di Dario Ricci
Quella che vi raccontiamo oggi è una storia che lega passato e futuro intorno a un campo di calcio, intorno a una squadra di calcio dalla maglia amaranto scomparsa più di sessanta anni fa e che ora prova a rinascere, grazie all'impegno di alcuni innamorati del pallone.
Era il 30 ottobre 1944 quando Sergio Vatta, l'allenatore di calcio che per 14 anni ha guidato le giovanili del Torino formando una delle più forti squadre Primavera della storia del nostro football, abbandonava la sua città, Zara, allora italiana, assediata dai partigiani del generale Tito. Mesi di bombardamenti avevano prodotto il loro effetto.
Impossibile cancellare dalla memoria quel 30 ottobre 1944, che univa il destino dei Vatta a quello di altri 350mila italiani costretti a fuggire dall'Istria e dalla Dalmazia
Iniziava così un pellegrinaggio lungo 12 anni, da Zara, a Fiume, a Trieste, poi Udine, Padova, Mantova, fino a Torino, attraverso i tanti campi profughi che ospitavano gli esuli dalmati e istriani. E proprio nei campi Sergio, e suo fratello Antonio, sentono parlare della Fiumana. «Ma te la ricordi la Fiumana, e tu l'hai vista giocare?». Così si dicevano gli uomini incontrandosi, ricordando i tempi felici cancellati dall'esodo, e quella quadra di calcio, l'Unione Sportiva Fiumana, nata nel 1926 e che fino al 1943 avea riunito il tifo e la passione degli italiani d'Istria e Dalmazia.
Maglia amaranto, uno stadio da favola, undici ragazzi che rincorrono un pallone, ricorda Antonio Vatta, fratello di Sergio e oggi presidente della Consulta piemontese degli esuli di Venezia Giulia e Dalmazia: «Era una squadra che riuniva tutti gli italiani, e che ha fatto crescere campioni come Ezio Loik, poi "motore" del Grande Torino, o quel Volk che fu capocannoniere della A con la maglia della Roma».
Del resto la storia della Fiumana si inseriva nella cultura di una città che ha regalato all'Italia campioni in tutte le discipline.
L'idea, il sogno, la splendida pazzia dei fratelli Vatta infatti è proprio quella. Perché, a più di sessantanni dalla sua ultima partita, non far tornare il vita la Fiumana, con nuovi giocatori, nuove speranze di gol, vittorie, partite, ma con quella stessa indimenticabile maglia amaranto? L'obiettivo è tornare a giocare in quella stessa serie C che ospitò la Fiumana in quel lontano 1942/43. I primi passi sono già stati fatti. Oggi Fiume è in terra croata, ma Torino e il campo di Parco Ruffini sarebbero già pronte ad ospitare la rinata Fiumana
Intanto Sergio Vatta ha già ricevuto un fax: monito e impegno del calcio italiano per far rinascere un sogno. È la risposta del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, che ha già istituito un gruppo di studio per mettere a punto il progetto di rinascita della Fiumana. Perché in fondo basterebbe qualche calcio a un pallone, per rivedere in campo quelle maglie amaranto e lenire la ferita del destino.