di SILVIO MARANZANA
Due ore di dibattito e quattro mozioni tutte approvate per condannare ieri sera da parte del Consiglio comunale di Trieste la contromanifestazione a base di stelle rosse e di grida ingiuriose con la quale sabato è stato fermato l’omaggio dell’Unione degli istriani alla foiba di Golobivnica, a Corgnale in Slovenia. Alla fine l’unico voto contrario a tutti e quattro i documenti è stato quello di Iztok Furlanic di Rifondazione comunista che ha sostenuto che «entrambe le manifestazioni erano state autorizzate dalle autorità slovene».
Le astensioni della maggioranza hanno permesso il passaggio anche della mozione del Partito democratico che si è espresso in termini netti e inequivocabili: «Esprimiamo solidarietà alle donne e agli uomini che sabato intendevano commemorare i morti della Foiba» e «condanniamo ogni manifestazione che, partendo presupposti nazionalistici neghi il legittimo diritto democratico di esprimere le proprie idee e i propri sentimenti». Il capogruppo del Pd Fabio Omero ha definito i manifestanti sloveni «quattro o venti cretini». Ma molto significativamente ha però aggiunto: «Se quattro o venti cretini fanno quello che hanno fatto, non c’è alcun motivo per chiederne conto alla Slovenia. Similmente bisognerebe rendere conto allo Stato italiano della manifestazione di quattro o venti cretini di Forza nuova a favore del fascismo».
Su questo si è dimostrata diametralmente opposta la posizione di Alleanza nazionale. «Chiediamo che la Slovenia – ha specificato Angela Brandi illustrando la mozione del suo partito – si scusi non solo con lo Stato italiano, ma anche con gli esuli». E il documento di An impegna il sindaco anche «a operare una verifica sull’eventuale coinvolgimento nella vicenda di esponenti della minoranza slovena di Trieste» e a «manifestare preoccupazione al prefetto per l’instaurarsi nella vicina Repubblica di un clima antiitaliano e antidemocratico che si basa su tesi negazioniste e giustificazioniste».
Gli episodi che negli ultimi tempi tendono a far riaffiorare idee antiitaliane con slogan quali «Trst je nas» e con l’esposizione del tricolore con la stella rossa vengono stigmatizzati anche nella mozione di Forza Italia, Lista Dipiazza e Partito repubblicano. «Queste posizioni estremiste – ha sostenuto Piero Camber, capogruppo di Fi – non rappresentano la comunità slovena di Trieste, ma il Governo sloveno ha il dovere di sanzionarle». E la mozione invita anche il sindaco a organizzare la visita di una delegazione di consiglieri comunali e circoscrizionali triestini alla stessa foiba di Golobivnica. È quanto auspica anche la mozione di Roberto Sasco dell’Udc che invita anche il sindaco a inviare una lettera di ferma condanna dei fatti accaduti al sindaco del comune che ha giurisdizione su Corgnale.
Diversamente, la mozione del Pd invita il sindaco «a concordare con i rappresentanti delle istituzioni slovene di Sesana l’organizzazione di una manifestazione condivisa a sostegno del dialogo e della riconciliazione in chiave europea delle nostre comunità».
Il dibattito ha acceso i toni soprattutto quando Bruno Sulli di Alleanza nazionale ha sostenuto che la Wermacht, cioè l’esercito nazista, svolse un’importante ruolo a favore della libertà di Trieste e quando sono state stigmatizzate in particolare da Camber e Brandi le parole del segretario dell’Unione slovena Peter Mocnik secondo il quale «il presidente Napolitano premia ogni anno nella Giornata del ricordo figli e nipoti di criminali di guerra». Andrea Pellarini (An), figlio di esuli istrani, si è chiesto perché ancora oggi debba subire questa vessazioni per andare ad omaggiare i propri morti.