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Salvo il Consolato di Capodistria (Voce del Popolo 09ago13)

Il Consolato Generale d’Italia a Capodistria è salvo. A diffondere la notizia tra i connazionali sono i vertici dell’Unione Italiana a conclusione dell’audizione del viceministro degli Affari esteri, Marta Dassù, davanti alla Terza commissione permanente del Senato – Affari esteri e comunitari – incentrata appunto sul processo di riorganizzazione della rete diplomatico-consolare.

“La battaglia sembra avere avuto successo anche perché – ci dice il presidente dell’Unione Italiana, Furio Radin –, abbiamo avuto interlocutori molto sensibili sull’argomento. Siamo grati al ministro Emma Bonino, al viceministro Marta Dassù, e a tutti coloro che ci hanno aiutato. Penso qui – precisa – a tutti i politici e i diplomatici che hanno compreso il significato che per noi aveva questa battaglia. Ho avuto dal senatore Franceso Russo la notizia che il Consolato generale di Capodistria sarà mantenuto e rivolgo a lui un ringraziamento particolare che estendo anche a Ettore Rosato, che si è speso molto per ottenere questo risultato. Per noi – così ancora Radin – è molto gratificante aver mantenuto la sede di Capodistria. Si tratta di un Consolato generale importante simbolicamente per tutta la CNI e in particolare per i connazionali che risiedono in Slovenia”. Parole simili vengono pronunciate anche dal presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Maurizio Tremul. “Mi sembra una notizia importante e molto positiva. La non chiusura del Consolato generale di Capodistria è un fatto significativo dal punto di vista istituzionale e politicamente è il segnale giusto che attendevamo da Roma. Un ringraziamento va pertanto rivolto alla Farnesina e ai senatori e deputati che con il loro lavoro hanno portato a questo risultato”, dice Tremul.

E il Consolato di Spalato?

“Continueremo a chiedere il mantenimento della sede in Dalmazia, lo faremo – sottolinea Radin – per tutti i motivi che abbiamo elencato in queste settimane. Spalato – ricorda – è importante per i connazionali residenti in Dalmazia e per gli esuli dalmati che lo vedono come un punto di riferimento. In questo momento, però – conclude Radin – siamo felici per il risultato ottenuto a Capodistria”,

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Maurizio Tremul, che assicura: “Per quanto riguarda il Consolato d’Italia a Spalato continueremo a lavorare, a insistere affinché sia mantenuto. Ma soprattutto – aggiunge – chiederemo anche che il Consolato generale d’Italia a Fiume sia messo nelle condizioni, dal punto di vista delle risorse umane, di poter rispondere al meglio alle richieste e alle necessità dei connazionali e del territorio sul quale opera”.

Ambasciate e consolati: istituzioni chiave delle rete diplomatica che costituisce un vero e proprio terminale degli interessi del Paese rappresentato nel mondo. Se poi questo ruolo viene calato sul territorio di residenza della CNI, il valore si moltiplica e non si limita a risponere alla crescente domanda di servizi, ma assume davvero i contorni di un’ amministrazione virtuosa in ottica di sistema, che produce una serie importante di servizi e risorse rivolte in primis ai connazionali, appartenenti all’unica comunità italiana autoctona all’estero, ma anche alle esigenze di una realtà imprenditoriale preziosa in un contesto di nuove dinamiche adriatiche e che primeggia in termini di interscambio.

chb su “la Voce del Popolo” del 9 agosto 2013

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