La Chiesa cattolica confida in una soluzione equa per il problema legato alla restituzione dei beni confiscati dal regime comunista jugoslavo. I rappresentanti della Conferenza episcopale croata (HBK) in seno alla Commissione mista Stato-Chiesa per la restituzione dei beni hanno rilevato la necessità di stabilire le linee guida prioritarie al fine di agevolare la chiusura dei problemi aperti, connessi alla tematica trattata dall’organo bilaterale.
All’incontro hanno preso parte il cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria e responsabile della Commissione episcopale per i rapporti con lo Stato, il vicepresidente della Commissione mista Stato-Chiesa, mons. Fabijan Svalina, il segretario generale della HBK, mons. Enco Rodinis, mons. Ivan Hren, il reverendo, Ivica Žuljević, il rappresentante degli ordini religiosi, padre Kristijan Dragan Rajič, Zvjezdana Znidarčić e Nikola Matijević. Nel corso dell’incontro è stato analizzato il lavoro svolto fino ad ora e abbozzato un elenco dei possibili temi da affrontare in futuro in seno alla Commissione mista.
Il patrimonio immobiliare sottratto alla Chiesa cattolica in Croazia è enorme. Stando ad alcune stime circa il 10 p.c. di tutte le terre coltivabili dovrebbe essere reintestato alle varie parrocchie. Inoltre, solo a Zagabria alla Chiesa dovrebbero essere restituiti o risarciti circa un migliaio di appartamenti, per non parlare del fatto che alla Chiesa sono stati espropriati pure buona parte dei terreni sui quali sorge la parte moderna di Zagabria (Novi Zagreb). Un’area nella quale oggi vivono centinaia di migliaia di persone.
Esempi analoghi si potrebbero fare per la maggior parte delle località in Croazia, parchi nazionali e aeroporti compresi. Difatti, pare che la pista dell’aeroporto di Zara e circa due terzi del Parco nazionale dell’isola dalmata di Meleda (Mljet) sorgano su terreni espropriati alla Chiesa cattolica.
(fonte “la Voce del Popolo” 25 luglio 2013)
Isola di Lissa (Dalmazia), il convento francescano