Scomparso lo storico Arduino Agnelli. Era tra i fondatori di “Coordinamento Adriatico”
Lo storico Arduino Agnelli è morto il 26 novembre 2004 nella sua casa triestina. Nato il 18 maggio del 1932, si era laureato in Legge all’Università di Trieste, specializzato alla Fondazione Rockefeller, nel 1963 iniziò ad insegnare Storia delle dottrine politiche, ottenendo dapprima una cattedra all’Università di Udine e poi in quella di Trieste, nella quale è rimasto per tren’anni. Nel 1982 il Partito socialista lo candidò e Agnelli ottenne un buon riscontro di consensi, primo degli eletti.
Per 40 giorni fu sindaco di Trieste, quindi senatore per due mandati. Le tematiche del confine orientale gli sono state molto care: fu presidente della Deputazione di storia patria della Venezia Giulia e attivo collaboratore del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno.
Due mesi fa l’Università di Trieste gli aveva dedicato un convegno. In quell’occasione, Arturo Colombo, dell’Università di Pavia, aveva ricordato come esistano studiosi che scandagliano per una vita solo un tema, chiusi a riccio in un ambito circoscritto di ricerca e altri che, come le volpi, «percorrono spazi e tempi diversi e più vasti, affrontano nuove questioni e tematiche con rinnovata curiosità».
«È un uomo che ha spaziato in molti campi delle dottrine politiche e delle scienze storiche, e forse uno dei maggiori conoscitori delle questione nazionale e del socialismo, con particolare riguardo per l’Europa centrorientale e mitteleuropea» ricorda lo storico Roberto Spazzali. «Attento interprete dello spirito triestino, era uomo certamente di grandi capacità di mediazione, al quale va riconosciuta la generosità e l’entusiasmo con cui sempre si tuffava in tutte le iniziative culturali più diverse, e anche – ricorda Spazzali – la capacità magnetica di attrarre il pubblico nelle sue sempre alte ricostruzioni storiche» (era autore di importanti studi sul concetto di Mitteleuropa e sull’idea di nazione nel pensiero del socialismo austriaco). Anche lo storico Raoul Pupo non nasconde l’emozione: «l’ho visto pochi giorni fa, era travolgente come al solito. Non ho parole».
Nel novembre del 1999 aveva partecipato alla conferenza-stampa convocata dall’Anvgd nella sala della Camera dei Deputati a commento della mostra «I Croati: cristianesimo, cultura e arte» che si apriva in quei giorni nei Musei Vaticani, della quale egli, con altri storici autorevoli, aveva stigmatizzato il tentativo di appropriazione e di ‘traduzione’ in croato dell’arte italiana in Istria e in Dalmazia.
Con la scomparsa di Arduino Agnelli “Coordinamento Adriatico” perde uno dei suoi fondatori.
Lo storico triestino fu infatti tra quel gruppo di studiosi e di dirigenti dell'esodo giuliano che nel 1993 fondarono il suo Bollettino e diedero vita alle sue iniziative, miranti da un lato a riportare a un livello scientifico nazionale e internazionali le vicende che avevano determinato l’esodo istriano, fiumano a dalmato nel secondo dopoguerra; dall'altro a sollecitare l’opinione pubblica italiana ad approfondire le tematiche dell'area europea sud-orientale e delle responsabilità politiche che il nostro Paese doveva assumersi di fronte alla crisi delle nuove guerre balcaniche.
Fu più volte relatore nei convegni organizzati da “Coordinamento Adriatico” e dalle associazioni degli Esuli giuliano-dalmati a Bologna, Udine, Trieste, Roma.
Profondo conoscitore di tutta la realtà dei Balcani non dimenticò, lui laico e mitteleuropeo di dedicare la sua attenzione di studioso al mondo ortodosso e ai rapporti storici tra etnie nella Balcania meridionale: rumeni, bulgari. slavo-macedoni, greci, albanesi, serbi e montenegrini, portando così il suo contributo illuminato a un disegno di riconciliazione culturale, che andasse al di là delle contrapposizioni ideologiche, nazionalistiche e integraliste.
Arduino Agnelli è stato una delle più alte espressioni della civiltà triestina e giuliana, fatta di patriottismo risorgimentale, di amore incondizionato per la libertà, di rispetto per l'identità dei popoli, di rifiuto di ogni forma di intolleranza.
Lucio Toth