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”Quei quadri non devono lasciare l’Italia” (Il Piccolo 26 gen)

«I quadri istriani non debbono lasciare l'Italia. Se fossero esposti in Slovenia, inevitabilmente qualsiasi giudice potrebbe avviare un'azione legale, e quindi si innescherebbe un contenzioso che non troverebbe soluzione per un lunghissimo tempo». Il sindaco Roberto Dipiazza interviene così nella vivace polemica sorta attorno alle tele portate via dall’Istria prima della guerra, polemica nata dopo la richiesta che la Slovenia ha avanzato a Roma per la restituzione dei quadri, fra i quali figurano opere del Carpaccio e del Tiepolo.

Ricordando che le opere sono custodite ed esposte nel Museo Sartorio, con riguardo alle relazioni con la Slovenia il sindaco osserva poi che «abbiamo compiuto in quest’ultimo anno un percorso importante nei rapporti con Lubiana, come è stato dimostrato dal concerto di Muti e dal recente incontro al Quirinale con i due presidenti. La richiesta di far ritornare le opere in Slovenia – sottolinea – va invece nel senso opposto, dal momento che offre il fianco a chi vorrebbe, da una parte e dall'altra, far ritornare indietro le lancette del tempo».

Secondo il primo cittadino, quei quadri «sono una testimonianza che non può essere scissa dal dramma dell'esodo e proprio per questo meritano una tutela particolare. Per una forma di rispetto verso tutti gli esuli istriani e dalmati, che hanno pagato in prima persona la sconfitta dell'Italia nella seconda guerra mondiale».

Sulla questione e su quanto affermato in questi giorni, interviene anche l'on. Lucio Toth, vicepresidente della FederEsuli e presidente dell’Anvgd. «Le dichiarazioni a ”Il Piccolo” di Vittorio Sgarbi e del soprintendente Giangiacomo Martines, con i quali siamo in continuo contatto, come con il ministero degli Esteri – dichiara Toth – esprimono pienamente la posizione italiana sulle opere d'arte istriane, del tutto conforme a quella sempre indicata dalla Federazione delle associazioni degli esuli e dall’Anvgd in particolare, che ha portato le opere a Trieste, organizzando qualche anno fa con la Soprintendenza e il Consiglio dei ministri la mostra ”Histria”. E’ stata un'operazione di cui siamo orgogliosi, e che ha incontrato il plauso delle autorità civili e religiose del capoluogo giuliano».

Per risolvere la questione Toth invita quindi a far presto e ad esporre i quadri «definitivamente in un luogo significativo. In un clima di amicizia e di stretta collaborazione culturale – osserva – i primi a fruirne saranno certamente gli studiosi e gli studenti sloveni, per conoscere e approfondire un patrimonio comune di arte e di civiltà. Questi i fatti – conclude –. Il resto è fumo».

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