L’opera risale a qualche anno fa e sebbene ne abbiano scritto diversi quotidiani italiano, a tuttora rimane poco conosciuta al grande pubblico. È la testimonianza di un cittadino israelita di origini dalmate presente all’epoca dei fatti. Si tratta un professore di storia contemporanea di Gerusalemme, Menachem Shelah. Nativo della Dalmazia occupata nel ’41-’43 dall’esercito italiano, è stato salvato dalla furia genocida degli ustascia e dei nazisti assieme a migliaia di altri suoi connazionali grazie all’operato degli ufficiali e dei soldati italiani stanziati nei Balcani. E ha raccontato la sua storia in «Un debito di gratitudine: storia dei rapporti tra l’Esercito Italiano e gli ebrei in Dalmazia (1941-’43)», pubblicato nel 1993 dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’esercito italiano.
«Era una sfida mortale. Shelah conclude: “Proprio come non dobbiamo mai dimenticare ciò che hanno commesso contro di noi i nostri nemici, così dobbiamo sempre ricordare l’opera compiuta dai nostri amici».
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