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Rigassificatore, Menia: l’Italia va avanti (Il Piccolo 01 nov)

di MATTEO UNTERWEGER

La Slovenia dice ancora no al rigassificatore di Zaule, come pure alla soluzione off shore nel golfo triestino, e pronte arrivano le repliche dall’Italia.

Risposte dal contenuto chiaro sia da Trieste, che da Roma: la visione espressa dalla vicina Repubblica merita il dovuto rispetto, ma le decisioni spettano a chi, sul territorio, è il padrone di casa. Specie se da Bruxelles il giudizio comunitario sulle procedure tecniche messe in piedi fin qui dal governo italiano sul progetto per l’area ex Esso risulta positivo. «Per quanto ci riguarda – chiarisce subito il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia – la procedura portata avanti è stata corretta sotto il profilo bilaterale, vista la riunione tecnica comune con la Slovenia in cui abbiamo chiarito ogni passaggio. Si sappia, peraltro, che l’Unione europea ha confermato come l’iter italiano sull’applicazione delle norme sia stato corretto. L’ha sancito una dichiarazione ufficiale da parte del commissario europeo all’Ambiente, il greco Stavros Dimas».

Quanto alla lettera inviata dal ministro sloveno Janez Podobnik al suo alter ego italiano Stefania Prestigiacomo, Menia mostra gli artigli: «La mia reazione è di stupore, non è una cosa corretta che le anticipazioni di questi atti vengano lette prima sui giornali. O c’è qualche talpa, oppure si tratta di cose fatte ad arte».

Sulla doppia firma del ministero dell’Ambiente e di quello dei Beni culturali sul decreto, che Gas Natural auspica arrivi a fine mese, l’esponente di An non si sbilancia: «Quando una procedura si conclude bene tecnicamente, di solito poi c’è la firma dei ministeri. Tuttavia, non so dire oggi, anche perché non mi spetta, se in questo caso il documento verrà sottoscritto. Come considerazione generale, aggiungo solo che questo governo ritiene ci debba essere una prima fase del modello di sviluppo italiano nella quale è previsto si dislochino dei rigassificatori in alcune aree del paese. Una delle zone indicate è quella di Trieste. Ma tutto si deve concludere in piena trasparenza».

«Prendiamo atto della lettera inviata dal ministero sloveno – è il pensiero del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza -. Ma siamo uno stato sovrano e possiamo prendere delle decisioni, anche se non sono condivise da tutti». Sulle ricadute positive del progetto da oltre 500 milioni di euro relativo al terminale di rigassificazione nella zona di Zaule, Dipiazza continua a non avere dubbi: «Lo ribadisco, è un’opportunità per la nostra città e in prospettiva andrebbe anche a risolvere la situazione della bonifica nell’area ex Esso». Quanto ancora alla posizione slovena, il sindaco aggiunge: «Quando la Slovenia ha realizzato la centrale nucleare di Krsko, nessuno ci ha chiesto il permesso. E, fra l’altro, se dovesse saltare in aria, una struttura del genere provocherebbe la morte di migliaia di persone. Qualora capitasse la stessa cosa al rigassificatore, avremmo eventualmente qualche ferito. La differenza fra i due casi è sostanziale».

Poche preoccupazioni anche per Gas Natural, dopo l’atto formale firmato da Podobnik. «Riguardo la lettera, non prendiamo alcuna posizione ufficiale perché non ci sentiamo parte in causa in questo quadro – spiega il responsabile delle relazioni esterne di Gas Natural Italia, Giuseppe Muscio -. Non siamo stati coinvolti formalmente, si tratta di una questione fra i due paesi. Dal canto nostro, ci siamo attenuti e continuiamo ad attenerci alla legge italiana. Abbiamo ottenuto il parere favorevole della commissione Via e ora l’augurio che ci facciamo è quello di avere presto la firma dei ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali sul decreto».

A favore della costruzione dell’impianto del colosso spagnolo dell’energia, si schiera anche la Femca (Federazione energia, moda, chimica e affini) Cisl, per voce del suo segretario provinciale Mauro Ferrante: «Siamo favorevoli al rigassificatore perché in un momento di crisi sul piano dell’approvigionamento energetico, il fatto di potersi servire direttamente sul territorio senza attingere da altri paesi porterebbe indubbi vantaggi per le nostre aziende. Risparmierebbero e sarebbero più concorrenziali sul mercato. Sui risvolti collegati all’impatto ambientale, non spetta a noi dare giudizi visto che ci sono degli enti preposti a questo».

In Slovenia c’è attesa per sapere dal nuovo esecutivo di centro-sinistra se in futuro vi sarà effettiva continuità sul rifiuto dell’ipotesi di un rigassificatore a Zaule o nel golfo di Trieste. Il neo-premier Borut Pahor dovrebbe pronunciarsi lunedì sul nome definitivo del nuovo ministro dell’Ambiente, gli analisti intanto scommettono che la visione della maggioranza non potrà essere meno «ambientalista» rispetto a quella dei predecessori di centro-destra. Una condotta che potrebbe portare, come eventuale ultimo passo, al ricorso al Tribunale europeo di Lussemburgo contro le decisioni da parte italiana.

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