La sfida delle nuove generazioni di esuli e rimasti è la visibilità, superare cioè le barriere che hanno portato in questi anni la storia del nostro popolo ad essere ghettizzata, se non usata a fini politici da più parti degli steccati ideologici. “La comunità (in)visibile. Fare rete. Superare le barriere” è questo infatti il titolo del Convegno promosso dal Circolo di Cultura Istro-Veneta “Istria”, organizzato venerdì 19 novembre alla Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich del Comune di Trieste.
Ideare nuove strategie di comunicazione
Nella sua relazione d’apertura il presidente del Circolo Istria, Ezio Giuricin, ha affrontato il tema dominante sottolineando come il “recinto e ghetto siano segno di una nostra rinuncia e di auto-sudditanza. Eppure sappiamo di essere una comunità portatrice di millenarie eredità sociali e culturali e nello stesso tempo invisibili – ha ricordato – siamo e non esistiamo, apprezzati e ignorati allo stesso tempo; una realtà confliggente con le nuove nazioni da tacitare. Abbiamo bisogno di una diversa dimensione economica delle associazioni sia degli esuli che dei rimasti. Bisogna individuare nuove fonti di finanziamento per uscire dallo stallo, il finanziamento pubblico deve diventare complementare. Inoltre – ha concluso Giuricin – le nostre pubblicazioni sono ostaggio della legge che impedisce la loro vendita e distribuzione, perché realizzate con finanziamento pubblico, e restano confinate in una circuitazione interna. Mancano quindi nuove strategie di comunicazione. La nostra determinazione è di capire quali azioni promuovere per superare i limiti culturali che ci sono stati imposti e dai quali non siamo in grado di liberarci. Dobbiamo fare rete, procedere a passi spediti nel protocollo di collaborazione tra Unione Italiana e Federesuli. Il Circolo Istria si è fatto interprete nella realizzazione di un museo interattivo con centri espositivi in sito e in virtuale. Si tratta di creare una cabina di regia e un pool di specialisti per mettere in atto quanto è necessario fare per il riconoscimento della nostra storia”. Livio Dorigo, ha ricordato come il mondo si è completamente trasformato sulla strada della comunicazione, tagliando fuori in questa evoluzione gli anziani. “Il Circolo Istria – ha detto – ha intensamente lavorato riuscendovi nella riscoperta della storia e del mito, nel riallacciare i rapporti oltreconfine. Il futuro deve avere le radici nel passato, l’uomo come gli alberi ha le radici nel territorio”.
Intensificare la collaborazione
Fare rete è il leit motiv di tutti gli intervenuti da Kristjan Knez, direttore del capodistriano Centro Combi, a Giorgio Tessarolo, vicepresidente delle Associazione Comunità Istriane, e Diego Zandel, responsabile di “Oltre Edizioni”, che hanno sottolineato l’esigenza fondamentale della collaborazione tra le istituzioni politiche dei Paesi in gioco, per facilitare la ricomposizione delle nostre comunità ed evitare sopraffazione e squilibri nella interpretazione della storia da parte delle maggioranze. “L’editoria – ha affermato Zandel – deve portare le nostre pubblicazioni fuori dai circuiti chiusi, si può ovviare ai vincoli legislativi solo appoggiandosi ad editori liberi sul mercato. Si tratta di realizzare un ufficio stampa che stia costantemente sull’attualità”. Peccato, notiamo noi, che una struttura di questa portata già esistesse in un recente passato, funzionale alla conservazione e alla diffusione culturale e delle informazioni, il Centro per la documentazione multimediale, CDM, che è stato smantellato nel silenzio generale per probabili o possibili motivazioni politiche.
Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, ha affermato che si debba iniziare ad osare. Ci sono state numerose iniziative nel corso degli anni, fino ad arrivare alla sottoscrizione nell’estate scorsa dell’intesa tra UI e FederEsuli su possibili sinergie per un percorso di ricongiungimento. “Oggi si tratta – ha ricordato – di prendere l’accordo sottoscritto e riempirlo di idee e attività, di sogni e visioni per far evolvere la politica dell’Italia. Però ci dicono troppo spesso che ‘nulla è dovuto’. E invece servirebbe proprio una legge di interesse permanente che tuteli complessivamente l’italianità di queste terre, di esuli e rimasti, e non sia solo una questione di finanziamenti”. Interessanti gli interventi di Pierluigi Sabatti, che ha ricordato l’interazione e sinergia tra “Piccolo” e “Voce del popolo”, di Melita Sciucca, combattiva presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, di Stefano de Franceschi, sui nuovi media per nuovi utenti, sull’uso cioè dei social.
Il Convegno si è concluso a tarda sera dopo numerosi interventi e dibattito che ritroveremo a breve negli atti pubblicati dal Circolo ma anche sullo streaming a disposizione di tutti su www.circoloistria.com
Rossana Poletti
Fonte: La Voce del Popolo – 20/11/2021
Radio Capodistria: Fare rete per promuovere le associazioni della Minoranza italiana – 19/11/2021