Era in viaggio per Trieste, proprio per partecipare alla cerimonia del 70° del martirio della sorella Norma. Così se n’è andata l’istriana Licia Cossetto.
Testimone diretta della tremenda tragedia di cui fu protagonista alla fine della seconda guerra mondiale, non smise mai di chiedere a gran voce un giusto riconoscimento per tutti gli istriani, fiumani e dalmati e naturalmente per la sorella Norma, seviziata, uccisa e infoibata dopo lunghe torture da una banda di titini.
Nel 2005 ricevette dalle mani dell’allora Presidente della Repubblica Ciampi la Medaglia d’oro al valor Civile per Norma, con la motivazione: “Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio”.
Televisioni e media hanno riportato spesso la ricostruzione da lei fornita di quei giorni drammatici, specchio di una cruda realtà assai più diffusa di quanto la nostra opinione pubblica fosse disposta a pensare.
Profonda commozione e cordoglio ha espresso il presidente ANVGD, Antonio Ballarin, appresa la notizia dell’improvvisa scomparsa della signora Licia Cossetto.
“La figura e l’esempio della signora Licia”, ha dichiarato il presidente Ballarin, “instancabile testimone del martirio della sorella Norma e del padre Giuseppe, restano e resteranno impressi indelebilmente nei cuori e nello spirito degli esuli giuliani e dalmati”.
“Ci lascia sgomenti”, ha aggiunto Ballarin, “la sua improvvisa morte mentre si stava recando a Trieste, invitata dal Comitato Anvgd, per partecipare alla cerimonia di commemorazione del 70.mo anniversario dell’atroce uccisione della giovane studentessa Norma ad opera di partigiani comunisti jugoslavi. La ricordiamo il 10 debbraio 2005, insignita nel primo Giorno del Ricordo dal presidente della Repubblica Ciampi dell’onorificenza alla memoria della sorella: esempio alto di dignità e di amore, di forza rara nel dolore e nella volontà di testimoniare le drammatiche vicende dell’Istria intera, della popolazione civile italiana perseguitata in ogni modo dal regime jugoslavo per indurla ad abbandonare i territori di antico insediamento storico”.
“Ne vogliamo ricordare”, ha proseguito il presidente dell’Anvgd, “la fermezza e ancora la dignità, la forza di testimoniare sino all’ultimo l’atroce esperienza vissuta. Con lei”, ha concluso Ballarin, “viene a mancare una figura di riferimento senza pari, che ciascun esule ha sentito e sentirà come sorella”.
(Agenzia AISE 7 ottobre 2013)