

Ricapitoliamo la cronaca dell’atto di vandalismo compiuto ai danni del monumento. È successo in un momento imprecisato nella notte tra il 19 ed il 20 ottobre. La polizia è stata avvisata del danneggiamento circa alle 8. Con il sopralluogo si è potuto solo constatare che i cilindri collocati tra Piazza Port’Aurea e i Giardini erano stati smossi e usati come munizione. Bilancio dei danni: il basamento destro del monumento (osservando dalla prospettiva della “Zagrebaka banka” e della rivendita “Tisak”), ora è monco di un pezzo da 15 per 20 centimetri. D’accordo, sarà restituito in situ, dopo che il laboratorio di restauro del Museo archeologico istriano di Pola avrà ben lavorato di colla e pennello. Ma non sarà mai come prima. Particolare poco consolatorio: questo frammento spezzato nel 2013 è più piccolo di quello divelto due anni or sono, in quel caso dal basamento sinistro, ma duole lo stesso.

Dalla Questura istriana si rende nel frattempo noto che è stata sporta ufficialmente denuncia per “danneggiamento di beni altrui”. Così per ora. E stranamente non si parla, ancora, in termini di danno a beni storico-monumentali di inestimabile valore. Si sta, intanto, facendo il possibile per risalire alle circostanze dell’azione di scalfittura. I cittadini sono pertanto invitati ad avvisare la polizia nel caso avessero visto all’opera gli autori dello scempio o avessero qualsivoglia informazione in proposito. Possibile annunciarsi in Questura, al numero telefonico 052/532 628 o 192, oppure inoltrare informazioni all’indirizzo di posta elettronica istarska@policija.hr Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Mentre dura la caccia agli scapestrati di oggi, rimangono tranquilli e ignoti i manigoldi di ieri. Ad un elemento va prestata attenzione: due anni or sono, la telecamera appostata sopra l’edicola “Tisak” non era riuscita a filmare un bel niente, in quanto guasta. Subito dopo quel primo atto barbarico, era stata rimossa per la riparazione, ma…non è stata ricollocata in posizione strategica. La speranza è forse quella di ricorrere alle telecamere di uffici (banche) vicini, ammesso che un’angolatura giusta abbia registrato qualcosa.

Insomma, i guerrieri dei cilindri potrebbero aver fortuna di nuovo. Assai poco rassicurante come sistemi di sicurezza e di tutela di un monumento di duemila anni che meriterebbe ben altra vigilanza (non una, ma più telecamere). E mentre si dubita che l’identità dei teppisti amanti delle monumentalità possa venire scoperta, ci si chiede perché dall’esperienza acquisita qualche anno fa e da altre azioni simili non si sia potuto far tesoro. I cilindri e i palloni in pietra o cemento sono un’attrezzatura urbana che più ispira gli irascibili giovinastri con febbre da dopo party.

Manco ci si accorge della vittima degli srotolamenti. È capitato a tanti edifici scolastici (vedi la SMSI “Dante Alighieri”), sta capitando all’Arco dei Sergi e potrebbe succedere a qualsivoglia anonimo edificio, monumentalità di nuovo conio, opera d’arte, installazione, scultura o catapecchia. Fa lo stesso. In detto caso la pendenza di piazza Port’Aurea è ideale, come una pista in discesa per prendere la mira e centrare l’obiettivo. Era capitato e capiterà ancora, anche senza voler fare i pessimisti di mentalità catastrofica.

A reagire in questa circostanza è il direttore del Museo archeologico istriano di Pola, Darko Komšo, a dire che: “Il danno è incommensurabile e irrecuperabile. Un siffatto comportamento a scapito di un bene culturale di questo rango è del tutto inspiegabile. Da condannare senza riserve. Lo spirito di ribellione giovanile, che scoppia nel fine settimana può anche essere un fenomeno comprensibile. Però, nessuno, ma proprio nessuno può prendersi la totale libertà di distruggere un patrimonio monumentale. Se gli attacchi vandalici dovessero proseguire a questo ritmo, tra 20-50 anni resteremo senza Arco dei Sergi. Da parte nostra, in quanto Museo archeologico, intendiamo puntare sulla prevenzione dei fenomeni deleteri”. Spiega Komšo che è un bene che i cilindri in cemento sbarrino il passaggio ai camion e ai veicoli in Piazza Port’Aurea.

D’altra parte, vista la praticità dell’utilizzo come munizioni, si sta ventilando la proposta di eliminarli e di collocare al loro posto cubi di marmo, fissati ben saldi al suolo. E si ragiona anche in termini di introduzione della prassi della vigilanza continua dei monumenti, mediante telecamere. Parlare di prevenzione dei fenomeni di vandalismo sui monumenti secondo Komšo, significa potenziare anche l’istruzione, le informazioni sul pregio e la sensibilità nei confronti del patrimonio storico-culturale locale, nelle istituzioni, nelle scuole, negli ambiti famigliari, cosa che l’istituzione museale sta già ampiamente facendo, mediante un efficacissimo servizio pedagogico, ma che a quanto pare non basta ad arginare l’ignoranza e la stupidità.

Arletta Fonio Grubiša
“la Voce del Popolo” 22 ottobre 2013

 

 

 

Pola, Arco dei Sergi, le colonnine divelte e fatte rotolare (foto www.glasistre.hr)

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