Si prospetta una soluzione per gli odonimi di Capodistria

Domenica scorsa il quotidiano Il Gazzettino di Venezia aveva rilanciato sulla stampa nazionale la vicenda delle targhe affisse a Capodistria con gli odonimi storici in italiano che però erano state “rivoltate”. Quella che si presentava come un’iniziativa lodevole per conservare la matrice istroveneta ed italiana della città rivierasca che quest’anno “compie” 1500 anni era entrata in conflitto con la legislazione slovena in merito alle indicazioni viarie. Il Ministero della Cultura da Lubiana ha quindi invitato l’amministrazione comunale a rimuovere le tabelle incriminate, ma il sindaco Aleš Bržan ha compiuto un gesto simbolico, in sintonia con il Vicesindaco in quota Comunità Nazionale Italiana Mario Steffè, dando disposizione di affiggere le tabelle rovesciate, confidando che si possa addivenire a breve ad una soluzione dettata dal buon senso e non dalla burocrazia. Ovviamente i rappresentanti istituzionali della comunità italiana di Capodistria avevano esternato fin dall’inizio la loro contrarietà nei confronti delle disposizioni ministeriali.

Il Senatore Andrea De Priamo (Fratelli d’Italia), da sempre sensibile alle questioni attinenti gli esuli giuliano-dalmati ed il confine orientale, ha diffuso immediatamente un comunicato in cui ha dichiarato che si è trattato di «uno schiaffo all’identità italiana e un’opera di rimozione che offende la memoria e la storia degli italiani che hanno pagato con la vita o con l’esilio la propria italianità; ed è una ferita a chi, di cultura italiana, ancora vive in Slovenia e vede così recidere un legame tra le strade delle proprie città e la sua storia». [Agenparl – 15/09/2024]

Il Gazzettino – 15/09/2024

La questione è rimbalzata al Consiglio Regionale del Veneto, ove Tommaso Razzolini (FdI), segretario della Commissione Cultura, ha commentato ai microfoni di Radio Capodistria: «Questo gesto di cancellare i nomi italiani e istro-veneti non può che andare nella direzione del revisionismo storico, considerando che questi nomi risalgono alla cosiddetta “lista Martissa” del 1884, entrata in vigore nel 1905 durante l’Impero Austro-Ungarico», in un periodo precedente alle vicende del Novecento che aprono questioni di altro tipo. [Radio Capodistria – 17/09/2024]

E al fine di intervenire presso il suo omologo sloveno, anche il nuovo Ministro della Cultura Alessandro Giuli è stato allertato: a rendergli nota la problematica è stato il Senatore Raffaele Speranzon (FdI), il quale ritiene che «stiamo vivendo tempi che ci vedono lontani da contrapposizioni di qualsiasi natura ideologica o linguistica: voler eradicare la storia da un territorio significa offenderne la memoria, offenderne l’identità e offenderne anche i cittadini residenti, a prescindere dalla loro appartenenza etnica e dalla lingua che parlano». [Radio Capodistria – 18/09/2024]

Foto: Radio Capodistria

Oggi il quotidiano della comunità italiana in Istria, Carnaro e Dalmazia La Voce del Popolo riferisce tuttavia che sembra imminente una soluzione. Il ministro della Cultura, Asta Vrečko, si è recato a Capodistria ed ha incontrato il sindaco Bržan, il quale  ha dichiarato che sono state individuate soluzioni adeguate per far ritornare le contestate tabelle nelle piazze e nelle vie del centro storico, come indicato a livello locale, con i nomi che comparivano agli inizi del XX secolo, ma con una grafica e un testo di accompagnamento diversi.

Si tratterebbe insomma di un compromesso che possa soddisfare le norme di legge e le richieste dell’Ispettorato per la lingua slovena che opera presso il dicastero della Cultura. I dettagli non sono stati spiegati, ma molto presto una bozza delle nuove insegne dovrebbe essere sottoposta all’esame degli esperti prima di collocarle al posto di quelle attualmente capovolte dal Comune per sfuggire a eventuali sanzioni pecuniarie e per protestare contro la scarsa sensibilità per le tradizioni e la storia cittadine. La Vrečko da parte sua ha auspicato una riforma delle norme giuridiche che regolano il settore e che impediscano in futuro l’emergere di simili problemi. [La Voce del Popolo – 19/09/2024]

Rassegna stampa a cura di Lorenzo Salimbeni 

 

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