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Slovenia/Croazia: UE rinuncia a mediare (Il Piccolo 08 apr)

di MAURO MANZIN

TRIESTE Doveva essere il mediatore designato dall’Unione europea per cercare di dirimere il contenzioso confinario tra Slovenia e Croazia. Ma ieri, l’ex presidente della Finlandia e premio Nobel per la pace, Martti Ahtisaari ha praticamente gettato la spugna. Dopo aver sondato la situazione Ahtisaari ha capito che i margini di mediazione praticamente sono inesistenti e, proprio per questo, la soluzione finirà nelle mani di un arbitrato internazionale. Non serve quindi un diplomatico – per il premio Nobel – ma piuttosto un esperto di diritto internazionale.

Ahtisaari ne ha parlato con il commissario all’Allargamento, Olli Rehn. «La situazione volge con insistenza all’arbitrato – sostiene il premio Nobel – e per questo ho consigliato Rehn di rivolgersi a un esperto in diritto internazionale». E le sue parole vengono confermate da alcune dichiarazioni del capo dello Stato croato, Stipe Mesic il quale ha parlato della volontà di Zagabria di rivolgersi o al Tribunale internazionale dell’Aja oppure al Tribunale internazionale del diritto della navigazione di Amburgo. Dalla Commissione europea non giunge ancora alcuna comunicazione ufficiale. «Il commissario Rehn – dicono i portavoce – è in costante contatto con Ahtisaari, ma al momento non c’è niente di nuovo da aggiungere».

Appare, comunque chiaro, che l’intera intricatissima vicenda diplomatica bilaterale è a una svolta. Mentre le polemiche proseguono. Zagabria continua a dichiarare che Lubiana è entrata a far parte dell’Ue avendo ancora aperto il contenzioso confinario con la Croazia, dimenticando però che la Commissione Ue aveva dato semaforo verde all’accordo in proposito raggiunto dagli allora premier Drnovsek e Racan ma mai ratificato dal Parlamento croato. Ma ora il governo di Zagabria rincara la dose sostenendo, sono parole del suo premier Ivo Sanader che «se siamo entrati a far parte della Nato nonostante il contenzioso confinario con la Slovenia, non vedo perché questo non possa avvenire anche per l’Unione europea». «Ora come membri dell’Alleanza atlantica – prosegue Sanader – la nostra posizione si è rafforzata e il veto sloveno all’ingresso nell’Ue sarà valutato in modo diverso».

E i vertici croati non hanno, in verità, fatto molto per celare un intenso lavoro di lobbing con le principali cancellerie euroatlantiche al recente vertice di Strasburgo. Il capo dello Stato Mesic ne ha apertamente discusso con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, con il presidente francese Sarkozy e con il cancelliere tedesco, signora Angela Merkel e tutti i suoi interlocutori si sarebbero detti favorevoli alla separazione del problema dei confini sloveno-croato da quello del proseguimento dei negoziati di Zagabria per l’adesione all’Ue.

A sorpresa proprio il premier croato, Ivo Sanader ha però annunciato anche un incontro bilaterale e informale con il «collega» sloveno Borut Pahor alla fine di aprile. In questa occasione, sostengono fonti diplomatiche a Zagabria, Sanader presenterà a Pahor alcune nuove e decisive proposte per il contenzioso bilaterale. I due premier, però, finora non hanno ancora stabilito la data e il luogo dell’incontro.

Il primo ministro croato premerà, comunque, sull’acceleratore, che porti allo sblocco del veto di Lubiana alla mediazione della Croazia per l’adesione all’Ue. Anche perché lo stesso Sanader considera «inaccettabile» la posizione della Slovenia che chiede prima la soluzione definitiva del contenzioso confinario bilaterale per togliere quindi il proprio veto all’ingresso della Croazia nell’Unione europea.

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