Molto interesse c’è stato per l’appuntamento del 22 maggio 2024 alle ore 18 presso la Biblioteca Civica “V. Joppi”, Sezione Moderna, Palazzo Bartolini, in Piazza Guglielmo Marconi, 8 a Udine. C’era la presentazione del libro di Paolo Stendardo “Il regio esercito nell’Adriatico Nord-Orientale 1920-1940. Storie dimenticate di soldati e genti di confine”, Luglio editore.
Erano presenti, oltre ad alcuni soci del Comitato provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e ad un attento pubblico, la direttrice della biblioteca civica “V. Joppi” dottoressa Cristina Marsili, che ha introdotto l’incontro e l’ex direttore dottor Romano Vecchiet. È intervenuta a portare il saluto del sodalizio Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine. Bruno Bonetti, vicepresidente della medesima associazione ha presentato l’autore dialogando con lui sui temi affrontati nel libro.
Sinossi del volume – Con il Trattato di Rapallo, che nel novembre 1920 sanciva i limiti della frontiera con il Regno dei Serbi Croati e Sloveni, l’Italia consolidò la propria presenza armata nei nuovi territori della Venezia Giulia che allora includeva la penisola istriana mentre il resto della Dalmazia, tranne Zara e alcune isole, dovette essere evacuata dai nostri militari; assieme ad essi, se ne andarono migliaia di italiani ivi residenti – così si legge in un comunicato stampa del Comune di Trieste del 2023.
L’esodo dei Dalmati italiani del dopo Rapallo è oggi caduto nell’oblio, ma proprio per questo il libro lo rievoca nella sua drammaticità, mettendo in risalto il contributo che soldati, carabinieri e marinai diedero per portarlo a termine fornendo supporto ai civili sia nei trasferimenti verso i punti di imbarco che nel raggiungimento dei luoghi prescelti per una nuova vita a Zara, Trieste, Pola, Ancona e Bari, tra le altre.
L’opera prende il via dai festeggiamenti a Trieste per l’annessione della Venezia Giulia al Regno d’Italia per proseguire nel difficile percorso che, dopo la parentesi dannunziana, dello Stato libero e commissariamenti successivi porterà, nel 1924, alle celebrazioni solenni a Fiume per la sua unione alla Madrepatria.
Trascorsi gli anni turbolenti del primo Dopoguerra in cui i militari furono pesantemente coinvolti in attività di ordine pubblico per le vicende che portarono poi all’avvento del fascismo, la narrazione si concentra sulle trasformazioni ordinative del Regio Esercito nella seconda metà degli Anni Venti e gli effetti che queste ebbero sulla dislocazione delle truppe sul territorio.
Per i soldati della Venezia Giulia e Zara il Ventennio fu denso di addestramenti e sperimentazioni di nuove dottrine di impiego a fronte di molteplici riordini dell’apparato militare. La costituzione nel 1934 della Guardia alla Frontiera, Corpo ad hoc cui fu devoluta la sicurezza dei confini, consentì di svincolare da tale compito molte unità del Regio Esercito che divennero disponibili per impieghi fuori dal territorio nazionale. Nel testo, ove possibile, la mera elencazione dei fatti viene stemperata con articoli di quotidiani e resoconti dei militari stessi dando risalto al ruolo delle famiglie nella vita di guarnigione. Molte località oggi appartenenti ad altre nazioni vengono citate nella dizione in italiano dell’epoca.
Il libro in realtà non si ferma all’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 ma guarda oltre, concludendosi con una bottiglia ritrovata in mare con il messaggio di un marinaio dell’incrociatore “Fiume” affondato nel 1941 a Capo Matapan, che racchiude in sé tutta la tragedia di un conflitto che non si poteva vincere ed anticipa quella delle popolazioni delle terre orientali che di lì, a pochi anni, avrebbero perduto tutto perché i soldati che avrebbero dovuto difenderle non c’erano più.
Essenziale è stato il supporto dell’Archivio Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, prezioso il contributo di altri enti ed associazioni quali l’Unione degli Istriani di Trieste e l’Archivio Museo Storico di Fiume a Roma. Il testo è corredato da immagini inedite provenienti da collezione privata, piante di città e carte geografiche per consentire al lettore di visualizzare personaggi e luoghi.
In apposita sezione sono riportate foto delle ex caserme italiane così come oggi si presentano, ritrovate dopo ottant’anni grazie ad una meticolosa ricerca che ha richiesto il confronto di carte stradali e catastali d’epoca con quelle attuali, congiunta a ricognizioni svolte in prima persona dall’autore in territorio sloveno e croato per verificare, riflettere e comprendere.
Biografia dell’autore – Paolo Stendardo è nato a Trieste nel 1958, rientrandovi al termine della carriera militare. Nato nel rione di San Giacomo e cresciuto in quello di Servola, a 19 anni, conseguita la maturità scientifica presso il Liceo “G. Galilei”, è entrato nell’Accademia Militare di Modena, divenendo Ufficiale dei Bersaglieri. Esperto in lingua inglese e tedesca, ha ricoperto numerosi incarichi all’estero sia presso comandi multinazionali (Germania e Usa), sia in operazioni in aree di crisi. È stato Addetto Militare presso l’Ambasciata Italiana a Vienna e ha terminato il servizio nel grado di Generale di Brigata. Laureato in Scienze Strategiche e in Scienze Internazionali e Diplomatiche, è insignito della “Grosse Silberne Ehrenzeichen” (Commendatore) della Repubblica Austriaca. Nel Centenario della fine della Grande Guerra ha scritto il libro “Le Piume, la Corsa, il Tricolore”, pubblicato da Luglio Editore.
Il libro presentato – Paolo Stendardo, Il Regio Esercito nell’Adriatico Nord-Orientale 1920-1940. Storie di soldati e genti di confine, Luglio Editore, Trieste 2023.
Cenni bibliografici – Consegnato al sindaco Dipiazza il libro “Il Regio Esercito nell’Adriatico nord-orientale 1920-1940. Storie dimenticate di soldati e genti di confine” del Generale dei Bersaglieri della Riserva Paolo Stendardo, on line dal 7 dicembre 2023 su www.comune.trieste.it
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Progetto e testi di Bruno Bonetti. Networking di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Lettori: Bruna Zuccolin, Bruno Bonetti (ANVGD di Udine) i professori Ezio Cragnolini e Enrico Modotti. Adesioni al progetto: Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine. Copertina: Bruna Zuccolin porta il saluto dell’ANVGD all’evento in Biblioteca Civica a Udine. Fotografie della collezione di Bruno Bonetti. Ricerche per il blog presso l’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Sito web: https://anvgdud.it/
Fonte: ANVGD Udine – 04/06/2024