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Rovignesi, una famiglia nel mondo (Voce del Popolo 20 set)

ROVIGNO – Anche se all’insegna del maltempo, che ha impedito che lo spettacolo si tenesse all’estivo della Comunità degli Italiani, l’ultima serata del 53.esimo raduno dei Rovignesi esuli, quest’anno nella loro città natale, si è svolta magnificamente negli ambienti del Centro Multimediale di Rovigno. Intitolata “Ricordo di Rovigno”, la serata è stata introdotta dalla vicepresidente del Comitato esecutivo CI, Ivetta Volčić Žufić, il cui caloroso saluto è andato a tutti i presenti, ricordando in particolare Silvio Brunelli, vicepresidente dell’Assemblea della Regione Istriana, Marino Budicin, vicesindaco di Rovigno e vicepresidente della locale Comunità degli Italiani, Gianclaudio Pellizzer e Francesco Zuliani, rispettivamente presidenti della Comunità degli Italiani di Rovigno e della Famia Ruvignisa.

Il programma è stato impegno comune, che ha proposto interventi alterni, tutti all’insegna di Rovigno e nel rispetto della sua parlata, ad eccezione dei testi recitati da Tullio Svettini, rovignese proveniente da Grado, ben noto per il suo impegno teatrale, che ha proposto testi sapientemente scelti per i loro significativi riferimenti. Si è trattato di poesie di Quarantotti Gambini (“Piloti d’Istria”), Bepi Nider (“Piassa Granda”), i toccanti versi di “Ritorno a Rovigno” di Biagio Marin. I temi hanno fatto rivivere bellissimi momenti della storia di casa, quella più remota, legata nel primo testo ai grandi capitani, marinai e piloti che Rovigno diede alla Serenissima, ma anche momenti di storia recente, alla quale fa riferimento “Piasa granda”, nella quale Nider ferma i suoi ricordi di ragazzino, fatti di persone e luoghi. Momenti vissuti dalla mularia, che gioca a guardie e ladri, tra la farmacia, l’Arsenal, la Madonna del Carmelo e altri luoghi. Di esaltante lirismo, invece, i versi di Biagio Marin, a Rovigno per la seconda volta nel 1962. E come dice: un arrivo via terra, una visuale che procura emozioni indescrivibili, le calli della città, la bellezza della sua cattedrale, le sue isole, i suoi tramonti, e le cose che la vedono vicinissima a Grado. E di Rovigno ricorda le sue genti e l’amicizia che ha avuto con il poeta rovignese Ligio Zanini.

Momenti questi ai quali, come già detto, si sono alternati contenuti proposti dagli attivisti della CI di Rovigno: dalla SAC “Marco Garbin”, diretta dal M.o Giorgio Sugar (partecipe con alcune delle migliori canzoni del suo repertorio folk), e i solisti (per l’occasione Marisa Poretti e Germano Ettorre). Bravi i ragazzi del Gruppo di studio del dialetto rovignese della SEI “Bernardo Benussi”, che guidati da Vlado Benussi hanno deliziato con bozzetti, canzoni, conte e filastrocche. Preparati da Biba Benussi si sono proposti Federico Šuran (“Vien sul mar”) e Eleonora Dobrović (“Rematore”). Applausi anche per le canzoni tradizionali. Dei bozzetti ricorderemo “La pulenta” e “La putiela da 90 anni”, quest’ultima interpretata con molta bravura dalla giovanissima Martina Matika. Rimanendo sempre nel recitativo, una super interpretazione è stata quella di Nives Giuricin (responsabile della Filodrammatica giovani CI), bravissima nell’interpretazione della “Murieda Katy”, di Giusto Curto. Bella certamente anche per la particolare messa in scena e arrangiamento vocale, l’interpretazione di “Nuvola” proposta dalla “Marco Garbin”, sul palco in diverse occasioni.

Hanno concluso, in una piacevolissima atmosfera, i due presidenti. A congratularsi per primo con i bravissimi interpreti è stato Gianclaudio Pellizzer, che vorrebbe l’appuntamento ripetersi in futuro per tramandare la tradizione. Si è compiaciuto per i libri ricevuti in dono il giorno prima e che ha voluto subito leggere. Ringraziamenti a Francesco Zuliani per aver scelto quest’anno Rovigno quale sede del significativo incontro.

Francesco Zuliani ha ricordato quanto fatto assieme da “Famia” e Comunità ai tempi di Antonio Pellizzer e del M.o Piero Soffici. La collaborazione di allora era andata scemando, ma oggi è stata ripresa. Ed ha ricordato la tenacia di tutti i rovignesi, che nonostante le enormi difficoltà hanno saputo conquistarsi un posto d’onore nel mondo del lavoro ovunque si siano trovati. “Oggi dobbiamo pensare al futuro”, ha detto, “al fatto che una volta in Europa saremo un popolo unito”.

Eleonora Brezovečki

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