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Restituzioni, una beffa: da ricorso europeo il dietro front croato (Il Piccolo 9 mar)

Su “Il Piccolo”, nella Rubrica «La lettera del Giorno» del 9 marzo, appare l’intervento che pubblichiamo di seguito, e relativo alla paventata chiusura del governo croato alla possibilità di procedere con le restituzioni di beni immobili ai cittadini italiani che ne abbiano fatto richiesta entro i termini. Ricordiamo che l’argomento è uno dei punti in agenda della Federazione delle Associazioni degli Esuli ed è costantemente seguita da questa Associazione che ne tratta su “Difesa Adriatica”.

Non posso e non voglio credere che una lettera su segnalazioni possa in parte compromettere gli ottimi rapporti tra Croazia ed Italia, e quindi fuori il rospo. Nella vicina Croazia, da quello che ho letto ultimamente, stanno pensando di cambiare la loro legge sulle proprietà immobiliari. Complimenti, sono ancora in tempo! Veniamo al nostro caso. Un mio amico, originario di quelle parti, aveva presentato domanda di indennizzo dei beni abbandonati già nel lontano 2002 , facendo tutto quello che andava fatto : tribunale, uffici, file interminabili ed incartamenti necessari. Pareva che il “dossier” fosse completo. Nessuna lamentela od osservazione negativa da parte degli impiegati dei molteplici uffici e del tribunale, per possibili carenze ed inesattezze; così mi ha assicurato. A fine gennaio del corrente anno gli è caduta sul capo la classica tegola.

 

Una raccomandata non del contenuto sperato, attesa da tempo, vorrei dire da diversi anni, del governo croato gli annunciava il respingimento della sua domanda di risarcimento, con delle motivazioni che rasentano l’assurdo. Dopo una telefonata all’Unione Istriani, è venuto a conoscenza che il governo croato sta mandando una miriade di queste lettere ai futuri “mancati beneficiari” dei loro beni confiscati. Analizzando quello che sta accadendo si può evincere che il comportamento del governo biancorosso scudettato sia quanto meno discutibile, e non voglio andare oltre. Cosa è successo recentemente ? È stato confermato che la Croazia dal 2013 farà parte dell’Unione Europea e così i loro responsabili, forti di questo autorevole e definitivo consenso dato anche dopo le rassicurazioni necessarie, hanno fatto retromarcia sul tema dei beni abbandonati. Avranno bellamente pensato: l’Ue, per un simile problema, non può certamente rimangiarsi l’ok alla nostra entrata nel club europeo! Procediamo unilateralmente e cominciamo a tagliare , prima di entrare nell’Ue, gli interessi degli stranieri italiani, poi si vedrà! Mi pare che questo comportamento dei croati sia di una disonestà disarmante e che le scuse adottate per negare i risarcimenti siano frutto di uno studio mirato, partorito da lungo tempo e pensato di renderlo operativo dopo aver avuto la conferma di essere stati ammessi nell’unione europea. Indietro non si può tornare e cambiare le carte in tavola si può ancora fare, avranno supposto, alla faccia di coloro che saranno prossimamente loro partner nel sempre più vasto “stato unionista europeo”. Complimenti per queste “sagge “ decisioni, ed ai miei si uniscono anche quelli del mio amico mancato beneficiario dei “ suoi beni immobili” in Croazia, che ha minacciato, velatamente, di ricorrere in un prossimo futuro alla suprema corte dei diritti civili di Strasburgo, per avere ciò che gli spetta per “diritto” e non per regalo.

 

Pino Podgornik

“Il Piccolo” 9 marzo 2012

 

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