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Serbo incriminato per bombardamento Ragusa (Il Piccolo 14 ott)

RAGUSA A 13 anni dalla fine delle operazioni belliche contro Ragusa, che scandalizzarono il mondo intero, la Procura dell’antica città dalmata ha sollevato l’atto d’accusa contro il 72.enne Bozidar Vucurevic, ritenuto uno dei maggiori responsabili dei bombardamenti serbo–montenegrini che durarono dal 1991 al 1995. Di nazionalità serba, Vucurevic era all’epoca sindaco della città erzegovese di Trebinje, dal cui territorio furono sparate centinaia di granate che andarono a danneggiare o a distruggere buona parte del patrimonio storico–architettonico di Ragusa. Come risaputo, il nucleo storico raguseo è da anni sotto tutela dell’Unesco, che ha provveduto assieme al governo croato e a donazioni dall’estero a riparare i danni subiti da edifici (il 70% delle case nel centro storico), monumenti, calli e piazze. Vucurevic è accusato di crimini di guerra contro la popolazione civile e nei suoi confronti è stato spiccato mandato di cattura internazionale. Una cattura che quasi certamente non andrà in porto in quanto l’accusato è cittadino della Bosnia-Erzegovina, Paese che rifiuta di estradare i propri cittadini (ma la cosa è reciproca) verso la Croazia.

«Libereremo Ragusa dalle forze ustascia – aveva detto Vucurevic ai giornalisti in quegli anni di piombo – e ne faremo una città ancora più bella e più antica». Una frase diventata storica e che rifletteva il pensiero e l’intelligenza di un uomo che prima del conflitto croato–serbo faceva il camionista, per poi diventare primo cittadino di Trebinje e presidente dell’autoproclamata regione autonoma serba dell’Erzegovina.

Nei quattro anni di bombardamenti, cominciati nell’ottobre del 1991 e conclusisi nell’agosto 1995, Ragusa fu colpita da 1.056 proiettili di artiglieria pesante, che causarono tra i civili 91 morti e 200 feriti. Contattato dai giornalisti croati, Vucurevic (vive in Bosnia) ha confermato di non sentirsi responsabile dei bombardamenti e di non avere la benché minima intenzione di presentarsi al cospetto dei magistrati ragusei. «All’epoca ero un pesce piccolo – ha detto – e la guerra contro le forze paramilitari croate venivano dirette dall’ex Armata popolare jugoslava». Ma poi si è smentito, rilevando che in collaborazione con l’allora capo dei croati–erzegovesi, Mate Boban, riuscì a mettere in salvo centinaia di persone di etnia croata.

Non mancano intanto le polemiche legate al sollevamento di un atto d’accusa a ben 13 anni di distanza dalla cessazione del conflitto. A spiegare perché si è atteso tanto è stato il procuratore capo di Ragusa Damir Jasprica, il quale ha fatto presente che solo lo scorso settembre il Tribunale dell’Aja per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia ha inviato alla sua Procura la documentazione relativa a Vucurevic.

Si tratta di documenti che erano inaccessibili alle autorità giudiziarie croate fin quando si trovavano in possesso della Repubblica serba di Bosnia.

Andrea Marsanich

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