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San Dorligo: tricolore sostituito da bandiera slovena (Il Piccolo 17 ott)

SAN DORLIGO (Trieste) La bandiera italiana, che da sempre espone nel suo giardino, era sparita, e al suo posto è comparsa quella della Slovenia. Non credeva ai suoi occhi, l’altra mattina, Maurizio Cudicio, 47 anni, che abita con la famiglia al numero 77 della frazione di Log.

«Una cosa triste e antipatica – commenta Cudicio –. Abito a Log dal 2004, e nessuno ha mai detto niente sul fatto che da allora ho esposto nel mio giardino la bandiera italiana. Solo qualche battuta scherzosa, come quando chiamavano la mia casa ”l’ambasciata”. Rispetto tutti – aggiunge – ma non vedo perchè non posso esporre il tricolore. Questa volta, invece, qualcuno si è introdotto di notte nel giardino, ha rubato la bandiera con l’asta e ha fissato una bandiera slovena sulla ringhiera. Una bandiera slovena adesiva è stata messa poi sulla porta del mio vicino di casa».

Oltre all’”incursione”, Cudicio ha denuniciato ai carabinieri di San Dorligo, ai quali ha consegnato la bandiera slovena trovata nel giardino, anche il danneggiamento del suo ciclomotore, parcheggiato davanti al portone.

In sei anni non è acceduto nessun altro episodio di ”contestazione” ai suoi danni, fatta eccezione per il lancio di alcune bottiglie nel giardino, pochi mesi dopo che si era trasferito a Log da Trieste, dove abitava in via Gatteri, e dove, il giorno della festa della repubblica, esponeva sempre la bandiera tricolore.

Il fatto è che Cudicio è una persona nota nella zona di San Dorligo per la sua posizione politica. Nella scorsa tornata elettorale è stato infatti candidato al Comune con la lista di centrodestra ”Uniti nelle tradizioni”.

Il sindaco di San Dorligo, Fulvia Premolin, preferisce non commentare l’accaduto, ma osserva comunque che gli autori del gesto si sono introdotti in una proprietà privata.

Solidarietà a Cudicio viene espressa invece dal capogruppo in consiglio comunale di ”Uniti nelle tradizioni”, Boris Gombac. «Il solito piccolo numero di mestatori non ha pace – sottolinea Gombac –. Compito della società è far sì che questi non prolifichino. Anche se compiuto da ragazzi, spinti da persone più anziane – prosegue – si tratta di un atto di vandalismo, e come tale va condannato. Indipendentemente da quale bandiera si tratti, un fatto del genere in ogni Paese è considerato vilipendio. La bandiera è sacra – conclude – e non va sfruttata per ragioni politiche». (gi.pa.)

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