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Serbia: si stringe il cerchio intorno a Mladic (Il Piccolo 03 nov)

di GIULIO GARAU

BELGRADO Il cerchio si stringe in Serbia attorno a Ratko Mladic, l’ex capo militare dei serbi di Bosnia, conosciuto come il Boia di Srebrenica, ricercato per genocidio e crimini contro l’umanità dal Tribunale internazionale dell’Aja. È l’ultimo e principale ostacolo nel percorso di integrazione della Serbia nell’Ue. Il 25 ottobre scorso Bruxelles ha sbloccato il dossier sulla domanda di adesione di Belgrado ma, d’intesa con i ministri degli esteri comunitari, è stata posta come condizione che siano consegnati gli ultimi due criminali di guerra. È ricercato anche Goran Hadzic, ex capo politico dei serbi in Croazia, accusato come Mladic di genocidio e efferati crimini di guerra.

Dal 25 ottobre c’è stata una svolta, il governo serbo per la prima volta sta davvero premendo sull’acceleratore nella caccia a Mladic, ogni giorno le agenzie battono nuove notizie e lo stesso presidente, Boris Tadic, ha più volte assicurato che «se si trova in Serbia verrà fatto tutto il possibile per arrestarlo, anche nel caso si trovasse fuori del Paese». E proprio ieri a Belgrado, sin dalla prima mattina, è iniziata un’operazione di Polizia nella capitale e nei dintorni (Arandjelovac), nei confronti di persone che fornirebbero appoggio e copertura a Mladic.

Le perquisizioni sembra si siano concentrate su immobili e locali appartenenti a un noto businessman belgradese, Goran Radivojevic, 40 anni, noto alla polizia e alla giustizia per il suo passato controverso. L’uomo è conosciuto per aver aiutato a traslocare la moglie di Milorad Lukovic detto Legija (ex capo dei berretti rossi), responsabile dell’assassinio del premier riformista Zoran Djindic (nel marzo del 2003) e attualmente detenuto in carcere. La Serbia ha recentemente varato una legge che consente il sequestro dei beni ottenuti con attività criminali e proprio per questo la moglie di Lukovic ha dovuto lasciare l’abitazione. Secondo il viceprocuratore serbo per i crimini di guerra, Bruno Vekaric, il businessman sarebbe stato vicino a Mladic e alla sua famiglia: «Quello che abbiamo fatto oggi – ha dichiarato – rientra negli sforzi diretti alla cattura di Mladic».

Radivojevic è proprietario sia del ristorante Bajka (tradotto Favola) nel quartiere di Banovo Brdo di Belgrado, sia del complesso turistico di Arandjelovac (un centro agrituristico a 60 chilometri dalla capitale, che porta lo stesso nome del ristorante, Bajka) e ieri le forze di polizia hanno effettuato controlli e perquisizioni. Anche la casa privata di Belgrado dell’uomo di affari, stando alle notizie fornite da tv B92, sarebbe stata oggetto di perquisizioni. Radivojevic, presente durante le operazioni di polizia nel ristorante, non ha voluto fare dichiarazionI ai giornalisti e al termine è stato fermato dalla polizia.

Il governo serbo più volte ha ribadito che «gli sforzi per giungere all’arresto dell’ex generale in fuga fanno registrare progressi quotidiani». Il 28 ottobre è stato deciso anche di elevare da 1 a 10 milioni il compenso per chi fornirà elementi utili alla cattura di Mladic, ed è stata aumentata pure la taglia su Hadzic, da 250 mila a 1 milione. E anche se un sondaggio dice che la maggioranza dei serbi è contraria all’arresto di Mladic, considerato «un eroe che ha difeso il popolo serbo», le chiamate allo speciale numero istituito nel 2006 per avere notizie sui due criminali in fuga, il 9191, sono aumentate moltissimo in questi mesi. Il governo serbo ha fretta di entrare nell’Ue, vuole voltare pagina definitivamente con il passato, è stato lo stesso Tadic ad assicurare la Ue: «È mio dovere chiudere il capitolo di storia intitolato a Ratko Mladic, la sua cattura è solo una questione di tempo» e sarà un «tempo ragionevole».

«Il governo mette a disposizione tutte le su risorse e mezzi per giungere alla cattura degli ultimi due criminali in fuga» ha dichiarato il premier serbo, Mirko Cvetkovic. Secondo l’esperto di intellinegce e sicurezza in Serbia, Zoran Dragisic però l’oeprazione di ieri sarebbe in realtà «solo una messa in scena pubblicitaria delle autorità in vista della visita che il procuratore dell’Aja, Serge Brammetrtz farà a Belgrado il 15 novembre». Secondo Dragisic dell’arresto di Mladic «si saprà solo a cose avvenute, quando l’ex generale sarà in volo per l’Aja».

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