«Dieci anni fa ben pochi avrebbero creduto che si sarebbe concluso l'arduo cammino che ha riconosciuto importanti diritti agli sloveni in Italia». Nel decennale dell'approvazione delle legge di tutela della minoranza slovena, sono state le parole di Milan Kucan, ex presidente della repubblica slovena, ad aprire l'incontro organizzato alla Scuola interpreti – lo storico Narodni Dom distrutto nel 1920 dai fascisti – dall'Unione economica e culturale slovena.
Impossibilitato a presenziare all'incontro, Kucan ha consegnato le sue parole che raccontano il difficile percorso della legge, le delusioni e le prospettive: «Nonostante l'Italia e il Friuli Venezia Giulia avessero sostenuto l'indipendenza slovena, nel 1991 il rapporto con la minoranza in Italia non era mutato, portandosi addosso ancora il peso della storia passata. Ma questo non ha scalfito la volontà degli sloveni, che sono riusciti a ottenere una legge di tutela. Oggi ci sono ancora problemi nell'applicazione della legge, e spesso vengono invocati ostacoli tecnici e finanziari che sono alibi».
Per l'ex presidente la situazione è cambiata molto dopo lo storico concerto con i tre presidenti (sloveno, italiano e croato) in piazza Unità a luglio dell' anno scorso, e la visita al Narodni Dom: «Il tempo delle contrapposizioni è finito, esiste la possibilità di creare un clima diverso e proficuo», ha concluso Kucan. Resta l'interrogativo di quale sia la reale percezione della maggioranza italiana nei confronti della comunità slovena.
«Questa legge rappresenta il riconoscimento dell'identità slovena da parte dello Stato italiano – precisa Miloš Budin, già senatore del Pd -. Oggi il rapporto è migliorato, lo Stato italiano è riconosciuto come il proprio stato. Negli ultimi anni, poi, nelle scuole slovene ci sono sempre più bambini italiani, quasi il 50% degli iscritti sono figli di famiglie miste o per nulla slovene».
Per il professor Paolo Segatti «Con l’approvazione della legge ha vinto l'Italia ma anche Trieste, perché si può essere cittadini italiani e appartenere a una minoranza. L'unico limite è che dopo dieci anni non esiste un segno di riconoscimento visibile della minoranza slovena nel centro di Trieste e di Gorizia. Un riconoscimento dovuto e possibile sulla base delle buone ragioni che la legge articola».
Ivana Gherbaz