A San Gregorio le delegazioni del Sabor, dell’Esecutivo e delle unità di autogoverno che hanno aderito all’iniziativa hanno deposto corone di fiori e acceso lumini ai piedi delle due lapidi commemorative erette sull’isola Sull’isola Calva, invece, la commemorazione si è svolta dinnanzi alla croce eretta in perenne ricordo delle vittime del regime comunista jugoslavo.
“Siamo qui in occasione di una ricorrenza europea. Nel XX secolo l’Europa è stata lacerata sia dai totalitarismi di destra, il fascismo e il nazismo, che di sinistra, lo stalinismo e il comunismo. Molte persone sono state uccise, torturate, umiliate. Quelli erano sistemi che per mantenersi in vita non esitavano ad accanirsi senza il minimo scrupolo e in modo brutale contro gli oppositori politici”, ha dichiarato Jandroković, puntualizzando che anche la Croazia ha subito le proprie tragedie. “Questo (l’isola Calva) è uno dei luoghi nei quali le persone venivano torturate, trattate nel modo più crudele possibile, spogliate della loro dignità. Un luogo dove il sistema faceva i conti con tutti color i quali pensavano fuori dal coro o agivano politicamente in modo diverso”, ha dichiarato Jandroković, che ha ricordato il golgota di Đuro Perica (scomparso il 16 agosto, è stato tra i fondatori dell’HDZ), condannato dal regime comunista jugoslavo, al termine di un processo montato, a 14 anni di prigionia, per essersi battuto per il rispetto dei diritti umani e la libertà del popolo croato.
Occhio alle persone malvagie
“È importante ricordarlo – ha notato il presidente del Parlamento – affinché i giovani sappiano che la democrazia, la libertà e la pace non sono scontati e che molte persone hanno fatto una brutta fine per essersi battuti per l’affermazione di questi ideali. Ai giovani d’oggi forse risulta difficile comprendere che si può essere perseguitati, uccisi, privati dei mezzi di sostentamento e torturati a causa delle parole che si sono pronunciate, per aver cantato una canzone; a causa delle proprie convinzioni politiche. Ma è accaduto”, ha detto Jandroković. Ha detto di ritenere che la politica, i mezzi d’informazione, gli intellettuali e la comunità accademica devono parlare apertamente di queste cose. “Dire che oggi abbiamo il nostro Paese e che godiamo della libertà, della democrazia e dello Stato di diritto, ma che non è stato sempre così. Dobbiamo sensibilizzare i giovani, far capire loro che esistono anche coloro i quali sono pronti a compiere azioni malvagie, che un domani potrebbero tentare di compiere azioni che la democrazia non ammette”, ha osservato Jandroković, invitando a pensare a quello che sta accadendo in Ucraina. “Siamo qui – ha rilevato – per ricordarci delle vittime e rivolgere, in particolare ai giovani, un messaggio, spronandoli a difendere la pace, la democrazia, la libertà e la nostra Croazia”.
Ricordare il passato
Gli ha fatto eco il vicepremier Oleg Butković sostenendo che “un popolo che dimentica il suo passato è condannato a subire le medesime tragedie”. “Non bisogna vivere nel passato, né essere fissati con il medesimo, ma ci sono dei momenti quando è necessario e doveroso ricordarsi delle vittime e degli innocenti che hanno perso la vita”, ha detto il ministro del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture. “L’isola Calva e San Gregorio, due tra i più famigerati campi di prigionia del passato regime e dell’ex Jugoslavia, sono luoghi nei quali veniamo tutti gli anni a commemorare le loro vittime nella speranza che cose del genere non si ripetano più”, ha concluso Butković.
Luoghi di epurazione
L’agenzia stampa Hina riporta che il campo di prigionia dell’isola Calva, con la sezione femminile che si trova a San Gregorio, fu istituito nel 1949 in seguito alla risoluzione dell’Infobiro. Quando in seguito allo scisma tra i comunisti jugoslavi e sovietici i fedeli di Josip Borz Tito iniziarono l’epurazione dei filo staliniani dalle file della Lega dei comunisti della Jugoslavia. Successivamente sull’isola Calva vennero reclusi anche altri dissidenti, il più delle volte sulla base di decisioni amministrative e meno spesso a seguito di sentenze emesse dai Tribunali. Si stima che sull’isola Calva siano state internate tra le 17 e le 32mila persone. Non si conosce il numero esatto di quelle uccise o morte durante la detenzione sulla medesima. Il campo di prigionia fu trasformato in prigione nel 1956 e successivamente in riformatorio e casa di detenzione per minori. L’isola Calva smise di essere impiegata come prigione nel 1988.
Fonte: La Voce del Popolo – 24/08/2023