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Referendum: Ancarano, distacco da Capodistria (Il Piccolo 10 nov)

CAPODISTRIA ”Sì” alla costituzione del nuovo Comune di Ancarano, ”No” alla divisione di Capodistria in quattro Comuni più piccoli: si sono conclusi secondo le previsioni della vigilia i due referendum consultivi svoltisi domenica nel comune Città di Capodistria. La prossima mossa spetta ora al Parlamento, che dovrebbe tenere conto della volontà popolare e votare prossimamente la nascita del Comune di Ancarano.

Se non ci saranno imprevisti, le elezioni per la nuova municipalità si svolgeranno nell'autunno del 2010, in concomitanza con il voto nel resto della Slovenia e la prima amministrazione comunale della località assumerà l'incarico nel mese di gennaio 2011. Vediamo più da vicino risultati e affluenza alle urne dei due referendum. L'interesse più grande si è registrato ovviamente ad Ancarano, dove ha votato il 64,3% degli aventi diritto, 1.724 elettori su 2.681. I favorevoli al nuovo Ente locale sono stati il 56,1%, i contrari il 43,9. Ben più bassa l'affluenza degli elettori e nettissimo il ”No” allo smantellamento dell'attuale Comune di Capodistria nelle quattro cricoscrizioni che, in caso della vittoria del ”Sì”, sarebbero diventate Comuni a se stanti: a ”Capodistria città” ha votato il 26,5% degli elettori (88,4% i contrari alla divisione), a ”Scoffie–Crevatini” l'affluenza è stata del 32,9% (91,7% i »no«), a ”Maresego–Monte di Capodistria” si è espresso il 38,3% dei votanti (94,3% i contrari alla divisione) e a ”Villa Decani” si sono recati alle urne il 47,9% degli elettori (93,4% i ”No”).

Complessivamente, hanno votato 12.382 elettori su 42.479 aventi diritto, pari al 30%. Soddisfazione ad Ancarano. Il promotore dell'iniziativa referendaria Gregor Strmcnik, si è detto convinto che ora ci saranno le condizioni per proteggere l'abitato dalla cementificazione selvaggia: «Potremo dedicare più attenzione a valorizzare le nostre risorse». Per i partiti del centrosinistra, la decisione degli abitanti di Ancarano di separarsi da Capodistria rappresenta un duro colpo per il sindaco Boris Popovic, un autentico schiaffo al suo modo di gestire il Comune, «che porta necessariamente al conflitto», come evidenziato dal deputato socialdemocratico Luka Juri. Per Barbara Verdnik, di Zares, dopo questo smacco Popovic dovrebbe dimettersi. Il sindaco, ieri assente per altri impegni, non ha ancora fatto commenti. Gli è andata comunque bene con l'altro referendum, quello sulla divisione di Capodistria in quattro Comuni minori. La necessità di dividere Capodistria in unità amministrative più piccole è stata sottolineata più di 10 anni fa anche dalla Corte costituzionale slovena ma questa è stata ormai la quarta volta che gli abitanti hanno espresso la volontà di mantenere un Comune unico. Tornando al ”Sì” referendario di Ancarano, il promotore del distacco Strmcnik ha voluto tranquilizzare anche la Comunità italiana, preoccupata per il futuro della propria rappresentanza negli organismi della nuova municipalità. «Ancarano è un abitato plurinazionale – ha dichiarato Strmcnik – e deve diventera un esempio del rispetto dei diritti della Comunità italiana». Le istituzioni della minoranza, alla vigilia, si erano dichiarate contrarie a entrambe le ipotesi di divisione, sia quella che riguardava l'intero comune di Capodistria, sia quella relativa al distacco dell'abitato di Ancarano.

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