Presentato a Gorizia “La patria perduta” di Elio Varutti

È stata Maria Grazia Ziberna, presidente del Comitato Provinciale di Gorizia dell’ANVGD, ad aprire la serata in occasione della presentazione pubblica del libro La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, di Elio Varutti. L’evento si è svolto il 14 marzo 2022 in via Pola, 20 nella sala “don Luciano Manzin”, presso l’oratorio della Madonna della Misericordia, nel quartiere della Campagnuzza, un tempo il “Villaggio dell’esule” di Gorizia, con la partecipazione di oltre 25 interessati. La presentazione è stata organizzata dal Comitato dell’ANVGD di Gorizia in collaborazione con quello di Udine.

In rappresentanza del sindaco Rodolfo Ziberna erano presenti Fabrizio Oreti, assessore comunale alla Cultura e Chiara Gatta, assessore comunale all’Università, Decentramento e Tutela delle identità storico-territoriali, di origini fiumane. Erano presenti pure il consigliere comunale Andrea Tomasella, Paolo Verdoliva presidente della sezione cittadina dell’Associazione Nazionale Alpini (Ana), Maria Rita Cosliani e Brunetta Sirotti, del Direttivo goriziano dell’ANVGD, Gianluigi Martinis e sua moglie Angela Rosita Gori, soci residenti a Medea (GO). La signora Angela, nata nel maggio 1945, non ha mai conosciuto il padre Guerrino, perché è stato deportato durante i 40 giorni dell’occupazione dalle truppe di Tito.  

La professoressa Ziberna ha introdotto l’argomento del volume e l’autore, evidenziando l’accoglienza riservata agli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia nei Centri raccolta profughi (Crp) sparsi per l’Italia, facendo riferimento anche alle Casermette di Gorizia e alla costruzione del Villaggio dell’esule.  

Ha poi parlato la maestra Rosalba Meneghini, delegata agli Eventi dell’ANVGD di Udine. “Porto il saluto di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine – ha detto la maestra Meneghini – e sono lieta della collaborazione con l’ANVGD di Gorizia, che affonda le sue radici nel passato. Allora chiedo all’autore di un libro scritto a Udine: Come mai c’è la collaborazione con ANVGD Arezzo e con quella della Toscana?”  

“Ci siamo messi d’accordo e abbiamo suddiviso le attività di ricerca e di redazione dei testi – ha detto l’autore – devo ringraziare Claudio Ausilio, esule di Fiume e delegato provinciale dell’ANVGD di Arezzo, per le articolate e pazienti ricerche da lui svolte sul territorio; le fotografie qui pubblicate sono state reperite da lui con una serie attenta di contatti con centinaia di profughi e loro discendenti in Italia e all’estero, come Australia, Canada, USA, Brasile, Francia. Il testo è stato scritto da me con la partecipazione di Claudio Ausilio e di Guido Giacometti, dell’ANVGD per la Toscana”.

La Meneghini ha poi chiesto: “Quanti profughi son passati dal Crp di Laterina, in provincia di Arezzo”? – “Oltre 10 mila – ha replicato Varutti – poi si è venuti a sapere che quel sito, dal 1946 al 1963, per ben diciassette anni, ha funzionato come Campo profughi per italiani in fuga dall’Istria, Fiume e Dalmazia, terre assegnate alla Jugoslavia col trattato di pace del 10 febbraio 1947. Sono italiani della patria perduta. Nelle baracche patiscono il freddo e la fame. Tra i più anziani di loro ci fu un alto tasso di suicidi. A Laterina giungono pure alcuni sfollati dalle ex colonie italiane”.

“Come sono stati accolti i profughi? Perché – ha spiegato Rosalba Meneghini – voglio riferire che i miei nonni di Rovigno sono stati tenuti per vario tempo nel sotterraneo del Tempio Ossario, alla fine degli anni ’50, perché volevano svuotare il Centro profughi”. –  “Prima male e poi man mano con tolleranza – ha aggiunto Varutti – si è analizzata la vita quotidiana degli esuli e l’incontro-scontro con la popolazione locale, poi c’era l’alloggio nelle baracche con le coperte appese a dei fili per fare un po’ di intimità fra le varie famiglie, fino alla completa integrazione sociale, mediante qualche matrimonio misto e, soprattutto, col lavoro, la scuola e con l’assegnazione delle case popolari ai profughi tra peripezie varie”.

Altra domanda della maestra Rosalba: “Cosa c’entra Udine col Crp di Laterina”? – “Quasi tutti gli esuli destinati al Crp di Laterina sono transitati per Trieste e per il Centro smistamento profughi di Udine di via Pradamano, che ospitò oltre 100 mila persone – ha detto l’autore – ecco spiegato il legame tra le due località”.

Altra domanda della Meneghini: “Che ruolo ha avuto la Chiesa al Crp di Laterina?” – “Al disagio della vita in baracca – ha concluso Varutti – gli esuli hanno trovato un po’ di conforto nella fede religiosa, partecipando a vari riti, come le processioni, le cresime e le celebrazioni liturgiche. Poi a Laterina c’è stato tanto sport, come il calcio, con campioni tipo Rudi Volk e Alfio Mandich. Voglio infine ringraziare l’editore che ha creduto in questa tematica oltre a Guido Giacometti, dell’ANVGD della Toscana, a Bruna Zuccolin, dell’ANVGD di Udine e Renzo Codarin, presidente nazionale dello stesso sodalizio degli esuli, oltre a Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo”.

Prima della conclusione dei lavori, Giuseppe Capoluongo, dell’ANVGD di Udine, tra l’attenzione dei presenti, ha letto una poesia dedicata alla sua suocera Maria Millia di Rovigno. Dopo alcune domande di approfondimento da parte del pubblico, la presidente Ziberna ha chiuso la riunione, ricordando i successivi impegni culturali della locale ANVGD. Uno dei presenti, alla fine della presentazione ha accennato all’autore di essere stato pure lui dimorante al Crp di Laterina per cinque mesi, prima di trasferirsi con la famiglia a Gorizia. Si tratta del signor Antonio Ostroni, figlio di Illuminato, che si è ritrovato nella descrizione della vita quotidiana al Campo profughi illustrata nella serata. Dall’Elenco alfabetico profughi giuliani, presso l’Archivio del Comune di Laterina, gli Orsoni hanno il fascicolo n. 512 e risultano usciti ‘per emigrazione’ il 7 ottobre 1950, appunto per il Comune di Gorizia.

L’evento ha avuto termine con “quatro ciacole” e una bicchierata al bar-pizzeria “Tobacco Inn” di via del Carso. In tale sede Mario Gatta, figlio di esuli di Fiume, ha raccontato la propria storia dell’esodo a Gorizia con dimora al Campo profughi delle Casermette. “La mia famiglia è uscita da Fiume passando per Trieste, per giungere a Gorizia in piccoli gruppi – ha detto il signor Gatta – prima le donne e i bambini e poi, quando non ce la faceva più anche il babbo, che lavorava al Silurificio. Quando nel libro è stato menzionato il termine ‘cucciolo’ dell’esodo, per indicare i figli dei profughi, come me, mi sono sentito rasserenato, è una parola che esprime un po’ di dolcezza, dopo tutto quello che abbiamo passato”

Note – Progetto e attività di ricerca di: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking di Tulia Hannah Tiervo e E. Varutti. Lettori: Maria Grazia Ziberna (ANVGD di Gorizia), Rosalba Meneghini (ANVGD di Udine) e Sebastiano Pio Zucchiatti. Adesioni al progetto: ANVGD di Arezzo. Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine. Fotografie di Maria Letizia Ziberna e Maria Grazia Ziberna (ANVGD di Gorizia)  e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30.  Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/

Fonte: ANVGD Udine – 16/03/2022

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