FIUME Grande e immediato interesse ha destato a Ragusa (Dubrovnik) la notizia pervenuta tramite l'Ambasciata croata di Ankara sulla scoperta di quella che sarebbe stata la tomba in cui, dopo il martirio, venne inizialmente tumulato il corpo di San Biagio, venerato patrono della città dalmata (ma anche di numerose località in Italia). La scoperta viene attribuita a due archeologi dell’università di Sivas, l’antica Sebaste (la romanica Sebastea), nell’Armenia turca.
A individuare il luogo della prima sepoltura del corpo del Santo sarebbe stata un èquipe di ricercatori guidata dagli archeologi Erdal Eser e Turgay Yazar, che avrebbero informato le autorità locali. Da queste la notizia sarebbe risalita fino alla rappresentanza diplomatica croata ad Ankara, per arrivare in questi giorni all’ufficio del sindaco di Ragusa, Dubravka Suica. I due archeologi dell’Università di Sivas sono stati già invitati a soggiornare nella città dalmata e il loro arrivo è stato fissato per il 17 marzo. Il 3 febbraio, intanto, Ragusa si appresta a celebrare per la 1037esima volta la festa del suo Santo patrono. Leggenda vuole che fosse apparso in sogno a un alto dignitario locale nella notte fra il 2 e il 3 febbraio del 971 per metterlo in guardia dell’imminente arrivo della flotta veneziana, che intendeva attaccare e occupare la città. La flotta della Serenissima comparve alla fonda nel braccio di mare tra l’abitato di Ragusa e l’antistante isolotto di Lacroma (Lokrum), ma l’attacco fu sventato e dall’anno successivo S.Biagio venne celebrato come protettore della Repubblica ragusea. Da quanto si è appreso, la tomba in cui venne inizialmente sepolto San Biagio sarebbe stata individuata in una zona centrale di Sivas, nel sito di un’antica cattedrale e dove sono in corso da tempo prospezioni archeologiche. San Biagio, o S.Biagio di Sebaste, visse tra il III e IV secolo. Era vescovo e medico della sua città.
Imprigionato per essersi rifiutato di rinnegare la sua fede cristiana, venne imprigionato dai Romani e da questi sottoposto a supplizio e infine decapitato nel 317 (meno di tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell’Impero Romano). Il corpo venne inizialmente sepolto nella cattedrale di Sebaste. Nel 732 le spoglie vennero imbarcate per essere trasferite a Roma ma una burrasca interruppe il viaggio per mare. Frammenti delle sue reliquie vengono custoditi e venerati in varie località d’Italia. Secondo la tradizione, nella dalmata Ragusa se ne conserva il cranio in un ricco reliquiario a forma di corona bizantina, che viene portato solennemente in processione ogni anno durante la festa patronale.
(f.r.)