Presentato a Grottaglie il libro “Dall’Istria a Taranto per rimanere italiani”

Anche se una caldissima serata, è stata una presentazione partecipata e molto attenta a Grottaglie (in provincia di Taranto) del libro sulla tragedia dei profughi istriani e l’orribile storia delle foibe, nascosta per anni: pagine di storia che finalmente vengono raccontate attraverso la testimonianza di chi nell’immediato dopoguerra fu costretto ad abbandonare tutto perché quella terra non era più loro. “Dall’Istria a Taranto per rimanere italiani” è un libro in cui sono raccolte ricerche e testimonianze sull’esodo giuliano dalmata in Terra ionica scritto dal prof. Vito Fumarola che ha coinvolto i suoi alunni (un po’ di anni prima della sua andata in pensione di docente, del Liceo Tito Livio di Martina Franca con la collaborazione di Alessandra Coletta, esperta archivista.

La serata coordinata dalla giornalista Lilli D’Amicis, curata dal Centro Culturale G. Battista, presidente Ciro Marseglia, in collaborazione con l’Associazione Anteas Grottaglie (Presidente Cosimo Luccarelli) , Oraquadra.info e Maioliche Caretta, dopo i rituali saluti di benvenuto è stata aperta con la proiezione di un filmato in cui sono documentati i vari eventi organizzati dai ragazzi del Liceo Tito Livio di Martina Franca, con anche il gemellaggio  con la Scuola superiore di lingua italiana di Fiume (oggi Rijeka, in Croazia), gemellaggio solennemente celebrato in un incontro svoltosi a Roma nel palazzo di Montecitorio, con la partecipazione dei dirigenti, dei docenti e degli alunni delle due scuole e di autorità politiche e diplomatiche italiane e croate. Non poteva mancare il  bellissimo incontro a Martina Franca con il cantautore Simone Cristicchi che ha avuto il coraggio di portare in scena dopo “Magazzino 18” lo  spettacolo “Esodo” nel 2020 raccontando  la fuga degli italiani d’Istria, che lui stesso definisce, a  evidente ragione, una tragedia vera e dimenticata. Altre belle immagini testimonianza del video hanno dato l’idea dell’importante lavoro fatto dal prof Fumarola che è già al lavoro col suo secondo libro, con il quale  entrerà più nel dettaglio sulle vite di questa gente che ha dovuto lasciare tutto e ricominciare daccapo, alcuni restati nella nostra provincia e altri invece preferirono dopo l’arrivo in Puglia  emigrare in Australia, insomma “un racconto che squarcia i troppi silenzi e omissioni storiche imposti dai vincitori e da chi per ideologia voleva non se ne facesse conto” come scrive l’autore alla fine della prefazione del suo lavoro letterario.

Foto: Vito Miale

Dopo la proiezione del video c’è stata la toccante testimonianza della maestra oltre 90 enne, Marisa Bilucaglia che ha raccontato con tanta evidente e ancora viva sofferenza l’esperienza della fuga di una bimba di 5 anni, le umiliazioni subite dai suoi genitori come tanti altri profughi che trovarono sistemazione tra San Vito Taranto, Ginosa Marina e anche a Grottaglie, dove al momento  lo stesso Fumarola ha puntato l’attenzione e presto avvierà  una ricerca  negli archivi del Palazzo della Città della Ceramica, infatti il presidente Marseglia si è reso disponibile per farsi tramite presso l’ufficio  anagrafe grottagliese  affinché possa fare la ricerca manuale in quanto non esiste digitalizzazione per quel periodo (anni ’50).

Sempre nella serata lo storico  Pierdonato Costa ha fatto un’interessante disamina storica dell’esodo di popolazioni dall’Istria e dalla Dalmazia verso altre regioni italiane, definendolo una triste realtà del dopoguerra, quando migliaia di cittadini di quei luoghi abbandonarono le loro terre e divennero esuli in regioni lontane. Gente ingiustamente insultata come accadde alla stazione di  Bologna dove  fu impedito loro di scendere in stazione mentre venivano “apostrofati” fascisti. Tra le regioni dove vennero accolti   ci fu anche la Puglia, ove giunse una minore (rispetto alle regioni del CentroNord) ma sempre consistente – circa quattromila – quota di profughi, suddivisi tra Bari e provincia (nel capoluogo fu creato un piccolo quartiere di case popolari, il Villaggio Trieste, nei pressi della Fiera del Levante e dello Stadio della Vittoria), Brindisi (ove, tra gli altri, giunse, ragazzo, il poi celebre cantautore Sergio Endrigo), la zona garganica, in particolare Vieste (privilegiata da alcuni nostalgici perché affacciata sullo stesso mare dell’Istria, l’Adriatico) e infine Taranto, città scelta da molti perché sede, come la natia Pola, di un grande Arsenale militare. Dei profughi giunti a Taranto il volume riporta l’elenco – ricavato dagli Atti della Prefettura di Taranto trasmessi al Ministero degli Interni nel 1950 e conservati presso il locale Archivio di Stato – con le generalità, la provenienza e l’attività svolta: sono 989 nomi per il capoluogo e 123 per i Comuni della provincia.

Foto: Vito Miale

Questa serata ha contribuito all’apertura in atto sin dal 2019 (anno pubblicazione del libro) di  un capitolo di confronto, discussione e testimonianze, si perché grazie al lavoro di ricerca e raccolta del prof Fumarola resterà traccia  delle testimonianze dirette degli stessi profughi, quei pochi ancora in vita,  testimonianze raccolte dagli  stessi studenti del Liceo Tito Livio i quali  hanno saputo indurre gli intervistati, ormai molto anziani, a raccontare i loro ricordi personali, le loro esperienze di vita quotidiana, le loro ansie, le loro speranze di allora. Sono emerse così non solo le difficili condizioni di vita, la precarietà economica, le incerte prospettive di inserimento nel mondo del lavoro, ma anche l’indomita energia degli esuli nell’affrontare nuove realtà, lavorative e sociali.

Con questa originale ricerca  nata nella scuola,  frutto di un intenso lavoro scolastico, per cui appaiono significative, per la sintesi che svolgono e il messaggio che trasmettono ai giovani, le parole del preside Giovangualberto Carducci che, anche in qualità di Presidente della sezione di Taranto della Società di Storia Patria per la Puglia, così termina la sua introduzione: “Questo libro, mentre ferma sulla carta stampata la memoria e la sofferenza esistenziale di tanti italiani costretti a fuggire dalla loro terra natia, suggella il percorso formativo avviato all’interno del Tito Livio dal prof. Vito Fumarola su foibe ed esuli dalmato–istriano–fiumani e lo consegna a numerose altre generazioni di giovani perché, attraverso la conoscenza di quella drammatica vicenda storica, sempre più sviluppino il loro pensiero critico”.

Quel pensiero critico, che è frutto di serietà e di impegno, valori che, come scrive l’autore nella bella e sentita dedica ai suoi genitori devono “trasmettere fiducia e speranza nel cammino pur impervio dell’esistenza”.

La serata è stata  allietata in chiusura, con una degustazione del Brandisio Dolce e del Passito  delle Cantina Oreste Tombolini, vitivinicultore di primitivo “dalla qualità senza ritocchi”, accompagnata dai fragranti prodotti offerti da “Il mio Fornaio Pasticcere”, con un piatto di pasta fredda alla crudaiola offerta da mamma “Ciodda Caretta”.

Fonte: Oraquadra – 13/07/2024

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.