Grave lutto per il Comitato provinciale di Bergamo dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, per il mondo degli esuli, per quello dello sport e della medicina: all’età di 95 è mancato Alfredo Calligaris di Rovigno, città amata come tutta la terra d’Istria che portava nel cuore e di cui collezionava ricordi, aneddoti, immagini vive e condivise con gli amici più cari.
“Modellatore di uomini”, lo definì Gianni Brera (solleticato dall’idea che questo giovane studioso di scienze motorie e comportamentali si avvicinasse all’atleta «grezzo» e ne plasmasse alla fine un campione) e così egli volle intitolare il suo testamento in una pubblicazione che presentò nel 2016 a Bergamo insieme a grandi campioni come Daniela Masseroni, argento a squadre nella ginnastica ritmica ad Atene 2004, o Matteo Tassetti, oro ai giochi paralimpici di Sidney 2000 nella staffetta 4×100- o ancora al giornalista Bruno Pizzul che ne ha scritto la prefazione.
«Quando ero uno studente – raccontava Pizzul – Alfredo faceva il professore di educazione fisica all’istituto tecnico di Gorizia, non ci era particolarmente simpatico perché era un giovanotto sempre abbronzato che sfoggiava maglioni di tutti i colori e le ragazzine che con noi facevano le difficili erano tutte innamorate di lui».
Atleta, allenatore e poi preparatore atletico, considerato il “papà della medicina sportiva internazionale”, Alfredo Calligaris, dopo la fuga dall’Istria infiammata dalla guerra, iniziò la sua carriera come insegnante di educazione fisica a Gorizia (Ierimo del Filzi) per poi laurearsi in medicina sportiva a Padova. A Bergamo, dove giunse per amore della “sua” Anna, con la sua voglia di sperimentare andò ad inventare la figura del preparatore atletico, portando quindi la scienza al servizio dell’agonismo. Nel 1971 passò a Milano: otto anni alla corte dell’Inter di Helenio Herrera sempre come preparatore atletico; anni di fervida attività, culminati anche con la gioia dello scudetto finché Franco Carrara, allora presidente della Federazione di sci nautico, gli propose di diventare commissario unico di quella nazionale.
Per molti anni è stato al fianco di Felice Gimondi, preparatore della Valanga Azzurra e responsabile dei medici dell’Atalanta. L’Atalanta- disse una volta raccontandosi- è servita parecchio per il mio inserimento a Bergamo, da notare che partendo dall’Atalanta abbiamo poi inventato la preparazione atletica nel calcio, prima si faceva poco o niente …».
Tanto altro ancora…. Da diciassette edizioni delle Olimpiadi vissute in diretta come allenatore delle nazionali al motociclismo con i successi e alcune nuove scoperte sulle tecniche di guida al basket che Calligaris ha praticato fino alla Serie A.
Sempre presente, fino a pochi anni fa, alle cerimonie, agli eventi, alle celebrazioni in memoria della storia dell’esodo istriano, il Comitato Anvgd di Bergamo conserva di lui preziosi ricordi arricchiti dalla sua straordinaria personalità, dal suo brio intelligente e colto, dalla sua signorilità inconfondibile come quando accolse con un abbraccio fraterno Ottavio Missoni in visita al Liceo Mascheroni o accompagnò con mestizia il prof. dott. Lucio Parenzan all’ultimo saluto.
Alfredo Calligaris, che viene considerato uno dei padri della medicina sportiva internazionale e che ha rivoluzionato il modo di interpretare alcune discipline sportive a livello professionistico, lascia un testamento sportivo che abbraccia il mondo dello sport a 360 gradi e un universo di amicizie, legami , affetti tra cui una Donazione di materiale riguardante la bella Rovigno, l’Istria e le amatissime terre d’origine per l’Anvgd di Bergamo che oggi piange la sua scomparsa, sommessamente intonando per lui la “Viecia batana…”
Maria Elena Depetroni
Presidente del Comitato provinciale di Bergamo dell’Anvgd