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Prodi a Gorizia: il futuro nella collaborazione (Il Piccolo 16 ott)

di FRANCESCO FAIN

GORIZIA «Quella che sto provando è un’emozione fortissima. Non ero mai tornato alla Transalpina dopo quella notte. Qui, mi sento fra amici».

Sorrisi, strette di mano e foto, tante foto. È stata una sorta di ”rimpatriata” quella di Romano Prodi nel piazzale della Transalpina. In tanti (un centinaio di persone) lo hanno atteso, in tanti hanno voluto scambiare con lui qualche parola. «Ci sono stati problemi e tensioni nel percorso che ha portato all’allargamento a Est dell’Unione europea ma questo è un meraviglioso processo irreversibile. E Gorizia e Nova Gorica sono il simbolo della collaborazione: collaborazione che deve continuare ed affinarsi», le sue parole. Da Prodi è arrivato un forte invito a credere nella cooperazione, «perché questo deve essere il futuro di quest’area». Nessun cenno all’assenza del sindaco di Gorizia Romoli. Più di qualche considerazione Prodi l’ha riservata invece al Gruppo europeo di collaborazione territoriale (Gect) che dovrebbe cementare e rendere più concreta la collaborazione transfrontaliera. «Il Gect è uno strumento eccezionale ma deve essere supportato dai finanziamenti. Senza mezzi e senza soldi non si va da nessuna parte». L’assessore Pettarin gli ha consegnato tutta la documentazione relativa al nuovo organismo. Prodi sfrutterà i suoi buoni uffici con l’Unione europea per dare ulteriore slancio al progetto.

Ma la sua visita è stata soprattutto una festa. E, per un giorno, Vittorio Brancati è tornato ad essere il sindaco della città. Ha seguito come un’ombra Prodi, ha scherzato assieme a lui («Potresti candidarti sindaco a Nova Gorica»), ha ricordato «la splendida notte di sei anni fa» assieme ai sindaci di Nova Gorica Mirko Brulc e di San Pietro Vertojba Dragan Valencic. E il Comune di Gorizia? Era rappresentato, come annunciato, dall’assessore comunale Guido Germano Pettarin. Per larga parte della visita alla Transalpina, è rimasto in una posizione defilata. Tant’è che, ad un certo punto, Brancati l’ha chiamato con grinta per una foto (Pettarin! Vieni qua!). «Io defilato? Ma non è vero», la spiegazione dell’assessore inviato da Romoli in altre faccende affaccendato. Gherghetta, invece, è giunto in ritardo ma il suo arrivo è stato particolarmente rumoroso («Avevo una riunione importante») e si è fiondato verso Prodi.

Non sono mancati gli episodi simpatici. Una donna slovena ha donato all’ex presidente del Consiglio una fotografia che lo ritrae in bicicletta con equipaggiamento da perfetto ciclista. Dicono sia stata scattata nella zona del Rafut sei anni fa, durante una libera uscita dell’allora presidente della Commissione europea ma non è stato possibile verificare la notizia. Poco prima di andarsene, Prodi è stato avvicinato da quello che si è autodefinito «un povero ferroviere sloveno». E prontamente è stata scattata la foto.

Infine, la battuta di Brulc: «Speriamo di rivederci. Qui la gente la ama». Pronta la risposta di Prodi: «No, non tutti mi amano». Che al Comune di Gorizia a più di qualcuno stiano fischiando le orecchie?

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