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“Il Piccolo” ricostruisce la morte di Licia Cossetto – 07ott13

È morta nel 70.o anniversario dell’uccisione di sua sorella, mentre stava arrivando a Trieste e in Istria per celebrare la tragica ricorrenza. Licia Cossetto, sorella minore di Norma, barbaramente uccisa dai partigiani anti-italiani dopo violenze e torture il 5 ottobre ’43, ha avuto un malore fatale ieri mattina verso le 11. L’anziana, 90 anni, si è sentita male durante la sosta in un autogrill lungo l’autostrada che dal Novarese, dove viveva, l’avrebbe condotta nel capoluogo giuliano. Doveva partecipare all’annuale ricordo di Norma, Medaglia d’oro al merito civile, alla base della stele in via Capodistria, dove si è tenuta una commemorazione più affollata del solito. Familiari ed esuli sono giunti fino dall’Australia e dal Canada per onorare l’anniversario.

«Siamo scese dall’auto – racconta sconvolta Rossana Mondoni, biografa di Norma Cossetto – e Licia ha avuto un mancamento, così, all’improvviso. I soccorsi sono stati tempestivi ma non c’è stato nulla da fare». L’insegnante ha proseguito, per non mancare all’appuntamento morale che l’attendeva a Trieste, mentre la salma di Licia Cossetto sarà ricomposta a Ghemme (No), dove risiedeva e dove sarà sepolta. «No, non doveva succedere proprio oggi, il giorno del massacro» si sfoga turbata la cugina Erminia Dionis Bernobi. Le attendeva. «Appena ho saputo – continua – ho fatto suonare le campane dal parroco del nostro paese in Istria, Santa Domenica di Visinada. Le aspettavo a pranzo. Con Licia ero molto legata, anche io ho rischiato la foiba. All’epoca dell’eccidio avevo 15 anni; lui mi ha minacciata qualora avessi rivelato il suo nome e così mi mandarono in salvo a Trieste, da una zia».

«Non smise mai di chiedere a gran voce un giusto riconoscimento per tutti gli istriani, fiumani e dalmati e naturalmente per la sorella Norma, seviziata, uccisa e infoibata da una banda di titini» ricorda nel cordoglio e nella commozione l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. «Ricevette – dichiara il presidente Antonio Ballarin – dal Presidente Ciampi la Medaglia d’oro per Norma, con la motivazione: “Giovane studentessa istriana… imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di Amor patrio”. La figura e l’esempio della signora Licia, instancabile testimone del martirio della sorella Norma e del padre Giuseppe, restano e resteranno impressi indelebilmente nei cuori e nello spirito degli esuli». Gli stessi sentimenti espressi dagli esponenti di tutte le associazioni. «In un anno sono mancati Ottavio Missoni, Maria Pasquinelli, altri e ora Licia Cossetto, testimoni di un mondo che il tempo sta dissolvendo ma che non dimentica, anche grazie al testimone consegnato alle nuove generazioni» spiega Renzo Codarin.

Pier Paolo Garofalo su Il Piccolo del 6 ottobre 2013

 

 

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