Per l’antica tenuta di Stanzia Grande, già Villa Cesare, il calvario sembra finalmente destinato a finire. Da decenni in rovina, il podere che si trova nei pressi di Salvore sarà trasformato dalla società “Pelagius” di Umago in un complesso turistico di lusso, con annesso un campo di golf. Le proposte di modifiche al Piano regolatore della zona sono state esposte nell’atrio del Municipio di Umago, per la consueta visione pubblica che si concluderà il 30 ottobre. Grazie all’investimento di 700 milioni di kune, il futuro insediamento dovrebbe disporre di 180 posti letto di alta categoria (l’antica villa dovrebbe dunque trasformarsi in un moderno albergo), e di un campo di golf a 18 buche. Si tratta del più importante progetto di questo tipo previsto in questo momento in Istria. La documentazione si potrà visionare ogni giorno negli spazi del Municipio di Umago, dalle ore 8 alle 16. Il dibattito pubblico si svolgerà invece in due occasioni: il 23 ottobre, a mezzogiorno e il 24 ottobre, alle ore 18. Tutte le osservazioni potranno essere presentate comunque anche per iscritto, in un apposito libro che sarà a disposizione della cittadinanza.
Stanzia Grande, nota anche come Villa Cesare, ha un valore notevole, sia dal punto di vista storico che commerciale. Dista meno di due chilometri dall’insediamento turistico di Monte Rosso-Alberi e dall’albergo a cinque stelle della società “Kempinski Adriatic”. La villa in questione fu un tempo proprietà della nobile famiglia dei Fabris, conti di Begliano in Friuli. Questa famiglia era probabilmente di origine carnica, più precisamente di Tolmezzo. Si sa per certo che, nel XVII secolo, i Fabris risiedevano già a Begliano, dove controllavano l’attività agricola sulle loro proprietà. Si sa anche che intorno alla fine del Settecento utilizzavano alcune case a Begliano e a Ronchi come magazzini per generi di contrabbando. Ma avevano poderi e proprietà anche a Vicenza, Padova, Treviso, Belluno, Venezia, Gorizia, Udine e Pordenone e in Istria.
Alla fine dell’Ottocento, per la precisione nel 1877, i Fabris vendettero gli edifici e i terreni circostanti al facoltoso industriale e armatore triestino Carlo Cesare, la cui famiglia ne fu proprietaria fino alla metà del Novecento. Si trattava di un unico complesso che si estendeva su oltre 80 ettari di terreno, tutto recintato da un alto muro.
L’abbandono, seguito all’irrisolto status giuridico di parte della tenuta, aveva determinato in tempi recenti il crollo di alcune pareti laterali del complesso. Nel corso del 2010, per conto della “Pelagius”, un gruppo di esperti dell’Istituto repubblicano per i restauri sottopose l’intera struttura a interventi di ricerca che stabilirono le diverse fasi di sviluppo della tenuta e portarono pure alla scoperta di preziosi affreschi all’interno della villa. Vennero rimosse alcune delle vecchie stuccature, ormai alterate, e colmate le lacune dell’intonaco e venne realizzato uno studio grafico tridimensionale di ricostruzione del complesso, che prevede tra l’altro, il rinnovo della facciata principale, di quella posteriore e di quelle laterali della villa, il restauro degli ambienti interni (saloni e stanze), la ricostruzione di quello che era un tempo un allevamento dei bachi da seta (voluto da Angelo Fabris), e quella delle stalle dei cavalli.
La strada più bella e suggestiva che porta alla tenuta è quella che parte dal porto di Salvore, perché si ha l’impressione di viaggiare in una galleria coperta da grandi cespugli d’alloro. Lungo questo percorso transitavano un tempo le signorili carrozze che erano dirette alla villa e che portavano i turisti giunti col piroscafo fino al porto.
Poi, dopo la Seconda guerra mondiale, la tenuta ha seguito il destino di tanti altri possedimenti dell’Istria. In oltre mezzo secolo nessuno investì nulla nel complesso e la villa finì per cadere a pezzi. Un triste destino. Un contenzioso antipatico su parte della proprietà, rivendicata dalla Città di Umago e da alcuni ex condomini. Quella villa, oggi sotto tutela del ministero della Cultura, è un pò il simbolo della scarsa sensibilità umana, dell’indifferenza. Lo stesso è accaduto a Palazzo de Franceschi di Seghetto, l’esempio più lampante del fiasco della politica del dopoguerra, quando è stata liquidata anche la ricca biblioteca della famiglia, mai più restituita ai legittimi proprietari.
Per quanto concerne comunque Stanzia Grande, fra la ditta “Pelagius” di Salvore e una società svizzera di Saint Moritz, ora è stata concordata finalmente la costruzione di un albergo a cinque stelle e di un campo da golf. Grazie a questi investimenti presto l’intera penisola di Salvore potrebbe cambiare aspetto e diventare una destinazione turistica di lusso.
Franco Sodomaco
“la Voce del Popolo” 23 ottobre 2012