Martedì 10 maggio, alle ore 15,30, presso il Salone delle Conferenze della prestigiosa Sede dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona si è svolta la Cerimonia di premiazione della XVIII edizione del Premio Letterario Nazionale “Gen. Loris Tanzella”, istituito dal Comitato provinciale di Verona dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. L’evento ha completato il programma delle manifestazioni per commemorare il Giorno del Ricordo 2022, programma realizzato dal suddetto Comitato con il patrocinio e in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Verona, sempre vicina al mondo degli esuli veronesi e disponibile a sostenerne le numerose iniziative.
Il Premio Tanzella è stato istituito con la finalità di preservare e divulgare il patrimonio culturale, storico, artistico e linguistico che una civiltà bimillenaria, romana, veneta e italiana ha sviluppato nelle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia. Priorità del Premio è quella di tener viva la memoria delle complesse vicende del confine orientale culminate nella tragedia delle foibe e nel dramma dell’esodo dei 350000 Italiani istriani, fiumani e dalmati che abbandonarono la loro terra d’origine per restare Italiani.
E’ un Premio quindi, il Tanzella, che contribuisce a fare Memoria nella Storia dopo che la storiografia ufficiale per decenni ha ignorato la causa giuliano-dalmata, finalmente entrata nella coscienza collettiva nazionale con l’istituzione del Giorno del Ricordo, nel 2004. Lo attestano le opere finora pervenute, che hanno superato le 500 unità, nel corso delle diverse edizioni del Premio.
La Presidente della Giuria del Premio Tanzella, Loredana Gioseffi, ha aperto la Cerimonia illustrando al folto pubblico presente le finalità del Concorso per dare poi il benvenuto a tutti gli ospiti. Ha ringraziato vivamente, per l’ospitalità accordata al Comitato di Verona ANVGD, il Presidente dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere, Avv. Claudio Carcereri De’ Prati. Ha ringraziato inoltre, per la loro partecipazione, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, l’Assessore alla Cultura, Francesca Briani, l’Assessore al Decentramento, Marco Padovani e l’Assessore alle Manifestazioni e allo Sport, Filippo Rando.
L’avv. Francesca Briani nel suo intervento ha sottolineato l’importanza e il profondo significato del Premio Tanzella che, nel corso delle varie edizioni si è affermato a livello nazionale per il numero sempre più crescente delle opere in concorso e per l’elevato profilo culturale delle stesse, distinguendosi per le sue specifiche priorità finalizzate alla salvaguardia della Memoria della causa giuliano-dalmata.
Apprezzata la presenza del Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Renzo Codarin che ha sottolineato nel suo intervento l’unicità del Premio Tanzella a livello nazionale e come tale va valorizzato con iniziative adeguate. Ha aggiunto inoltre che l Comitato Provinciale di Verona ANVGD da circa vent’anni promuove questo progetto nell’ambito delle manifestazioni del Giorno del Ricordo divulgando la causa giuliano-dalmata e costituendo un punto di riferimento fermo storico-culturale nel mondo degli esuli e non solo.
Erano presenti alla Cerimonia la Presidente Onoraria del Comitato ANVGD di Padova, Italia Giacca che ha ritirato il riconoscimento assegnato al Presidente Regionale ANVGD, Alessandro Cuk, per impegni professionali e impossibilitato a partecipare. Il Presidente dell’ANVGD di Modena, Gen. Giampaolo Pani, la Presidente del Libero Comune di Pola in esilio, Graziella Cazzaniga e il Presidente emerito Tito Sidari.
La Presidente della Giuria Loredana Gioseffi, figlia di esuli istriani, ha manifestato un grazie riconoscente ai componenti della Giuria del Premio, Donatella Stefani Veronesi, Consigliere del Comitato ANVGD di Verona e il Consigliere Giuseppe Piro, esule da Pola. Il prof. Ettore Stefani, padre di Donatella Stefani Veronesi, originario dell’isola di Veglia (Dalmazia), è stato il fondatore del Comitato di Verona dell’ANVGD prodigandosi, fin dall’immediato dopoguerra, nella generosa assistenza prestata ai profughi giuliano-dalmati, giunti nella città scaligera e in provincia, in molti casi sprovvisti anche dei documenti necessari per l’inserimento nel mondo del lavoro. Il prof. Stefani ha collaborato inoltre efficacemente con la sede nazionale dell’ANVGD di Roma per intensificare la sua attività in favore degli esuli dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.
Unitamente ai componenti della Giuria per l’intenso lavoro svolto, la Presidente ha ringraziato i Consiglieri e i Soci del Comitato che con disponibilità si sono attivati nell’organizzazione dell’evento che ha previsto durante la Cerimonia la proiezione delle copertina di tutte le opere premiate, curata dal socio Paolo Plazzi.
I lavori pervenuti nell’edizione del Premio di quest’anno sono stati suddivisi nelle seguenti sezioni: Sezione Narrativa, Cinema, Teatro e Poesia, Sezione Nuove Ricerche, Sezione Storia e Ricerche Storiche, Sezione Testimonianze.
La Cerimonia si è aperta con il conferimento del Premio Speciale Della Giuria all’esule istriano, Piero Tarticchio, per l’opera “Sono scesi i lupi dai monti. Una storia vera” e per la straordinaria pluridecennale produzione letteraria ed artistica. Il padre dell’Autore, come dal lui ricordato con struggimento, fu infoibato in una delle tante cavità carsiche dell’Istria, durante la Seconda guerra mondale e i suoi resti mai più ritrovati. La sua testimonianza ha commosso il pubblico che lo ha lungamente applaudito.
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
“Sono scesi i lupi dai monti” Una storia vera
di Piero Tarticchio
“L’opera di Piero Tarticchio è una pittura che descrive con impareggiabile maestria la sua vita, i luoghi dell’infanzia, i processi storici della sua terra, le vicende della guerra, la strage di Vergarolla, gli accadimenti del suo popolo. Anche se a tratti sembra fluttuante, è invece molto realistica e concreta. L’Autore sente il bisogno di celebrare la sua terra e tramandare il retaggio culturale della sua gente. Così si esprime un personaggio famoso: “Il radicamento è forse il bisogno più importante e il meno conosciuto dell’animo umano. È il più difficile da definire, ma anche il più affascinante, perché ha il potere di conservare certi tesori del passato e i presentimenti per il futuro”. Il libro costituisce un’ulteriore pietra miliare nella vasta produzione letteraria dell’Autore da cui traspare il profondo legame con la sua terra e le sue genti”.
SEZIONE NARRATIVA – CINEMA – TEATRO – POESIA
PRIMO PREMIO
“La stanza di Piera”
di Stefania Conte
“L’opera, originale nell’ideazione ed avvincente nella trama, si avvale di una prosa ricercata dal ritmo coinvolgente. Il personaggio di Piera, la protagonista, giovane donna accusata ingiustamente di collaborazionismo dai partigiani titini, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre del ’43 che ebbe in Istria effetti devastanti, diventa una figura emblematica di libertà, libertà da pregiudizi, da ideologie, da sentimenti di odio, al punto da sacrificare la propria vita per salvarne un’altra, inabissandosi nella foiba, dopo essere stata seviziata e torturata. Profonde analisi introspettive si intercalano nella narrazione e scavano nei meandri della psiche e dell’anima, non solo della protagonista e dei suoi genitori, catturando il lettore ed inducendolo a profonde riflessioni, anche di natura etica. Il romanzo è una storia di uomini che si muovono nel contesto dei tragici eventi geopolitici, culminati nel genocidio delle foibe, a cui fa puntualmente riferimento l’Autrice, evidenziando la responsabilità dei singoli individui le cui azioni non possono trovare giustificazioni e alibi nelle scelte politiche delle Nazioni in guerra. Particolarmente incisiva e significativa risulta la disquisizione sul valore della memoria così definita dal padre di Piera: “La memoria è madre etica del singolo e della morale dei popoli. L’uomo etico ha il dovere di farsi carico della memoria raccontando le atrocità che il genere umano è capace di compiere. Uomini e popoli che vivono senza ricordare rifuggono le responsabilità, negando gli errori. La conseguenza sta nella perdita di giudizio che discrimina fra il bene e il male”.
SEZIONE NARRATIVA – CINEMA – TEATRO – POESIA
SECONDO PREMIO
“Antonio Sartori” Il maresciallo di don Primo
di Lorenzo Sartori
“L’Autore, animato da una forte motivazione personale, dedica la sua fatica letteraria alla figura del padre, il Maresciallo dei Carabinieri Antonio Sartori, sopravvissuto alla persecuzione nazista ed a quella comunista titina, col divenire esule dalla natia Istria. Il volume che, nel suo complesso, si configura come una saga familiare, racconta una piccola storia che, insieme ad altre piccole storie, contribuisce a comporre la grande Storia. La narrazione, che si avvale di un linguaggio chiaro ed immediato, scorre fluida nel racconto delle vicende familiari che s’intrecciano puntualmente con i tragici eventi storici del Novecento, le due guerre mondiali e gli orrori dei totalitarismi persecutori. La figura di spicco del Maresciallo Sartori, legato da una profonda amicizia con Don Primo Mazzolari, parroco di Bozzolo mantovano, nella condivisione dei valori del movimento cattolico della Resistenza, diventa testimone autorevole della libertà e della democrazia, per cui fu pluridecorato per meriti di guerra”.
SEZIONE NARRATIVA – CINEMA – TEATRO – POESIA
MENZIONE D’ONORE SPECIALE
“La città dolente” Il cinema del confine orientale
di Alessandro Cuk
“Opera di pregio che sviluppa un’analisi accurata ed attenta del tema dell’esodo da Pola che il film “La città dolente”, quasi contemporaneo a quelli storici avvenimenti, documenta nella sua tragicità e complessità. L’Autore riporta inoltre, in un’ampia panoramica, i contenuti formulati dalla critica e le recensioni sul film, la regia di Mario Bonnard, i profili riguardanti il cast artistico e tecnico, la sceneggiatura, in cui spicca il nome di Federico Fellini, la fotografia, i costumi e le musiche. Il lavoro offre al lettore importanti elementi di conoscenza sul dramma dell’esodo giuliano-dalmata, caduto per decenni nell’oblio per colpevoli opportunismi politici e condizionamenti ideologici. Il film, in assoluto il primo realizzato sull’esodo e finora l’unico, combina insieme, con molta efficacia, immagini documentaristiche d’epoca ed immagini di ambientazione, ricostruite, che rendono l’entità del dramma nei volti dolenti dei profughi, immagine dolente di una città senz’anima. L’opera fa parte di una vasta produzione dell’Autore che, da qualche decennio, con assiduo impegno e professionalità, si occupa dei temi riguardanti il cinema, il mondo dello spettacolo e il confine orientale”.
SEZIONE NARRATIVA – CINEMA – TEATRO – POESIA
MENZIONE D’ONORE SPECIALE
“Il teatro e la questione giuliano-dalmata”
Giulia. Tasi Nino che no xe el momento. Una storia per Albina
di Giuseppe Barbanti e Alessandro Cuk
“I curatori di questa piccola rassegna di teatro sono mossi dall’intento di risvegliare anche il mondo dello spettacolo dall’oblio silenzioso che per alcuni decenni ha coperto i fatti accaduti al confine orientale nel corso del secondo conflitto mondiale e nell’immediato dopoguerra, oblio che ha incluso anche la politica, la storiografia, il cinema, meno la letteratura. Tre i nomi, Giulia, Nino, Albina, due giovanissime, presentate con la freschezza e la curiosità della loro giovane età. Ma nel dipanarsi della narrazione, il focus si sposta sui tragici eventi che hanno coinvolto i loro bisnonni, lasciando così alle nuove generazioni il compito di divulgare e quindi conservare la memoria di fatti storici che sconvolsero le vite di molti e ne spensero altrettante. “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”.
SEZIONE NARRATIVA – CINEMA – TEATRO – POESIA
MENZIONE D’ONORE
“Raccolta di Poesie”
di Tiziana Dabovic Pulich
SEZIONE NARRATIVA – CINEMA – TEATRO – POESIA
MENZIONE D’ONORE
“Poesie”
di Costanzo Mario
SEZIONE NUOVE RICERCHE
PRIMO PREMIO
“Gli statuti del Comune di Pola – XIV – XV secolo”
a cura di Bruna Rodriguez Canevari
“L’opera di rilevante pregio, ponderosa nei contenuti, è un compendio di leggi, di disposizioni amministrative e giudiziarie, applicate all’epoca della Serenissima Repubblica di Venezia. Le norme statutarie informano su numerosi aspetti della vita quotidiana dei polesani e le loro consuetudini e pertanto il testo si rivela di grande importanza per la storia e la cultura della Comunità polese nel periodo veneziano. L’impianto del volume, diviso in due parti, si basa sul testo latino degli indici, dei libri degli statuti e delle delibere comunali. A fronte del testo latino è inserita una traduzione in italiano corrente affinchè possano accedere a questa fonte persone interessate, anche se non addette ai lavori, attraverso una lettura più chiara e semplice. Arricchiscono l’opera le decorazioni e la preziosa miniatura che compare in apertura degli statuti. Il progetto, realizzato dall’Associazione Italiani di Pola e Istria – Libero Comune di Pola in Esilio, di cui è stata curatrice e coordinatrice la Prof.ssa Bruna Rodriguez Canevari, si è avvalso del prezioso aiuto fornito da un’equipe di esperti accademici e non solo, tra cui il Dott. Umberto Cecchinato, curatore e traduttore critico dell’opera e la Dott.ssa Alessandra Rizzi di Cà Foscari per la presentazione storica. Il Dott. Arch. Tullio Canevari, Sindaco Emerito del Libero Comune di Pola in Esilio, “ha creduto fermamente in quest’opera e l’ha voluta senza averne potuto vedere la realizzazione” portata a termine, con determinazione e passione, dalla consorte prof.ssa Bruna Rodriguez Canevari. “Gli italiani di Pola, che andarono esuli nel mondo nel 1947 dedicano quest’opera alla loro piccola Patria perduta ed ai loro antenati che in Pola riposano”.
SEZIONE NUOVE RICERCHE
SECONDO PREMIO
“Migrazioni adriatiche” I nuovi abitanti istriani
di Lia De Luca
“Questo lavoro, a detta dell’Autrice, si prefigge di fornire una enumerazione degli arrivi in Istria attraverso l’analisi delle dinamiche politiche e sociali. Tutto questo desunto dai documenti ufficiali del Senato della Repubblica di Venezia prima, e dall’Archivio di Stato poi. Nel XVI° e XVII° secolo la Serenissima profuse impegno ed impiegò denari per operare una ripopolazione dell’Istria. I migranti erano tali principalmente per ragioni economiche e provenivano dalle terre confinanti, soprattutto dai territori asburgici e Venezia fu ben contenta di soddisfare le loro aspirazioni. La ricerca è molto puntuale ed accurata con osservazioni sulle diverse provenienze e motivazioni. Copre due secoli, ma è esempio per chi vorrà cimentarsi e allargare l’orizzonte temporale e geografico di questo rilevante fenomeno”.
SEZIONE NUOVE RICERCHE
SECONDO PREMIO EX AEQUO
“Quegli strani italiani” del Villaggio San Marco di Fossoli
di Roberto Riccò
“L’Autore compie un ampio e dettagliato excursus storico dalla Prima guerra mondiale ai primi anni Cinquanta, avvalendosi di un accurato lavoro di ricerca delle fonti, di consultazione di archivi e della stampa nazionale e locale, efficacemente documentato. Ne scaturisce un quadro che evidenzia le motivazioni che spinsero le popolazioni italiane del confine orientale all’abbandono forzato della loro terra di origine, la temperie politica in cui si consumò il loro dramma e la condizione in cui furono costretti a vivere, da relegati, nei campi profughi. Nello specifico, si rivelano preziose le testimonianze di alcuni dei 1500 esuli dalla zona B, quegli “Strani Italiani” che parlavano uno “Strano Italiano” che nel 1954, in conseguenza del Memorandum di Londra, senza speranza alcuna di ritorno, abbandonarono la loro terra per rifugiarsi nel Villaggio San Marco di Fossoli di Carpi. L’Autore, animato da un profondo desiderio di conoscere e di capire, considera attentamente la condizione di vita degli esuli, in una realtà inizialmente loro ostile, che li costrinse, in uno spirito di autoconservazione, ad aggregarsi tra di loro per poi aprirsi ai contatti con la popolazione locale, anche nei luoghi di lavoro. Nell’intento dell’Autore, quest’opera vuole recare una sorta di risarcimento morale, seppur modesto, al fine di riparare alle ingiustizie e alle sofferenze patite dagli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia”.
SEZIONE NUOVE RICERCHE
MENZIONE D’ONORE SPECIALE
“L’Istria vista dal mare”
di Rita Auriemma, Stefano Furlani, Rosanna Turcinovich Giuricin
“La descrizione dell’Istria parte da una visione storica di Livio Dorigo che cita Strabone per passare poi a Cassiodoro. È affidato a Stefano Furlani lo sviluppo geomorfologico della penisola istriana. Territorio variegato sia per l’azione di processi naturali, come l’erosione degli agenti atmosferici sia perché intaccato dall’uomo e dalle sue attività. Si passa poi a conoscere, tramite il diario di bordo di Rosanna Turcinovich Giuricin, il dettaglio degli innumerevoli siti che ci vengono descritti e con i loro personaggi storici più importanti e significativi. Infine, l’Istria, vista dal fondo del mare, di Rita Auriemma. L’Adriatico visto da un’esperta subacquea e insigne archeologa. Emerge quindi il fascino di un’Istria archeologica che il mare custodisce da secoli”.
SEZIONE NUOVE RICERCHE
MENZIONE D’ONORE SPECIALE
“Norma Cossetto”
Studentessa istriana caduta per la libertà (Foiba di Villa Surani 4/5 ottobre 1943)
di Patrizia Lucchi Vedaldi
“Il saggio esamina con accuratezza e minuziosa ricerca di documenti probanti, l’iter intrapreso dai familiari di Norma Cossetto, studentessa italiana istriana, laureanda presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova, trucidata dai partigiani slavi la notte tra il 4 e 5 ottobre 1943 nella foiba di Villa Surani in Istria, per ottenere il riconoscimento della laurea “Ad Honorem” da conferire alla giovane martire. La Commissione Accademica per le onoranze agli studenti caduti “sul campo dell’onore” o “per la difesa della libertà”, dopo un’attenta e scrupolosa disamina della documentazione presentata dalla famiglia di Norma e dopo aver accolto le dichiarazioni dei testimoni riguardo il sacrificio della giovane, infoibata dai partigiani slavi per sostenere la sua italianità, “l’8 maggio del 1949 proclamò Dottore in Lettere Norma Cossetto in quanto “caduta il 5 ottobre 1943 per la difesa della libertà”. A coloro che obiettavano che la Cossetto non era una partigiana, il Prof. Concetto Marchesi, comunista. rispose che “essa meritava più di ogni altro il conferimento della Laurea Honoris causa perché era morta per l’italianità dell’Istria”.
Il volume riporta gli aspetti biografici, documentati, della giovane studentessa, il suo brillante percorso universitario e, nella parte finale, i documenti del fascicolo per l’istruttoria del conferimento della Laurea “Honoris causa”.
SEZIONE STORIA – RICERCHE STORICHE
PRIMO PREMIO
“Venezia Giulia – Istria – Dalmazia” Pensiero e vita morale
di Carlo Cesare Montani
“Già dalla biografia dell’Autore e dall’elenco, ci rendiamo conto di essere di fronte ad uno storico che con le sue innumerevoli opere, ha spaziato nei tremila anni di storia della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia, con estrema competenza corroborata da una profonda attenzione al “verum ipsum factum” con sincera oggettività, senza amore e senza odio. Quest’opera è l’ultima di precedenti edizioni, redatta completamente ex novo, con integrazione nella parte iniziale dell’ingresso delle nuove repubbliche ex jugoslave nell’Unione Europea. Si può dividere in tre parti, la prima comprende i caratteri generali di tremila anni di storia, la seconda l’Antologia critica e la terza la cronologia utile alla consultazione, con una documentazione analitica. Senz’altro costituisce una pietra miliare per trasmettere alle generazioni future non solo episodi storici, ma lo spirito, la cultura e la forza morale di un popolo, romano, veneto e poi italiano nella sua storia millenaria”.
SEZIONE STORIA – RICERCHE STORICHE
SECONDO PREMIO
“L’eredità del Leone”
Dal Trattato di Campoformio (1797) alla Prima guerra mondiale e relativi Trattati di Pace
di Flavio Fiorentin
“Ricerca storica accurata e minuziosa dei mutamenti del confine orientale dal Trattato di Campoformio alla fine della Prima guerra mondiale che completa il difficile e sofferto processo del Risorgimento italiano. L’impianto organico del lavoro segue un ordine cronologico valorizzato da puntuali approfondimenti, poco noti alla storiografia ufficiale, che incuriosiscono, coinvolgono ed appassionano il lettore. Si rivela efficace e significativa la ricostruzione della politica asburgica finalizzata a rafforzare in ogni ambito lo slavismo nel tentativo di cancellare l’identità culturale italiana nelle terre della sponda orientale dell’Adriatico, appartenute per secoli alla Repubblica di Venezia, la cui eredità rimase profondamente radicata nelle popolazioni di quell’area, anche dopo l’estinzione politica della Serenissima. Assai esplicativa in merito la seguente citazione “Il Leone nel “Dogado”, nello “Stato da mar” e nello “Stato da terra” in catene, ma non domato poteva iniziare ad aguzzare le unghie e alzare la coda”. La risposta a quella politica repressiva antiitaliana, a partire dal 1866, anno della III Guerra d’Indipendenza, ampiamente analizzata nel volume, fu lo sviluppo del movimento irredentista fondato sugli ideali risorgimentali d’identità nazionale, finalizzati all’unificazione con la Madre Patria.Nelle conclusioni del suo lavoro l’Autore evidenzia l’estrema testimonianza corale d’italianità che i giuliano-dalmati seppero dare nell’immediato secondo dopoguerra con la scelta forzata dell’esodo, senza speranza di ritorno nelle terre natie, in continuità con l’eredità culturale della Repubblica veneta rimasta sempre viva in loro”.
SEZIONE STORIA – RICERCHE STORICHE
SECONDO PREMIO EX AEQUO
“Gianandrea De Gravisi – Scritti editi”
di Michele Grison
“L’autore raccoglie in questo volume gli scritti di Gianandrea De Gravisi editi su periodici e riviste dal 1903 a 1958. Gli argomenti sono molto vari e spaziano dall’ambito geografico a quello dialettale, di toponomastica, storia, agricoltura, storia ecclesiastica, diritto e cenni biografici di altri scrittori. L’opera è un pozzo di notizie, dove i cultori delle materie più svariate possono attingere notizie e approfondimenti. Michele Grison raccogliendo e catalogando questi scritti, ne riporta le date, i luoghi di pubblicazione con precisione accurata, offrendo agli studiosi delle varie materie, ma anche ai semplici interessati, un tesoro di notizie su vari aspetti del mondo istriano. Lo stesso Grison nell’introduzione scrive: “Il tempo non gioca a favore del popolo della diaspora, anzi disperde, offusca e alla fine rimuove la memoria collettiva”, ma fino a quando gli studiosi, i protagonisti di queste vicende, i loro discendenti e il mondo conosceranno le cause e le conseguenze di questi eventi e ne terranno viva la memoria, l’uomo, forse, tenterà di non ripetere i soliti errori”.
SEZIONE STORIA – RICERCHE STORICHE
MENZIONI D’ONORE SPECIALE
“Vocabolario dialetto istriano” parlavimo e scrivevimo cussì
di Ruggero Botterini
“La ristampa del “Vocabolario del dialetto istriano”, rielaborato ed arricchito, costituisce un’opera importante sul linguaggio parlato in Istria, linguaggio che si è ridotto nell’uso ed è stato distorto dopo le vicende terribili dell’Esodo. L’opera, eseguita con certosina pazienza, rimane fondamentale nel suo settore”.
SEZIONE STORIA – RICERCHE STORICHE
MENZIONE D’ONORE
“Fiume e l’identità italiana tra autonomismo e irredentismo (1866-1919)”
di Stefano Papa
“La ricerca, che si basa su una ricca documentazione storica, analizza con accuratezza gli eventi che hanno contraddistinto la storia della città di Fiume, dalla metà del XIX secolo fino alla sua definitiva annessione all’Italia, a seguito del Trattato di Roma del 1924. Il periodo storico esaminato, che l’Autore ama definire il “Risorgimento fiumano” parallelo a quello nazionale, s’incentra sulla nascita del movimento autonomista al quale seguì quella del movimento irredentista che anelava al ricongiungimento con la Madre Patria. La ricerca evidenzia inoltre, con efficacia, i molteplici aspetti della politica asburgica, che, in ottemperanza al principio del “Divide et Impera”, attuò un processo di slavizzazione in ogni settore della vita pubblica con ripercussioni estremamente persecutorie nei confronti della popolazione fiumana, animata da sempre da un forte sentimento di italianità. Tardivo risulta l’interesse della politica italiana verso la questione fiumana che Gabriele D’Annunzio, poeta e patriota, con i suoi legionari, affrontò con la sua epica impresa per ribadire la definitiva annessione della città al Regno d’Italia. Particolarmente evidenziato, “in un’ottica risorgimentale”, il patriottismo di Fiume e dei fiumani divenuti testimoni d’Amor Patrio ed esempio di difesa delle loro radici identitarie. Pertanto, il Risorgimento fiumano, secondo l’Autore, completa il processo risorgimentale italiano a seguito della vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, con la definitiva annessione di Fiume, in cui la presenza dell’etnia italiana era secolare”.
SEZIONE STORIA – RICERCHE STORICHE
MENZIONE D’ONORE
“Cherso – Dalle origini ai giorni nostri”
di Carmen Palazzolo Debianchi
SEZIONE STORIA – RICERCHE STORICHE
MENZIONE D’ONORE
“10 anni di storia del Giorno del Ricordo: la memoria delle foibe e dell’esodo raccontati dai libri di storia, dalla televisione, dai giornali e dai nuovi media”
di Giorgia Covino
SEZIONE STORIA – RICERCHE STORICHE
MENZIONE D’ONORE
“Foibe ed esodo giuliano-dalmata: tra storia e memoria”
di Jacopo Covino
SEZIONE TESTIMONIANZE
PRIMO PREMIO
“Una vita con il Cappello Alpino”
di Silvio Mazzaroli
“L’opera, autobiografica e ponderosa nei contenuti, si avvale di una prosa che scorre limpida e fluida sul filo della memoria, rivelandosi particolarmente incisiva nei dialoghi che l’Autore intrattiene con la nipotina e, a seguire, con i figli e gli amici. Affiorano con ritmo avvincente i ricordi del passato, ricordi in cui rivivono, con la forza dei sentimenti, vicende ed episodi personali e familiari, le tappe prestigiose di una brillante carriera militare al servizio della Patria. Un percorso umano e professionale intrapreso calzando il Cappello Alpino, un simbolo sempre onorato con dedizione e fede incrollabile. I riferimenti all’Istria e alla Dalmazia evocano nostalgie sempre vive nel cuore dell’esule dalla città di Pola, in una condizione perpetua di assoluta fedeltà agli ideali patriottici, ereditati dal padre. Arricchisce ed impreziosisce il volume una ricca e significativa sequenza fotografica, esplicativa di una vita “improntata alla difesa dell’italianità”.
SEZIONE TESTIMONIANZE
SECONDO PREMIO
“Dall’Istria a Taranto per restare italiani”
Ricerche e testimonianze sull’esodo Giuliano Dalmata in Terra ionica
di Vito Fumarola
“Il libro ha il doppio pregio di essere la prima indagine sull’esodo istriano nella provincia di Taranto e di essere fondato su un’accurata ricerca archivistica. Il volume è diviso in quattro parti: un saggio introduttivo, le testimonianze, una sezione fotografica ed un’analisi della documentazione archivistica. La maggior parte di coloro che lasciarono la terra natia era costituita da manovali, operai, elettricisti, meccanici, artigiani; molti gli studenti, le donne quasi tutte casalinghe. Fu una scelta che coinvolse tutta la famiglia proprio perché vi era la certezza della sua definitività. Significative le testimonianze dolenti quanto serene in cui non c’è odio, non c’è rancore”.
SEZIONE TESTIMONIANZE
MENZIONE D’ONORE SPECIALE
“Nel nome di Dante, sempre!” L’opera e l’impegno di Giuseppe Dorani
di Giovanna Dorani
“L’Autrice nelle note biografiche dedicate al padre, prof. Giuseppe Dorani, così si esprime “Era un cultore di Dante. Con convinzione profonda egli trasmetteva il culto di Dante: Dante Poeta, Dante Patriota, Dante Esule”. Della sua assidua ed appassionata attività di Presidente del Comitato della Dante Alighieri di Pola, dopo un periodo di reggenza, negli anni cruciali del secondo conflitto mondiale e nell’immediato dopoguerra, è testimonianza un documento che attesta il conferimento della Medaglia d’Oro per i suoi “alti meriti”. Il lavoro evidenzia l’impegno profuso da Giuseppe Dorani, sempre animato da “Amor Patrio”, nel corso di una vita operosa dedicata alla diffusione della “Lingua e cultura italiana in nome di Dante”. Dante e l’Italia divennero un binomio inscindibile per la popolazione giuliano-dalmata, anche dopo il sofferto esilio. Ammirevole il suo impegno nel promuovere molteplici iniziative per il risveglio del sentimento nazionale e il suo prodigarsi nell’invitare la Commissione Interalleata d’inchiesta per la Venezia Giulia a riflettere sui versi di Dante riguardanti i confini d’Italia, ribadendo fermamente l’italianità di Pola. Ponderosa l’appendice documentale che riporta la fitta corrispondenza di Giuseppe Dorani in difesa dell’italianità, per la salvezza della Venezia Giulia e gli articoli de “L’Arena di Pola” sui tragici eventi che colpirono la città ed i suoi abitanti. Esule da Pola, raggiunse Verona con la famiglia dove ottenne l’incarico di professore di Lettere italiane e Storia, presso l’Istituto Tecnico A.M. Lorgna che divenne, per sua iniziativa, sede del Comitato della Dante Alighieri di Pola in esilio, fedele al suo compito di testimone oculare per tener viva la memoria dell’Esodo”.
SEZIONE TESTIMONIANZE
MENZIONE D’ONORE SPECIALE
“Maria e le altre”
di Luciana Melon
“I vari racconti formano un mosaico variopinto di persone e luoghi. Si racconta la vita dei “rimasti”, Italiani che per molte ragioni avevano deciso di continuare la loro vita nei luoghi natii. Paesi, case, stanze, oggetti, persone erano quelli della vita di sempre, ma in un clima politico del tutto nuovo e difficile. Noi spesso parliamo di esodo, di esuli, nel libro si parla di istriani rimasti e delle loro storie; dai loro caratteri e sentimenti si può dedurre che furono forse i più coraggiosi. L’umanità, la condivisione dell’Autrice per i lutti e le sofferenze che traspaiono da questi scritti, la condanna per la crudeltà e ottusità dei carnefici valorizzano in modo significativo quest’opera, breve, ma intensa e coinvolgente”.
SEZIONE TESTIMONIANZE
MENZIONE D’ONORE SPECIALE
“Vita a palazzo Silos”
di Annamaria Zennaro Marsi
“L’Autrice racconta la vita degli esuli giuliano-dalmati sistemati a Trieste in un luogo chiamato Silos. Si tratta di un palazzo costruito ai tempi dell’Impero austro-ungarico adibito in origine a deposito di granaglie, ma destinato nell’immediato dopoguerra ad ospitare gli esuli. Si racconta della difficoltà della vita quotidiana, piena di angosce e fra le ristrettezze del sopravvivere. La narrazione prosegue con la descrizione di anime disperate divise tra il desiderio di poter un giorno fare ritorno alle proprie terre e la voglia di guardare avanti verso un futuro migliore”.
SEZIONE TESTIMONIANZE
MENZIONE D’ONORE
“I campi profughi dei giuliano-dalmati a Venezia”
di Alessandro Cuk e Tullio Vallery
SEZIONE TESTIMONIANZE
MENZIONE D’ONORE
“Cuore di bambina” a Fiume nell’anno 1947
di Cristina Scala
SEZIONE TESTIMONIANZE
MENZIONE D’ONORE
“Ventisette maggio. Twenty-seventh of may”
di Iori Matteo
Alla conclusione della Cerimonia è stato offerto un buffet d’intrattenimento agli ospiti, preparato dai Consiglieri e Soci del Comitato ANVGD di Verona con la consueta maestria e molto apprezzato.
Loredana Gioseffi
Presidente della Giuria del Premio Tanzella