In questo scorcio di inizio estate prendono forma polemiche che riscaldano maggiormente il già caldo vivere degli uomini. Si approntano veleni, si sciolgono alleanze a scapito di altre che danno maggiori garanzie. Come da statuto la Regione FVG ha il diritto di nominare un proprio rappresentante nel Consiglio d’amministrazione dell’Università Popolare di Trieste, interlocutore da molti anni del ministero degli Esteri per i finanziamenti e i progetti culturali in favore della minoranza italiana in Croazia e Slovenia. La scelta è avvenuta, ed è stato nominato Fabrizio Somma che assumerà l’incarico che è stato di Piero Delbello, attuale direttore dell’IRCI, nominato dalla precedente Giunta di centrodestra retta sino a qualche mese fa da Renzo Tondo. Nel frattempo Somma era stato assunto a contratto dall’Unione Italiana di Capodistria come esperto nella realizzazione di progetti comunitari. Qui la polemica. Il sospetto di incompatibilità con l’incarico regionale ha mosso due consiglieri regionali del PdL, Bruno Marini e Rodolfo Ziberna, che hanno chiesto alla Presidenza della Regione FVG, come intenda “ovviare alla situazione di incompatibilità e di potenziale e reale conflitto di interessi venutosi a creare”.
“È incredibile come cose mai dette o dichiarate vengano poi attribuite in maniera del tutto arbitraria alla mia persona…”, inizia così lo sfogo di Fabrizio Somma, in relazione all’articolo sulla sua nomina regionale all’UPT, apparso lo scorso mercoledì 19 giugno sulle pagine de “Il Piccolo” di Trieste.
Perché non le appartengono le dichiarazioni rilasciate alla giornalista de «Il Piccolo»?
Le racconto l’antefatto: martedì pomeriggio ho ricevuto una telefonata da una giornalista del quotidiano locale, che a seguito della mia nomina regionale all’UPT voleva pormi telefonicamente qualche domanda in merito. La notizia della nomina mi era stata comunicata meno di due ore prima… Abbiamo fissato un appuntamento telefonico e già alle prime battute dell’intervista ha iniziato ad apostrofarmi con il termine di “vicepresidente”…
Beh, fin qui tutto normale… o no?
No, non è corretta tale attribuzione. Prontamente ho tenuto a specificare che la delega regionale a consigliere nel Consiglio direttivo e in quello del Consiglio di amministrazione dell’UPT non garantisce automaticamente la vicepresidenza del medesimo ente. Questa avviene per elezione interna al Consiglio direttivo stesso. Ho spiegato e più volte sottolineato questo concetto… come alcuni altri concetti che la giornalista ha riportato in maniera del tutto fantasiosa nell’articolo.
Eppure i delegati regionali precedenti sono stati anche vicepresidenti…
Si, è vero. Infatti sia il delegato della giunta Illy che quello subentrato dopo la nomina di Renzo Tondo, Piero Delbello, lo sono stati. Ma questa può essere definita una consuetudine non una regola o legge.
Aldilà di queste considerazioni, che lei fa bene a puntualizzare, come ha accolto la nomina e quali sono state le sue prime reazioni?
Guardi sono veramente orgoglioso e onorato della nomina a delegato della Regione FVG in seno all’UPT. Concetto che ho più volte ribadito durante l’intervista al quotidiano locale. Concetto che è stato poi stravolto nella stesura dell’articolo…
In che senso, si spieghi meglio?
Avevo affermato che la mia nomina poteva rientrare, come un tassello, nella visione di un progetto più ampio avviato già da anni a livello nazionale dall’On. Ettore Rosato – basti pensare quanto si è speso per l’EDIT o nello scorso autunno per lo sblocco dei fondi – e che ora, con l’apporto di un altro parlamentare nazionale presso la Commissione Esteri del Senato, l’On. Francesco Russo e l’On. Laura Garavini alla Camera nell’Ufficio di Presidenza del gruppo PD con la delega per gli Esteri, il progetto del governo italiano a favore della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia può trovare reali elementi di fattibilità e concretezza in termini generali. Questo, unito agli indirizzi di una politica culturale, per un’Euroregione sempre più reale, già avviata dalla presidente della Regione FVG, Debora Serracchiani, e dall’assessore Gianni Torrenti nei confronti della Regione Istriana e dell’Unione Italiana, in particolare. Io potevo ritenermi un tassello inserito in una realtà molto importante per la politica culturale del governo italiano a favore della CNI.
Si sarà chiesto il motivo della sua nomina da parte della Regione?
Ritengo che questa sia avvenuta grazie alla mia esperienza venticinquennale sul campo e soprattutto per gli ultimi sedici anni trascorsi come dipendente dell’UPT, di cui gli ultimi sette con le mansioni di direttore organizzativo. Penso di conoscere sufficientemente come sono organizzate le nostre Comunità sul territorio sloveno e croato. Da loro, negli anni, ho ricevuto numerose conferme sul mio lavoro e sull’attaccamento ai valori della Comunità Nazionale Italiana.
Arriviamo al nocciolo della polemica. Ora è dipendente dell’Unione Italiana…
Non più, lo stesso giorno dell’uscita dell’intervista sulle pagine del quotidiano triestino, ho rassegnato le mie dimissioni nelle mani del presidente della Giunta Esecutiva dell’UI, Maurizio Tremul. Sottolineo che l’ho fatto con grande dispiacere, ma soprattutto per senso di responsabilità verso tutti gli Enti interessati e in consonanza con lo spirito della nuova amministrazione regionale del FVG e prima di qualsiasi comunicazione o convocazione ufficiale per il mio insediamento, da parte dell’UPT rispetto alla mia nomina.
Sempre a proposito di una presunta incompatibilità?
Non esisteva alcuna incompatibilità e lo avevo ripetutamente dichiarato con cognizione di causa. Mi sono dimesso per non dar adito ad alcuna polemica e per non danneggiare una struttura dell’Unione Italiana, l’Ufficio Europa, che può essere considerato un vero fiore all’occhiello per la CNI sia per potenziale umano che professionale, ambedue di grosso livello, mi creda. Nello specifico, ero stato assunto l’08.05.13 in conformità alla normativa slovena e a seguito di un regolare concorso pubblico per un posto, a tempo determinato con scadenza il 15.11.13, in qualità di euro-progettista nell’ambito del progetto “Jezik-Lingua” inserito nel programma per la cooperazione transfrontaliera fra Italia – Slovenia 2007/2013. Per questo ho frequentato dei corsi dedicati anni fa e un corso di perfezionamento in Comunicazione politica internazionale presso l’Università di Trieste nel 2004. Il mio stipendio era finanziato per l’85 p.c. dai fondi FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e per il 15 p.c. da fondi nazionali sloveni ed il contratto di lavoro stabiliva competenze esclusive al richiamato progetto. Non ero quindi investito a svolgere nessuna funzione lavorativa che richiamasse la collaborazione in essere tra UI e UPT. Quale dipendente a tempo determinato presso l’UI poi, non avevo, nessuna funzione dirigenziale e qualsivoglia carica elettiva all’interno della medesima organizzazione che potesse, in qualche modo, interferire o pormi in condizione di incompatibilità con la nomina regionale nel Consiglio direttivo e nel Consiglio di Amministrazione dell’UPT.
Quindi la storia del “controllore e controllato”?
Macché, “controllore e controllato”! Chi parla così, parla per concetti preistorici di almeno venti/venticinque anni addietro, rispetto agli attuali ruoli dell’UI e dell’UPT.
Ci spieghi meglio il concetto.
Nel senso che l’Unione Italiana, è l’organizzazione di rappresentanza unitaria della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia ed in questa veste è riconosciuta dagli stati d’Italia, Croazia e Slovenia, mentre l’Università Popolare di Trieste, nel suo ruolo fissato dalla normativa regionale del FVG e da quella nazionale italiana, funge da tramite per il sostegno alla Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia. La collaborazione tra UI e UPT è regolamentata da un piano permanente di collaborazione e da una delibera attuativa del ministero Affari Esteri italiano. Il famoso Decreto di costituzione del Comitato di Coordinamento.
D’accordo, ma i finanziamenti?
La Legge Nazionale italiana 73/01 e le sue successive modifiche stabilisce il ruolo dell’UI in merito alla programmazione annuale dei finanziamenti di cui alla citata Legge. La Legge 960/82 della Stato Italiano e la Legge Regionale FVG. 79/78 stabiliscono il ruolo dell’UPT rispetto l’UI per quanto attiene la CNI in Slovenia e Croazia. I due Enti non sono quindi in situazioni di controllore versus controllato e/o viceversa, bensì hanno due ruoli ben distinti. In ultima analisi e per ulteriore precisazione, l’organo di controllo dell’ UPT è il Collegio dei Revisori dei Conti, formato da membri incaricati dal MAE italiano, ministero del Tesoro e Regione FVG. Mentre quello di controllo per l’UI è il revisore designato dal MAE.
Quindi?
Quindi, non essendo l’UPT controllore dell’UI e viceversa, svolgendo il sottoscritto esclusivamente compiti lavorativi che si riferivano al Progetto “Jezik-Lingua” e non a settori relativi alla collaborazione tra i due Enti, non sussisteva nessun conflitto d’interesse.
E del suo nuovo incarico presso UPT? A quando l’insediamento?
Dopo tanti anni trascorsi in seno a questo ente devo dire non vedo l’ora di svolgere le mansioni che mi sono state assegnate. È un ente importante che svolge un ruolo importante. Per ora ho solo avuto una colazione di lavoro e di confronto con il presidente Silvio Delbello, fuori dall’UPT. Non ho ancora ricevuto una convocazione ufficiale o indicazioni e non mi sono insediato a nessun livello. Rimango in attesa, fiducioso.
Francesco Cenetiempo
“la Voce del Popolo” 24 Giugno 2013