Ha letto i suoi versi tra gli applausi del pubblico. Il poeta è Sergio Pacori, nato a Gargaro nel 1933, nella ex provincia di Gorizia, oggi Slovenia. Oltre a “L’esodo” le altre composizioni declamate si intitolano: “Incubi” (sui bombardamenti angloamericani a Gorizia), “Carso” (sui reperti bellici usati dall’artista per le sue sculture), “Oblio” e “Mamma”. Pacori ha letto, inoltre, alcuni brani del suo libro, che si collega alle sue opere precedenti e ha raccontato dell’incontro con la moglie Amelia Valle, esule di Fiume, presente commossa in sala.
L’occasione per l’evento culturale gli è stata fornita da Pia Molina, che ha organizzato l’incontro il 7 luglio 2024 assieme a Rita Pugnetti, presidente dell’Associazione culturale “0.5”, in collaborazione con il Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) e col patrocinio del Club UNESCO di Udine. L’affollato recitativo si è svolto presso il Ristorante “Ai Nove Castelli” di Faedis (UD) alle ore 11, cui è seguito un incontro conviviale. Nella stessa sala si è tenuta la vernice dell’esposizione personale di Sergio Marino, artista di Udine, con varie pitture sul tema degli alpini ed alcuni tondi a tema religioso, o libero.
È stato proprio Sergio Marino ad aprire l’incontro portando i saluti degli organizzatori. La professoressa Renata Capria D’Aronco, presidente del Club UNESCO di Udine, ha elogiato l’iniziativa fondata sullo spirito di pace e di convivenza tra i popoli, mente si ricordano i fatti storici del confine orientale. Un vivo apprezzamento per l’opera di Pacori è stato espresso da Manlio Boccolini, oriundo di Parenzo e consigliere comunale di Cividale del Friuli, che ha portato i saluti della sua Civica amministrazione. “La storia raccontata dal basso – ha detto Boccolini – con persone come questo artista è molto emozionante e ricca di momenti di vita vissuta”.
È intervenuta poi la professoressa Elisabetta Marioni, delegato per le scuole del Comitato Esecutivo dell’ANVGD di Udine, commentando in senso positivo eventi così collegati al territorio e portando pure il saluto di Bruna Zuccolin, presidente del sodalizio. Ha avuto la parola il professor Elio Varutti, dello stesso Comitato Esecutivo, che ha tenuto la relazione introduttiva all’opera e al libro di Pacori. “Per oltre un mese, nel 1943, questo signore – ha detto Varutti – è stato prigioniero dei partigiani titini jugoslavi nei boschi di Tarnova della Selva, oggi “Trnovo”, frazione di Nuova Gorizia, in Slovenia, assieme al fratello e alla mamma, ostetrica, obbligata dai partigiani a curare le ferite dei loro miliziani, prima di portarli nell’ospedale partigiano nelle baracche di Franja”. La vita, le poesie, le prose e le sculture del cavalier Sergio Pacori sono un caso esemplare. Ha un profondo senso etico l’artista che dalle schegge, dal filo spinato e da altri reperti bellici riesce a creare la bellezza delle opere d’arte nel segno della pace tra i popoli. “Pacori a Gorizia, nel 1945 – ha aggiunto Varutti – ha salvato sei soldati italiani dal rastrellamento titino jugoslavo, poi ha consentito al gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine di sviluppare una ricerca sulla foiba di Gargaro, dove furono massacrati dai titini circa ottanta individui, donne incluse”. Tra di esse c’era una professoressa con un nome e cognome che è tutto un programma. Si chiamava Giulia Venezia. Fu sequestrata dai titini. La gente diceva: “I la ga ciapada i s’ciavi e xe sparida. Sarà finida in foiba”. In realtà i titini cercavano, in seguito ad una delazione, sua sorella Marina Venezia (1919-1985), insegnante pure lei. I partigiani chiesero: “C’è la professoressa Venezia?” E Giulia Venezia rispose: “Sì, sono io”. Così la catturarono, la portarono via e non fece più ritorno, mentre sua sorella Marina si salvò dalla retata jugoslava. Anni dopo ricevette una lettera dalla delatrice che, sul punto di morte, tentò di giustificare la vile spiata. L’incipit di quella lettera era: “Delatrice, ma non assassina”. Il relatore ha concluso ricordando che il suocero di Sergio Marino era dalmata e, nel 1943, per sfuggire ai titini, scappò da Lesina verso Bari, divenendo un dirigente d’albergo in Friuli.
È intervenuto, infine, lo scrittore e storico Mauro Tonino, del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. “Devo dire – ha detto Tonino – che il libro di Pacori è scorrevole e tratta la complessa vicenda del confine orientale, tanto che a Gorizia, per esempio, spariscono per mano titina non solo i fascisti, i civili italiani, i carabinieri, ma persino i membri italiani del Comitato di liberazione nazionale, come Augusto Sverzutti, fino alla liberazione dall’oppressone jugoslava del 12 giugno 1945. Altro tema da accennare è che Alvise Savorgnan di Brazzà, capo di stato maggiore partigiano della Divisione Osoppo Friuli”, il primo maggio 1945 andò incontro alla colonna neozelandese che da sud procedeva verso il fiume Tagliamento e la guidò fino all’Isonzo. Incontratosi con il comandante del 13º Corpo d’armata alleato, Harding, da cui dipendevano le unità neozelandesi, lo convinse a dirigersi verso Trieste, già raggiunta dagli jugoslavi
In sala, tra gli altri, erano presenti i seguenti soci dell’ANVGD di Udine: Chiara Dorini, nata a Fiume, l’architetto Franco Pischiutti, Fulvio Pregnolato, la professoressa Daniela Conighi, con avi di Fiume, Pola e Veglia e Alessandro Berghinz, pure in rappresentanza di Casa Savoia in Friuli. ha fatto seguito il pranzo conviviale e le proverbiali cuatro ciacole. In sala erano esposte le bandiere di Fiume (dono del fiumano Carlo C. Montani), dell’Istria (dono di Laura Brussi, esule a Latina) e della Dalmazia (dono di Silvio Cattalini), oltre alla bandiera italiana col cappello alpino disegnato da Sergio Marino. Sul tavolo dei relatori erano in mostra tre sculture di Pacori: la Nascita di Europa, il Ratto di Europa e la Giustizia.
Il libro presentato – Sergio Pacori, Un ragazzo di paese. Ricordi di guerra, memorie di pace, Gorizia, 2024.
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Cenni di riferimento dal web – E. Varutti, La Foiba di Gargaro presso Gorizia, 1944-1945, on line dal 14 marzo 2024 su anvgdud.it
Note – Testi di Marco Birin e Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Mauro Tonino, Bruna Zuccolin, Bruno Bonetti e i professori Elisabetta Marioni, Ezio Cragnolini e Enrico Modotti. Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine e ANVGD di Arezzo. Copertina: Faedis, 7.7.2024 presentazione del libro di Sergio Pacori, il saluto della professoressa Elisabetta Marioni, per l’ANVGD. Fotografie di Fulvio Pregnolato, Pia Molina, Daniela Conighi e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Sito web: https://anvgdud.it/
Fonte: ANVGD Udine – 09/07/2024