LUBIANA È durata fino a tarda sera, ieri, la riunione della commissione parlamentare slovena ai Trasporti, sui bollini autostradali. Il governo resta sulle sue posizioni nonostante le critiche, anche di molti automobilisti e le richieste di ulteriori revisioni giunte dall’Unione europea.
La questione delle «vignette» e delle modalità della loro applicazione ha visto un testa a testa fra Lubiana e Bruxelles. Quest’ultima ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti di Lubiana, adducendo «discriminazioni tra cittadini stranieri e sloveni», soprattutto per la mancanza di bollini per periodi più brevi. Come conseguenza, l’Ue ha bloccato un finanziamento per ampliare la rete autostradale slovena. Lubiana ha poi risposto, proponendo un nuovo regime di pagamento delle autostrade: abolizione del bollino semestrale e adozione di quello settimanale, a 15 euro. Ma anche il contestuale aumento a 95 euro (dai 55 attuali) del costo del permesso annuale. Ancora scettica Bruxelles, che ha chiesto almeno una riduzione a 10 euro della vignetta settimanale. Il nuovo regime partirà il primo luglio, quindi in piena stagione estiva.
Il ministro sloveno ai Trasporti Patrick Vlacic ha sempre difeso il nuovo sistema e anche il diritto della Slovenia di decidere autonomamente il costo delle «vignette», trattandosi di entrate pubbliche, in un comparto che risulta ancora in rosso. La riunione odierna della Commissione è stata convocata su richiesta del Partito democratico (Sds) che, tra l’altro, ritiene eccessivo l’aumento del costo della tassa annuale e critica il governo per avere «ceduto alle pressioni europee». Si tratta comunque di un passaggio istituzionale necessario, prima che il decreto passi al voto del parlamento. Il ministro Vlacic ha mantenuto la posizione sua e del governo davanti alle critiche del partito d’opposizione. Intanto da un sondaggio su 10 mila automobilisti (croati e del resto dell’Europa) svolto da alcuni Automobil Club croati, emerge che il 21% dei conducenti europei e il 12,6% di quelli croati non percorre più le strade slovene, proprio a causa della «vignetta» di pedaggio. Un terzo degli automobilisti europei e un quinto dei croati acquista la «vignetta» solo se non ha vie alternative per raggiungere la costa croata. Per il 60% degli intervistati, le strade slovene sono solo di transito e usate per raggiungere altre mete. Alcuni ritengono addirittura che le «vignette» siano ingiuste, e una sorta di punizione per non avere scelto di passare le vacanze in Slovenia.
Il 14% degli intervistati europei e il 18 di quelli croati, infine, percorre vie secondarie per evitare di pagare i bollini autostradali. Intanto, la notizia di un possibile rincaro del pedaggio obbligatorio sulla rete autostradale slovena ha già messo in moto proteste e prese di posizione nei maggiori club automobilistici della Germania e dell’Austria, come era già accaduto lo scorso anno. Petizioni e documenti vengono annunciati contro la scelta di Lubiana. Di fronte alla rigidità slovena una delle alternative che saranno prese in considerazione è quella dei cosiddetti itinerari alternativi, la cui divulgazione avverrà su Internet e pubblicazioni gratuite inviate ai soci dei sodalizi motoristici. C’è chi però osserva la scarsa efficacia dell’iniziativa considerata l’obiettiva difficoltà di seguire ititnerari poco segnalati o del tutto inesistenti tra le varie località o comunque così contorti da richiedere molto tempo e carburante tanrto da risultare antieconomici.