Giornata ricca di emozioni e delle storie dei dispersi: sono quelle evocate al convegno “L’esodo degli italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia. Una Pagina di storia italiana”, svoltosi a Revere. Il convegno ha saputo raccontare, grazie a Marino Micich, direttore dell’archivio museo storico di Fiume e Mario Superina, reverese ed esule fiumano, la tragedia di un popolo.
L’incontro voluto dal sindaco Gloria Regina Bonini ha visto la partecipazione dei ragazzi della media e della 5ª elementare “Don Bartolomeo Grazioli”. Micich, ha parlato della tragica scoperta delle foibe: «Occorre saper studiare e contestualizzare la storia – ha detto Micich – perché simili eventi non debbano più ripetersi. Città come Pola e Fiume, furono svuotate, centinai di profughi furono obbligati ad abbandonare case, beni e famigliari; molti altri subirono soprusi, persecuzioni, in un clima di sospetto e terrore, che ben presto si tramutò in vere e proprie violenze, nonché in veri massacri con la scomparsa e l’uccisione di moltissime persone». Un popolo quello dalmata, istriano e fiumano a cui è stata negata una terra, una storia: «Subivamo strane perquisizioni – dice Superina, allora bambino – con la scusa di evasioni dal vicino carcere, la polizia segreta Jugoslava, veniva a cercare gli evasi in mezzo ai libri, nei cassetti e sotto il materasso. Il clima era quello di sospetto e terrore ed ogni punto di riferimento come sacerdoti e maestri, un esempio fra tutti don Cesare, furono fatti sparire».
(courtesy MLH)