(ANSA) – TRIESTE, 15 FEB – "L'opuscolo '1945. La nascita dello Stato comunista jugoslavo: la logica del terrore' ha valenza didattica, non è un testo propagandistico, perché porta tutta una serie di argomentazioni a suffragio delle varie interpretazioni sulle foibe, arrivando poi a quella che io ritengo l'interpretazione corretta": a sostenerlo è l'autore dell'opuscolo, Paolo Sardos Albertini, presidente della lega Nazionale di Trieste. Interpellato dall'ANSA a proposito della polemica sorta dopo la distribuzione dell'opuscolo agli studenti romani che in questi giorni hanno partecipato al viaggio nella civiltà istriano-dalmata, insieme al sindaco della capitale, Gianni Alemanno, Sardos Albertini spiega che "l'interpretazione corretta delle foibe è quella di un'operazione di Stato, cioé gestita dal Partito comunista jugoslavo con finalità ben precise. Ci sono le prove – prosegue il presidente della Lega nazionale – che i titini arrivavano a Trieste con gli elenchi delle persone da infoibare. Non era casuale". "La conclusione a cui io pervengo – continua Sardos Albertini – è che era un'operazione ben motivata, nel senso che la Jugoslavia aveva appetiti territoriali di arrivare fino al Tagliamento. Per raggiungere questi obiettivi, era necessario provocare la partenza degli italiani e lo strumento delle foibe era uno strumento di terrore che doveva giocare a questo scopo, come poi puntualmente è successo con l'esodo degli istriani. Il tutto esplicitato dal vice di Tito, che diceva di aver avuto questo incarico. Quindi non stiamo parlando di teorie – afferma – sono fatti storici. Io arrivo alla conclusione che le foibe sono finalizzate all'esodo ed hanno questa caratteristica di terrore che serviva allo scopo". L'opuscolo è stato distribuito ai ragazzi dopo la visita alla Foiba di Basovizza, presso Trieste, durante la quale lo stesso Sardos Albertini aveva illustrato questi concetti. "Nel mio discorso, così come nel testo – precisa – io ho proposto le diverse letture del fenomeno delle foibe, prima di arrivare alla conclusione, prendendo in considerazione le interpretazioni pro e quelle contro. Tra l'altro, nel discorso che ho fatto ai ragazzi, ho voluto metterli in guardia che quello di cui parliamo, non è solo un fatto storico, ma di attualità. Con le foibe, ci troviamo di fronte ad un caso nel quale la politica ha fatto uso del terrore per ottenere i suoi risultati. Ma la commistione politica e terrore la stiamo vivendo anche ai nostri giorni, con il terrorismo. E quindi le mie parole – conclude il presidente della Lega nazionale – volevano avere anche una funzione di monito, sia per il presente che per il futuro".