“Quando il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto (Giovanni 12:24) così San Vito muore per dare la fede agli altri”. Questo il messaggio di mons. Eugenio Ravignani, Vescovo di Trieste, pronunciato ieri mattina alla tradizionale Santa Messa in italiano, officiata nella gremitissima Cattedrale di San Vito.
Tra i numerosi fedeli fiumani, legati profondamente alla celebrazione del martirio dei SS Vito, Modesto e Crescenzia, presenti anche il Console Fulvio Rustico, mons. Egidio Crisman, Roberto Palisca e Mauro Graziani, rispettivamente presidente dell’Esecutivo e vicepresidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Orietta Marot, presidente del Consiglio della minoranza nazionale italiana della Regione litoraneo-montana e direttrice finanziaria dell’Unione Italiana, i rappresentanti della Società di Studi Fiumani di Roma e del Libero Comune di Fiume in esilio, come pure numerosi esuli, giunti in città per festeggiare il Santo Patrono.
A contribuire alla creazione di un'atmosfera solenne è stato il coro Fedeli Fiumani, che ha cantato gli inni sacri e, al termine della funzione, due canti popolari legati alla tradizione fiumana.
Monsignor Ravignani, nell’omelia, ha esortato i giovani “a persistere nel coraggio e in un leale confronto, per combattere il degrado morale della società odierna”. Riferendosi al martirio di San Vito, lo ha paragonato a quello di San Giusto, entrambi vittime della persecuzione di Diocleziano e martirizzati a causa della non abiurata fede in Cristo.
Ringraziando l’arcivescovo di Fiume, Ivan Devčić, per averlo invitato a celebrare la funzione per i fedeli di lingua italiana, il vescovo di Trieste ha voluto ricordare l'anno Eucaristico dell'Arcidiocesi fiumana come una fonte di unità e impegno verso i bisognosi. “Dall'Eucaristia, il cristiano attinge la forza per continuare il suo cammino in Cristo”, ha concluso mons. Ravignani.
Ad omaggiare l'alto prelato, con disegni raffiguranti il Santo Patrono, sono stati i bambini del gruppo “Cuoricini”, dell'asilo d'infanzia “Zvonimir Cviić”.
Viviana Car