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Si è spenta Mafalda Codan, fu testimone delle foibe – 13feb13

Dopo tutte le vessazioni subite, dopo tutti i lutti che hanno costellato la sua esistenza Mafalda Codan, 86enne, aveva ancora la forza di raccontare l’incubo in cui lei e i suoi familiari erano piombati. Le foibe, i rastrellamenti dei comunisti slavi, il carcere.

«Sento ancora le urla di dolore quando torturavano mio fratello che si trovava nella cella a fianco – raccontò nel suo diario – risuonano nella mia testa giorno e notte». L’ex insegnante stabilitasi dopo la guerra a Bibione è morta subito dopo il giorno del Ricordo delle vittime delle foibe, in cui persero la vita sette suoi parenti: il padre, alcuni zii, un cugino. Tutti infoibati.

Con la madre lei riuscì a scappare a Trieste, ma venne catturata e torturata. Poi, nel 1949, la liberazione, grazie a uno scambio di prigionieri. Per poi stabilirsi nel Veneziano e insegnare ai bambini delle elementari anche a Vetrego di Mirano e a Bibione, dove visse con la sua famiglia per tutti gli anni a seguire.

«Una cittadina che ha vissuto uno dei più tragici momenti della storia del ventesimo secolo – ha scritto in un telegramma ai familiari la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto – il periodo della persecuzione degli italiani in Istria e Dalmazia. Una donna che sarà per sempre un esempio per le giovani generazioni, il cui patrimonio di esperienze e conoscenze andrà conservato e valorizzato».

(fonte www.veneziatoday.it 12 febbraio 2013)

 

 

 

Mafalda Codan testimonia la sua storia nel documentario “Esodo” a cura della ANVGD

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