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Quei «residenti storici» che fanno la qualità (Voce del Popolo 14dic12)

Celebrando il 65.esimo anniversario della sua fondazione, la Comunità degli Italiani di Buie ha voluto rendere omaggio a uno dei suoi attivisti più rappresentativi: Claudio Ugussi. Noto pittore e affermato poeta, scrittore, è tornato in libreria di recente per i tipi dell’EDIT di Fiume – Collana “Altre lettere italiane”, numero 26 –, con “Il nido di pietra”. L’opera è stata presentata l’altra sera alla CI buiese da Silvio Forza, direttore della casa editrice fiumana, e dalla giornalista e traduttrice Elis Geromella Barbalich, che ha curato la pubblicazione.
Precisa ed esaustiva l’analisi fornita dalla Geromella Barbalich, che nel descrivere i testi di Ugussi ha ripreso una parola arcaica: “restanza”, vocabolo antico, oggi in disuso, che in origine significava “resto”, “avanzo”. E a proposito ha citato l’antropologo Vito Teti, docente all’Università della Calabria, che ha scelto la parola “restanza” per definire il fenomeno contrario all’emigrazione dal Meridione d’Italia. Da qui il paragone con Ugussi, che è stato spesso definito un “esule mai partito”. Il diretto interessato ha precisato: “restanza” non è forse la parola più adatta; meglio definire i rimasti dei “residenti storici”, vale a dire coloro che hanno popolato questa terra anche dopo l’esodo, costruendone una grande fetta di società.

 

E di una presenza culturale ineludibile, portatrice di civiltà. Da qui anche l’idea, realizzata da Silvio Forza, di un progetto editoriale di recupero di tale eredità, valorizzando appunto quegli autori italiani dell’Istria e del Quarnero cui è dedicata la collana “Altre lettere italiane”. “Ci sono ancora tantissimi scritti, racconti, poesie, testi di ogni genere, sparsi in giro per pubblicazioni, antologie e riviste, che non possono essere vendute e quindi diffuse come meriterebbero, perché facenti parte di edizioni non commerciali”, ha commentato con rammarico Forza, ribadendo il suo impegno al fine di ovviare a tale stato di cose. Quello di Claudio Ugussi è, per certi aspetti, un caso paradigmatico. Infatti, dal 1963 a oggi suoi lavori sono usciti per conto di diversi editori. Basti ricordare “Gli ulivi”, breve raccolta di poesie edita da Palombi (Roma), o il romanzo “La città divisa” (1991), che parla dell’esodo da Pola, nonché la prima edizione de “Il nido di pietra” (entrambi per la Campanotto Editore di Udine, rispettivamente nel 1991 e nel 1994). Quest’ultimi due libri sono stati tradotti in croato dalla “Durieux” di Zagabria, nel 2002 e nel 2005. L’EDIT è riuscita nel frattempo a inserire nel proprio catalogo sia “La città divisa” (2011) sia “Il nido di pietra” (2012). Quest’ultimo ha visto la sua riedizione in una versione leggermente ritoccata nei titoli da Elis Geromella Barbalich.

 

Sono nove racconti, più alcune liriche, prese dal diario di bordo della “Felonega” (barca con la quale l’autore ha navigato, agli inizi degli anni ‘90, da Salvore alla Dalmazia); “Acquarello veneziano” e “Per una fuga di Bach”, degli inediti, assieme a “Il pittore”, formano il terzo dei quattro gruppi tematici individuati dalla curatrice. “Irrisolte inquietudini” è invece il primo e contiene, tanto per citarne uno, “Sei figlie aveva Obi”, storia di un uomo semplice e onesto al quale i conti della vita non tornano. Subito dopo la guerra accoglie con entusiasmo il regime jugoslavo, che promette lavoro e giustizia per tutti, regala la sua terra per la causa, ma si ritrova a fare lo spazzino comunale. Quando esoda a Trieste, perché pressato dalle figlie e dalla consorte, lo attendono ancora derive e una tragica fine.

 

Poi si passa a “Reale, surreale, assurdo”, nel quale è pure inserito il racconto lungo che dà il nome alla pubblicazione, “Il nido di pietra”, ossia un’immagine per la conchiglia dei gasteropodi, un nido che simboleggia la barriera psicologica che i protagonisti, il professor Dapas e il suo amico Davor, hanno cercato lungo la loro vita di erigersi attorno. Una sorta di “scudo per le incongruenze del mondo e per le efferatezze ideologiche, che invece puntualmente li raggiungono”. Alcuni passi del libro sono stati letti da Jessica Acquavita; la storia di Obi ha particolarmente commosso diversi connazionali in sala. Alla fine della serata Forza ha promesso a Ugussi e alla platea una prossima pubblicazione di sue poesie.

 

Daniele Kovačić

“la Voce del Popolo” 14 dicembre 2012

 

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